Pagina:De Gubernatis Galateo insegnato alle fanciulle.djvu/83: differenze tra le versioni

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Rustico è un vero galantuomo, incapace di far male anche all’erba che stiaccia; mantiene la parola, fa carità; eppure la gente non gli vuol bene. Ma perchè?
Rustico è un vero galantuomo, incapace di far male anche all’erba che stiaccia; mantiene la parola, fa carità; eppure la gente non gli vuol bene. Ma perchè?


Badate, amici cari, Rustico veste a bioscio, sgualcito, sciamannato bisunto, con una scarpa e uno zoccolo, non secondo la condizione sua, e colle usanze d’un altro millesimo. Non mentisce è vero, ma canta la verità nuda e cruda, e per esempio è capace di spifferarvi: Che brutta, ciera avete! oppure: Ho visto un nanerottolo piccolo come voi: oppure: Come ci vedrete poca voi, che avete un occhio manco! A giorni allegro, chiassone; cert’altri è nero, cupo, parla aspro che sembra in collera; favellando alita nel viso; sbadigliando, raglia; tossendo o starnutando, spruzza i circostanti. Se vi dà uno spintone o vi pigia un piede non si degna di dirvi ''scusate''; se gli fate servizio non saprebbe dirvi ''grazie''; se v’incontra non vi dà nè il ''buon dì'', nè il ''buon anno''. Se gli annunziate, ''il tale vi saluta'', sarebbe il tomo di rispondervi: ''Che n’ho a far io?'' Avviate un ragionamento? Egli non vi piglia interesse. Gli parlate? È a cento miglia. Sbadiglia di continuo, attacca un sonnerello, poi vi domanda: ''Che? Cos’avete detto?'' e vi risponde dattero per fico, e sul più bello vi rompe la parola in bocca. Se poi racconta
Badate, amici cari, Rustico veste a bioscio, sgualcito, sciamannato bisunto, con una scarpa e uno zoccolo, non secondo la condizione sua, e colle usanze d’un altro millesimo. Non mentisce è vero, ma canta la verità nuda e cruda, e per esempio è capace di spifferarvi: Che brutta, ciera avete! oppure: Ho visto un nanerottolo piccolo come voi: oppure: Come ci vedrete poco voi, che avete un occhio manco! A giorni allegro, chiassone; cert’altri è nero, cupo, parla aspro che sembra in collera; favellando alita nel viso; sbadigliando, raglia; tossendo o starnutando, spruzza i circostanti. Se vi dà uno spintone o vi pigia un piede non si degna di dirvi ''scusate''; se gli fate servizio non saprebbe dirvi ''grazie''; se v’incontra non vi dà nè il ''buon dì'', nè il ''buon anno''. Se gli annunziate, ''il tale vi saluta'', sarebbe il tomo di rispondervi: ''Che n’ho a far io?'' Avviate un ragionamento? Egli non vi piglia interesse. Gli parlate? È a cento miglia. Sbadiglia di continuo, attacca un sonnerello, poi vi domanda: ''Che? Cos’avete detto?'' e vi risponde dattero per fico, e sul più bello vi rompe la parola in bocca. Se poi racconta