Pagina:Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu/215: differenze tra le versioni

 
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alcuno ha male, e’ mandano per loro indovini e incantatori che fanno per arti di diavolo, e<ref>''Berl.'' fano veder se lo infermo se die liberar...; e si sano delo infermo s’el die varir o morir.</ref> domandano se ’l malato dee guarire o morire. E se ’l malato dee morire, egli mandano per certi,<ref>''Pad.'' che ano arte de alzider i infermi.</ref> ordinati a ciò, e dicono: — Questo malato è giudicato a morte: fa’ quello che dee fare. — Questi gli mette alcuna cosa<ref>''Berl.'' sovra la boca.</ref>
<section begin="s1" />alcuno ha male, e’ mandano per loro indovini e incantatori che fanno per arti di diavolo, e<ref>''Berl.'' fano veder se lo infermo se die liberar...; e si sano delo infermo s’el die varir o morir.</ref> domandano se ’l malato dee guarire o morire. E se ’l malato dee morire, egli mandano per certi,<ref>''Pad.'' che ano arte de alzider i infermi.</ref> ordinati a ciò, e dicono: — Questo malato è giudicato a morte: fa’ quello che dee fare. — Questi gli mette alcuna cosa<ref>''Berl.'' sovra la boca.</ref>
sulla gola, ed affogalo; e poscia lo cuocono; e quando è cotto, vengono tutti li parenti del morto e mangianlo. Ancora vi dico ch’egliono mangiano tutte le midolle dell’ossa, e che questo fanno perchè dicono che non vogliono che ne rimanga ninna sostanza; perchè, se ne rimanesse alcuna sustanza, farebbe vermini, e questi vermini morrebbono per difalta di mangiare, e della morte di questi vermini l’anima del morto n’avrebbe gran peccato. E perciò mangiano tutto; poscia pigliano l’osse, e pongonle in una archetta in caverne sotterra<ref>''Pad.'' in caverne de montagne.</ref> nelle montagne, in luogo che non lo possa toccare nè uomo nè bestia<ref>''Berl.'' * nè ria cossa no li puoi andar, nè puoi brancar algun omo.</ref>. E se possono pigliare alcuno uomo d’altre contrade, che non si possa ricomperare, si lo si mangiano. Or lasciamo di questo reame, e conterò vvi d’un altro.
sulla gola, ed affogalo; e poscia lo cuocono; e quando è cotto, vengono tutti li parenti del morto e mangianlo. Ancora vi dico ch’egliono mangiano tutte le midolle dell’ossa, e che questo fanno perchè dicono che non vogliono che ne rimanga ninna sostanza; perchè, se ne rimanesse alcuna sustanza, farebbe vermini, e questi vermini morrebbono per difalta di mangiare, e della morte di questi vermini l’anima del morto n’avrebbe gran peccato. E perciò mangiano tutto; poscia pigliano l’osse, e pongonle in una archetta in caverne sotterra<ref>''Pad.'' in caverne de montagne.</ref> nelle montagne, in luogo che non lo possa toccare nè uomo nè bestia<ref>''Berl.'' * nè ria cossa no li puoi andar, nè puoi brancar algun omo.</ref>. E se possono pigliare alcuno uomo d’altre contrade, che non si possa ricomperare, si lo si mangiano. Or lasciamo di questo reame, e conterò vvi d’un altro.
{{Block|c1|CXLVI (CLXIX)}}
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Block|c1|CXLVI (CLXIX)}}
{{Block|c2|Del reame di Lambri.}}
{{Block|c2|Del reame di Lambri.}}
Lambri èe reame per sè, e richiamansi per lo Gran Cane, e sono idoli. Egli<ref>''Berl. Pad.'' fi berzi e canfora... e semenano verzi; e quando l’è nasudo uno pizolo verzielo, quelli el cava, e si lo repiantano in uno altro luogo. E si lo lasano star per tre ani, e dapuò i cavano con tute le radise. Onde io Marco ne porti a Veniesia, e fine semenare in tera; e non naqueno, e questo adevene per la forzilitade del luogo.</ref> hanno molti berci e canfora e altre care ispezie. Del seme de’ berci recai io a Vinegia, e non vi nacque
Lambri èe reame per sè, e richiamansi per lo Gran Cane, e sono idoli. Egli<ref>''Berl. Pad.'' fi berzi e canfora... e semenano verzi; e quando l’è nasudo uno pizolo verzielo, quelli el cava, e si lo repiantano in uno altro luogo. E si lo lasano star per tre ani, e dapuò i cavano con tute le radise. Onde io Marco ne porti a Veniesia, e fine semenare in tera; e non naqueno, e questo adevene per la forzilitade del luogo.</ref> hanno molti berci e canfora e altre care ispezie. Del seme de’ berci recai io a Vinegia, e non vi nacque<section end="s2" />
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