Pagina:Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu/93: differenze tra le versioni
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fare pigliare alcuna di queste bestie, lascia andare lo leopardo, e lo leopardo la piglia, e egli la fa dare a’ suoi girfalchi che tiene in muda: e questo fa per suo diletto. Sappiate che ’l Gran Cane ha fatto fare in mezzo di questo prato un palagio di canne, ma è tutto dentro innorato, ed èe lavorato molto sottilmente a bestie e a uccelli innorati: la copertura è di canne vernicate,<sup>nota</sup> e commesse sí bene, che aqua non vi puote entrare. Sappiate che quelle canne sono grosse piú di tre palmi o quattro, e sono lunghe da dieci passi infino in quindici,<sup>nota</sup> e tagliansi al nodo e per lungo, e sono fatte come tegoli, sí che si può bene coprire la casa. E hallo fatto fare sì ordinatamente ch’egli il fa disfare qualunque otta egli vuole, e fallo sostenere a piú di dugento corde di seta. E sappiate che tre mesi dell’anno istae in questo palagio lo Gran Cane, cioè giugno e luglio ed agosto, e questo fa perchè v’ha caldo. E questi tre mesi istá fatto questo palagio, gli altri mesi dell’anno istá disfatto e riposto, e puollo fare e disfare a suo volere. E quando e’ viene a’ ventotto dì di agosto, lo Gran Cane si parte di questo palagio, e dirovvi la cagione. Egli è vero ch’egli hae una generazione di cavagli bianchi e di giumente bianche come neve, senza niuno altro colore; e sono in quantitá di bene diecimilia giumente; e lo latte di queste giumente bianche non può bere ninna persona, se non di schiatta imperiale. Bene un’altra generazione di genti<sup>nota</sup> chiamata [Buat o] Oriat (Horiad), che ne possono bere per grazia di Cinghi lo Gran Cane, che ’l concedette loro per una battaglia che vinsero con lui. |
fare pigliare alcuna di queste bestie, lascia andare lo leopardo, e lo leopardo la piglia, e egli la fa dare a’ suoi girfalchi che tiene in muda: e questo fa per suo diletto. Sappiate che ’l Gran Cane ha fatto fare in mezzo di questo prato un palagio di canne, ma è tutto dentro innorato, ed èe lavorato molto sottilmente a bestie e a uccelli innorati: la copertura è di canne vernicate,<sup>nota</sup> e commesse sí bene, che aqua non vi puote entrare. Sappiate che quelle canne sono grosse piú di tre palmi o quattro, e sono lunghe da dieci passi infino in quindici,<sup>nota</sup> e tagliansi al nodo e per lungo, e sono fatte come tegoli, sí che si può bene coprire la casa. E hallo fatto fare sì ordinatamente ch’egli il fa disfare qualunque otta egli vuole, e fallo sostenere a piú di dugento corde di seta. E sappiate che tre mesi dell’anno istae in questo palagio lo Gran Cane, cioè giugno e luglio ed agosto, e questo fa perchè v’ha caldo. E questi tre mesi istá fatto questo palagio, gli altri mesi dell’anno istá disfatto e riposto, e puollo fare e disfare a suo volere. E quando e’ viene a’ ventotto dì di agosto, lo Gran Cane si parte di questo palagio, e dirovvi la cagione. Egli è vero ch’egli hae una generazione di cavagli bianchi e di giumente bianche come neve, senza niuno altro colore; e sono in quantitá di bene diecimilia giumente; e lo latte di queste giumente bianche non può bere ninna persona, se non di schiatta imperiale. Bene un’altra generazione di genti<sup>nota</sup> chiamata [Buat o] Oriat (Horiad), che ne possono bere per grazia di Cinghi lo Gran Cane, che ’l concedette loro per una battaglia che vinsero con lui. E<sup>nota</sup> quando queste bestie vanno pascendo, egli è fatto loro tanto onore, che non n’è si gran barone che passasse per queste bestie, per non iscioperarle del pascere, che non si cansi. E gli stronomi e gl’idoli hanno detto al Gran Cane che di questo latte si |