Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/404: differenze tra le versioni

 
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marittime, sì nella grossezza come nella levigatura. E così questi due scrittori studiansi di spiegare questo fenomeno: ma non mi pare<ref>''Non mi pare''. Cosi correggono gli Ed. franc. Il testo dice invece ''mi pare'', πιθανὸς μὲν. Il Coray per togliere la contraddizione di questo periodo vorrebbe espungere la negazione che viene appresso οὐ καθ᾽ ἑαυτοὺς.</ref> credibile il ragionamento nè dell’uno nè dell’altro; perocchè que’ ciottoli cosi radunati non poterono nè raccogliersi da sè stessi in un medesimo luogo, nè formarsi d’acqua agghiacciata; ma bensì dovettero nascere da pietre più graudi, dalle quali staccaronsi di mano in mano che quelle si vennero rompendo. Ma Eschilo, o che vedesse la difficoltà di spiegare questo fenomeno, o che da altri gli fosse così raccontata la cosa, ne fece una favola: perocchè presso lui Prometeo indicando ad Ercole la strada che dal Caucaso guida alle Esperidi, così dice: «Verrai all’imperterrita gente de’ Liguri, dove sebbene tu sia valoroso ti troverai in grave difficoltà, perchè è destino che ti vengano meno le frecce; nè ti verrà fatto di raccogliere alcun sasso dal suolo, il quale è tutto un pantano. Ma Giove poi vedendoti in quell’affanno avrà di te compassione; stenderà nel cielo una nube che piena di pietre rotonde adombrerà la terra: e tu armato di quelle pietre potrai facilmente domare la schiatta dei Liguri.» Ma (dice qui Posidonio) non sarebbe stato miglior consiglio far sì che quelle pietre rovinassero sopra i Liguri stessi e li seppellissero tutti, anzichè fare che Ercole fosse ridotto ad averne tanto
marittime, sì nella grossezza come nella levigatura, E
così questi due scrittori studiansi di spiegare questo fe-
nomeno: ma non mi pare (i) credibile il ragionamento
nè dell’uno nè dell’altro; perocehè que’ ciottoli cosi ra-
dunati non poterono nè raccogliersi da sè_ stessi in un
medesimo luogo, nè formarsi d’acqua agghiacciata', ma
bensì dovettero nascere da pietre più graudi, dalle quali
staccaronsi di mano in mano che quelle si vennero rom-
pendo. Ma Eschilo , o che vedesse la difficoltà di spie-
gare questo fenomeno , o che da altri gli fosse cosî rac-
conlata Ia cosa, ne fece una favola: pérocchè presso lui
Prometeo indicando ad Ercole la strada che dal Cau-
caso guida alle Esperidi, così dice: u Verrai all’imper-
n territa gente de’ Liguri, dove sebbene tu sia valoroso
n ti troverai in grave difficoltà, perché è destino che ti
n -vengano meno le frecce; nè ti verrà fatto di racco-
n gliere alcun sasso dal suolo, il quale è tutto un pan-
n tano. Ma Giove poi vedendoti in qnell’ affanno avrà
n di te compassione; stenderà nel cielo una nube che
n piena di pietre rotonde adombrerà la terra: e tu ar-
n mato di quelle pietre potrai facilmente domare la
n schiatta dei Liguri. u Ma (dice qui Posidonio) non
sarebbe stato miglior consiglio far si che quelle pietre
rovinassero sopra i Liguri stessi e li seppellissero tutti,

anziché fare che Ercole fosse ridotto ad averne tanto
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(I) Non mi pare. Cosi correggono gli Ed. frane. Il testo dice
invece mi pare, n.903: p‘u. Il Coray per togliere h contrad-
dizione di questo periodo vorrebbe espungere la negazione che
viene appresso 05 n.5: i-rrìr.

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