Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/385: differenze tra le versioni
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{{Pt|nozio|equinozio}} d’inverno: che quindi s’accresca sempre fino al solstizio pure d’inverno, poi diminuisca fino all’equinozio di primavera, per aumentare di nuovo fino al solstizio d’estate. Ma succedendo<ref>In tutto questo periodo la lezione del testo è dubbia e non senza qualche errore evidente, e in generale le ultime pagine di questo libro avrebbero forse bisogno di molte emendazioni.</ref> queste mutazioni del mare ogni giorno ed ogni notte, giacchè in questo spazio di tempo il mare due volte trabocca e due volte si raccoglie di nuovo dentro il suo letto, e questo ordinatamente ogni giorno e ogni notte; come possono poi credere che il decrescimento del pozzo non accada cosi spesso come il suo accrescimento durante il riflusso, o che se accade uno stesso numero di volte, non sia per altro nella medesima proporzione? Forse che i Gaditani non erano capaci di osservare i fenomeni di ciascun giorno, sebbene avessero conosciute le rivoluzioni annuali da un fatto che si rinnova appena una volta ogni anno? Che Posidonio abbia prestato fede ai Gaditani è manifesto dalle congetture che ei fa sulle cagioni degli altri accrescimenti e decrescimenti soliti ad accadere fra un solstizio e l’altro, e sui loro periodici ritorni. Ma non è poi naturale che essendo quel popolo abituato all’osservazione, non abbia vedute le cose che succedono realmente, ed abbia invece creduto a quelle che non succedono. Dice pertanto Posidonio che un certo Seleuco del mar rosso affermava essere il flusso e riflusso marino talvolta regolare e talvolta no, secondo i diversi segni del zodiaco nei quali la luna si trova: perocchè quando essa è nei segni equinoziali i predetti {{Pt|feno-|}} |
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ogni giorno ed ogni notte, giacché in questo spazio di |
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tempo il mare due volte trabocca e dne volte si raccoglie |
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manifesto dalle congetture che ei fa sulle cagioni degli |
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