Pagina:Notizie storiche dell'antica chiesa di San Pier Forelli in Prato.djvu/33: differenze tra le versioni

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esse et stare obediens et reverenter, omnibus diebus iuridicis et boæ consuetudinis.<ref>All’Archivio generale de’ Contratti di Firenze non sono che alcuni rogiti del notaro Iacopo di ser Landò Landi, dal 1404 al 1407. Il primo dei due testamenti del Cambioni si trova in copia nell’archivio della Curia vescovile di Prato; e l’originale del secondo stava, a tempo del Casotti, fra le pergamene (cassetta VI, n° 851) raccolte dal senatore Strozzi, oggi presso il cavalier commendatore Tommaso Uguccioni Gherardi. N’è copia, fatta dallo stesso Casotti, negli ''Atti e documenti di visita del 1721'' nel citalo archivio della Curia. Quivi si legge questo ricordo dello stesso notaro Landi: «Decessit dictus dominus Philippus testator in {{Sc|mccccxviiii}}, indictione decimasecunda, et die decimaquinta mensis augusti.»</ref>»
esse et stare obediens et reverenter, omnibus diebus iuridicis et bonæ consuetudinis.<ref>All’Archivio generale de’ Contratti di Firenze non sono che alcuni rogiti del notaro Iacopo di ser Lando Landi, dal 1404 al 1407. Il primo dei due testamenti del Cambioni si trova in copia nell’archivio della Curia vescovile di Prato; e l’originale del secondo stava, a tempo del {{AutoreCitato|Giovambattista Casotti|Casotti}}, fra le pergamene (cassetta VI, n° 851) raccolte dal senatore Strozzi, oggi presso il cavalier commendatore Tommaso Uguccioni Gherardi. N’è copia, fatta dallo stesso Casotti, negli ''Atti e documenti di visita del 1721'' nel citato archivio della Curia. Quivi si legge questo ricordo dello stesso notaro Landi: «Decessit dictus dominus Philippus testator in {{Sc|mccccxviiii}}, indictione decimasecunda, et die decimaquinta mensis augusti.»</ref>»


Rimase per vari anni questa uffiziatura nei Cambioni, trovandosene in possesso, nello stesso secolo decimoquinto, Niccolò del fu Francesco, ricordato nel testamento del fondatore; e poi Leonardo d’Andrea parroco a Pizzidimonte, e Cambione di Bartolo. Lo tenne un Matteo Montucci, rettore della chiesa di San Giorgio; ma ignoro in qual tempo: e nelle varie vicende a cui andò soggetto il patronato, ne fu investito Tommaso Borghini, che cessò di vivere il 10 febbraio del 1681. Antonio Buonamici, vicario del vescovo, e nella storia letteraria pratese non oscuro nome, lo tenne da quell’anno sino al primo di febbraio dell’89, come economo; nel qual giorno ne prendeva la investitura il canonico Raffaello Casini. Questo rettore tolse nel 1691 dall’altare di san Luca la pittura postavi, come fu detto, dal Pagni; e una tavola vi collocò con la Santa titolare del benefìzio, dipinta da antico pennello. Ne fu poscia rettore un Giuseppe Borghini, maestro dei chierici della cattedrale; e dal 1719 al 31 ottobre 1777, Giuseppe di ser Bastiano Ambrogi; il quale, avendo avuta notizia del secondo testamento del fondatore, domandò al vescovo Colombino Bassi la revoca di un decreto che obbligava alla messa quotidiana: e così nella visita del 1721 l’obbligo delle messe fu ridotto a sole quattro per settimana. Ai 30 ottobre dell’anno 1778 fu investito del benefìzio Luigi d’Antonio Casini. Era questi un sacerdote di singolare ingegno e dottrina: educato alle scuole dei Gesuiti, laureato a
Rimase per vari anni questa uffiziatura nei Cambioni, trovandosene in possesso, nello stesso secolo decimoquinto, Niccolò del fu Francesco, ricordato nel testamento del fondatore; e poi Leonardo d’Andrea parroco a Pizzidimonte, e Cambione di Bartolo. Lo tenne un Matteo Montucci, rettore della chiesa di San Giorgio; ma ignoro in qual tempo: e nelle varie vicende a cui andò soggetto il patronato, ne fu investito Tommaso Borghini, che cessò di vivere il 10 febbraio del 1681. Antonio Buonamici, vicario del vescovo, e nella storia letteraria pratese non oscuro nome, lo tenne da quell’anno sino al primo di febbraio dell’89, come economo; nel qual giorno ne prendeva la investitura il canonico Raffaello Casini. Questo rettore tolse nel 1691 dall’altare di san Luca la pittura postavi, come fu detto, dal Pagni; e una tavola vi collocò con la Santa titolare del benefìzio, dipinta da antico pennello. Ne fu poscia rettore un Giuseppe Borghini, maestro dei chierici della cattedrale; e dal 1719 al 31 ottobre 1777, Giuseppe di ser Bastiano Ambrogi; il quale, avendo avuta notizia del secondo testamento del fondatore, domandò al vescovo {{Wl|Q15275567|Colombino Bassi}} la revoca di un decreto che obbligava alla messa quotidiana: e così nella visita del 1721 l’obbligo delle messe fu ridotto a sole quattro per settimana. Ai 30 ottobre dell’anno 1778 fu investito del benefizio Luigi d’Antonio Casini. Era questi un sacerdote di singolare ingegno e dottrina: educato alle scuole dei Gesuiti, laureato a
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