Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/335: differenze tra le versioni

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le favolose invenzioni. Così per avere saputo che i Cimmerii abitavano in luoghi settentrionali ed oscuri vicino al Bosforo, li collocò vicini all’inferno. Ma forse ciò fece anche per quell’odio che gl’Ionii portano comunemente a questa nazione; perocché nei tempi di quel poeta o poco prima fecero i Cimmerii una scorreria fino all’Eolia ed all’Ionia. Finse del pari le isole ''Plancte''<ref>Cioè ''Isole erranti''.</ref> pigliandone l’idea dagli scogli Cianei, come colui che si studiò sempre di trarre dal vero le sue favolose invenzioni. Perocchè immaginò certi scogli pericolosi come si affermava che fossero i Cianei, detti per questo anche ''Simplegadi''<ref>Cioè ''Urtantisi fra loro''.</ref>, e poi v’aggiunse anche il racconto di Giasone che vi passò navigando nel mezzo. E lo stretto delle Colonne e quello della Sicilia gli suggerirono la favola degli scogli erranti. Pertanto, a interpretar male {{AutoreCitato|Omero|Omero}}, potrebbe dirsi che nella invenzione del Tartaro è da lui fatta menzione di Tartesso: a interpretarlo poi bene, ciò potrebbe congetturarsi da questi altri argomenti. Perocchè le spedizioni di Ercole e dei Fenicj fino a quel paese gli fecero conoscere la ricchezza e la dappocaggine degli abitanti, i quali si lasciarono superar dai Fenici per modo che la maggior parte delle città nella Turditania e ne’ luoghi circonvicini sono ora abitate da questi. E parmi eziandio che la spedizione di Ulisse in que’ luoghi, raccontata da lui, gli abbia dato motivo di trasportare l’{{TestoCitato|Odissea}}, come anche
le favolose invenzioni. Così per avere saputo che i Cimmerii abitavano in luoghi settentrionali ed oscuri vicino al Bosforo, li collocò vicini all’inferno. Ma forse ciò fece anche per quell’odio che gl’Ionii portano comunemente a questa nazione; perocché nei tempi di quel poeta o poco prima fecero i Cimmerii una scorreria fino all’Eolia ed all’Ionia. Finse del pari le isole ''Plancte''<ref>Cioè ''Isole erranti''.</ref> pigliandone l’idea dagli scogli Cianei, come colui che si studiò sempre di trarre dal vero le sue favolose invenzioni. Perocchè immaginò certi scogli pericolosi come si affermava che fossero i Cianei, detti per questo anche ''Simplegadi''<ref>Cioè ''Urtantisi fra loro''.</ref>, e poi v’aggiunse anche il racconto di Giasone che vi passò navigando nel mezzo. E lo stretto delle Colonne e quello della Sicilia gli suggerirono la favola degli scogli erranti. Pertanto, a interpretar male {{AutoreCitato|Omero|Omero}}, potrebbe dirsi che nella invenzione del Tartaro è da lui fatta menzione di Tartesso: a interpretarlo poi bene, ciò potrebbe congetturarsi da questi altri argomenti. Perocchè le spedizioni di Ercole e dei Fenici fino a quel paese gli fecero conoscere la ricchezza e la dappocaggine degli abitanti, i quali si lasciarono superar dai Fenici per modo che la maggior parte delle città nella Turditania e ne’ luoghi circonvicini sono ora abitate da questi. E parmi eziandio che la spedizione di Ulisse in que’ luoghi, raccontata da lui, gli abbia dato motivo di trasportare l’{{TestoCitato|Odissea}}, come anche