Pagina:Tozzi - Giovani, Treves, 1920.djvu/223: differenze tra le versioni

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— Lo dice a me? Io ho creduto che lei non fosse contento di come l’ho sempre trattato.
— Lo dice a me? Io ho creduto che lei non fosse contento di come l’ho sempre trattato.


— Le ripeto che io non ne so mente. E il mio stipendio?
— Le ripeto che io non ne so niente. E il mio stipendio?


— Ella prenderà sempre lo stesso; ma anche il Papagli avrà uno stipendio eguale al suo; e, naturalmente, presto godrà di tutti i vantaggi che spettavano a lei, se avesse voluto restare qui.
— Ella prenderà sempre lo stesso; ma anche il Papagli avrà uno stipendio eguale al suo; e, naturalmente, presto godrà di tutti i vantaggi che spettavano a lei, se avesse voluto restare qui.
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— Si calmi! Si calmi! Vada a trovare il Papagli.
— Si calmi! Si calmi! Vada a trovare il Papagli.


Io lasciai sul tavolino le carte che avrei dovuto por lare con me, e andai a, trovare il Papagli. Aprii la sua porta senza nemmeno chiedere il permesso; ed entrai. Egli non c’era e tutte le carte erano al posto, come se egli non fosse venuto in ufficio. Chiesi a un usciere se lo avesse visto, ma egli mi disse che non se ne ricordava. Andai a chiedere lo stesso dagli impiegati delle stanze accanto a quella dei Papagli, e tutti mi risposero che non ne {{Pt|sape-|}}
Io lasciai sul tavolino le carte che avrei dovuto portare con me, e andai a trovare il Papagli. Aprii la sua porta senza nemmeno chiedere il permesso; ed entrai. Egli non c’era e tutte le carte erano al posto, come se egli non fosse venuto in ufficio. Chiesi a un usciere se lo avesse visto, ma egli mi disse che non se ne ricordava. Andai a chiedere lo stesso dagli impiegati delle stanze accanto a quella del Papagli, e tutti mi risposero che non ne {{Pt|sape-|}}