Pagina:Jeans - L'Universo Misterioso, 1932.djvu/59: differenze tra le versioni

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in uno «spettro» simile all’arcobaleno — rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto. Se la luce consiste di onde come le onde del mare, si può dimostrare che tutta la luce solare analizzata dovrebbe trovarsi all’estremo violetto dello spettro. E non solamente questo; ma l’estremo violetto ha un’illimitata capacità di assorbire energia, e poichè esso l’ha sempre molto accentuata, tutta l’energia dell’universo dovrebbe rapidamente trasformarsi in radiazione violetta, o ultravioletta propagantesi nello spazio.
in uno «spettro» simile all’arcobaleno — rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto. Se la luce consiste di onde come le onde del mare, si può dimostrare che tutta la luce solare analizzata dovrebbe trovarsi all’estremo violetto dello spettro. E non solamente questo; ma l’estremo violetto ha un’illimitata capacità di assorbire energia, e poichè esso l’ha sempre molto accentuata, tutta l’energia dell’universo dovrebbe rapidamente trasformarsi in radiazione violetta, o ultravioletta propagantesi nello spazio.


La «teoria dei quanti» nacque dagli sforzi di liberare la teoria delle onde da queste difficoltà. Essa ha avuto successo pieno. È stato mostrato che Newton non si era completamente sbagliato, riguardando la luce come corpuscolare, perchè si è provato che un fascio di luce può essere riguardato come composto di unità distinte, chiamate «quanti di luce» o «fotoni» con la stessa precisione, con cui la pioggia può considerarsi composta di gocciole d’acqua, una pioggia di pallottole di pezzi separati di piombo, un gas di molecole separate.
La «teoria dei quanti» nacque dagli sforzi di liberare la teoria delle onde da queste difficoltà. Essa ha avuto successo pieno. È stato mostrato che {{AutoreCitato|Isaac Newton|Newton}} non si era completamente sbagliato, riguardando la luce come corpuscolare, perchè si è provato che un fascio di luce può essere riguardato come composto di unità distinte, chiamate «quanti di luce» o «{{WI|Q3198|fotoni}}» con la stessa precisione, con cui la pioggia può considerarsi composta di gocciole d’acqua, una pioggia di pallottole di pezzi separati di piombo, un gas di molecole separate.


Nello stesso tempo la luce non deve perdere il suo carattere ondulatorio. Ciascuna piccola particella di luce ha una quantità definita, della natura d’una lunghezza, associata con lei. Noi la chiamiamo «lunghezza d’onda», perchè se la luce in questione passa attraverso un prisma, si comporta precisamente come farebbe un’onda della sua particolare lunghezza. La
Nello stesso tempo la luce non deve perdere il suo carattere ondulatorio. Ciascuna piccola particella di luce ha una quantità definita, della natura d’una lunghezza, associata con lei. Noi la chiamiamo «{{WI|Q41364|lunghezza d’onda}}», perchè se la luce in questione passa attraverso un prisma, si comporta precisamente come farebbe un’onda della sua particolare lunghezza. La