Pagina:Angeli - Roma, parte I - Serie Italia Artistica, Bergamo, 1908.djvu/96: differenze tra le versioni

Luigi62 (discussione | contributi)
Luigi62 (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
 
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 11: Riga 11:
| margin-bottom=2em
| margin-bottom=2em
}}
}}

seguirono Nerva: Traiano ed Adriano. D’origine spagnuola ambedue, amavano il fasto dei grandi edifici e l’apparenza sontuosa delle opere d’arte decorative: di più, buoni governanti e gelosi della dignità imperiale, sentirono il bisogno di arricchire la città con edifici che fossero gloriosi al loro nome. Le opere intraprese da Traiano furono veramente colossali e basterebbe a caratterizzarle quell’insieme di edifici, di colonne di basilica e di templi, che formavano il Foro da lui intitolato. Le ultime ricerche di {{AutoreCitato|Giacomo Boni|Giacomo Boni}}, hanno portato una nuova luce su questo Foro e hanno distrutto per sempre la leggendaria interpretazione dell’epigrafe incisa sul piedistallo nella colonna commemorativa. Secondo questa interpretazione si voleva che l’altezza della colonna stesse a significare l’altezza di un ipotetico monte spianato per innalzarvi il Foro. Ma i filologi si sono messi d’accordo col geniale archeologo e hanno trovato che l’aspro lavoro era stato intrapreso nelle cave di marmo
seguirono Nerva: Traiano ed Adriano. D’origine spagnuola ambedue, amavano il fasto dei grandi edifici e l’apparenza sontuosa delle opere d’arte decorative: di più, buoni governanti e gelosi della dignità imperiale, sentirono il bisogno di arricchire la città con edifici che fossero gloriosi al loro nome. Le opere intraprese da Traiano furono veramente colossali e basterebbe a caratterizzarle quell’insieme di edifici, di colonne di basilica e di templi, che formavano il Foro da lui intitolato. Le ultime ricerche di {{AutoreCitato|Giacomo Boni|Giacomo Boni}}, hanno portato una nuova luce su questo Foro e hanno distrutto per sempre la leggendaria interpretazione dell’epigrafe incisa sul piedistallo nella colonna commemorativa. Secondo questa interpretazione si voleva che l’altezza della colonna stesse a significare l’altezza di un ipotetico monte spianato per innalzarvi il Foro. Ma i filologi si sono messi d’accordo col geniale archeologo e hanno trovato che l’aspro lavoro era stato intrapreso nelle cave di marmo