Pagina:Deledda - Il nostro padrone, Milano, Treves, 1920.djvu/168: differenze tra le versioni
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Il passo risuonò ancora, vicino, a momenti grave e pesante, a momenti lieve e come attutito dal tappeto di foglie secche che copriva il suolo. Predu Maria si alzò a sedere; vide un uomo che percorreva il piccolo sentiero fra le roccie e lo chiamò: |
Il passo risuonò ancora, vicino, a momenti grave e pesante, a momenti lieve e come attutito dal tappeto di foglie secche che copriva il suolo. Predu Maria si alzò a sedere; vide un uomo che percorreva il piccolo sentiero fra le roccie e lo chiamò: |
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— Gerusalè! E che fai da queste parti? |
— Gerusalè! E che fai da queste parti? |
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— Ti |
— Ti aspettavo.... Da ieri.... |
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— Da ieri mi aspetti? E che facevi intanto? Pregavi? |
— Da ieri mi aspetti? E che facevi intanto? Pregavi? |
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— Non hai nulla da dirmi? |
— Non hai nulla da dirmi? — domandò Predu Maria, mentre l’altro gli si sedeva accanto e ridacchiava con disprezzo. |
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— Avrei da dirtene, Gerusalè? Ma non mi degno parlare con un uomo come te. Sei un uomo, tu? |
— Avrei da dirtene, Gerusalè? Ma non mi degno parlare con un uomo come te. Sei un uomo, tu? |
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