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pubblica — e l’orgoglio dell’iscrizione ripetuta sopra ognuna delle faccie indica quale mutamento fosse avvenuto nel primitivo spirito di semplicità. Così a traverso lotte infinite e infinite vittorie un sentimento nuovo si era formato e l’arte aveva acquistato un carattere più originale formato dagli elementi più diversi. Con la conquista{{FI
{{Pt|pubblica|repubblica}} — e l’orgoglio dell’iscrizione ripetuta sopra ognuna delle faccie indica quale mutamento fosse avvenuto nel primitivo spirito di semplicità. Così a traverso lotte infinite e infinite vittorie un sentimento nuovo si era formato e l’arte aveva acquistato un carattere più originale formato dagli elementi più diversi. Con la conquista{{FI
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}} di nuovi popoli si era determinato un nuovo ambiente: l’arte primitiva aveva ceduto alle influenze dei Greci come più tardi avrebbe dovuto accettare ogni suggerimento. E con l’arte la religione. Agli dei latini, dovevano a poco a poco subentrare le divinità dei popoli sottomessi, in una mostruosa e magnifica confusione di riti e di forme. Fra tanti cambiamenti e fra tante trasformazioni rimane ancora come un simbolo di purezza primitiva il piccolo altare arcaico di travertino, che s’innalzava ai piedi del Palatino come un’ultima offerta votiva allo spirito italico di Roma. Questo altare fu eretto al Dio Ignoto, e una ingenua iscrizione arcaizzante ci avverte di questa sua consacrazione. ''Sei Deo sei deive Sacrum'' — dice l’iscrizione — e in mezzo ai ruderi della Roma fastosa dei Cesari, dinnanzi alle portentose costruzioni di Caracalla e di Settimio Severo, rimane come un ultimo ammonimento della purezza e della pietà primitiva!
}} di nuovi popoli si era determinato un nuovo ambiente: l’arte primitiva aveva ceduto alle influenze dei Greci come più tardi avrebbe dovuto accettare ogni suggerimento. E con l’arte la religione. Agli dei latini, dovevano a poco a poco subentrare le divinità dei popoli sottomessi, in una mostruosa e magnifica confusione di riti e di forme. Fra tanti cambiamenti e fra tante trasformazioni rimane ancora come un simbolo di purezza primitiva il piccolo altare arcaico di travertino, che s’innalzava ai piedi del Palatino come un’ultima offerta votiva allo spirito italico di Roma. Questo altare fu eretto al Dio Ignoto, e una ingenua iscrizione arcaizzante ci avverte di questa sua consacrazione. ''Sei Deo sei deive Sacrum'' — dice l’iscrizione — e in mezzo ai ruderi della Roma fastosa dei Cesari, dinnanzi alle portentose costruzioni di Caracalla e di Settimio Severo, rimane come un ultimo ammonimento della purezza e della pietà primitiva!