Pagina:Angeli - Roma, parte I - Serie Italia Artistica, Bergamo, 1908.djvu/143: differenze tra le versioni

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L’anno 367 dell’Era volgare — 54 anni dopo, cioè, dal giorno in cui Costantino il grande aveva riconosciuto a Milano la religione cristiana come religione ufficiale — un Vezio Agorio Pretestato, prefetto della città, edificava sotto le falde del Campidoglio un tempio ai dodici Dei protettori di Roma (''Dii consentes''). L’edificio rimane ancora, fra le rovine del Foro, con le sue magre colonne e la sua struttura meschina, pietosa reliquia di una fede moribonda, ultimo appello disperato di un innamorato di Roma alla negletta religione dei padri. E fra gli edifici sontuosi del Foro Romano, quel piccolo portico tutto bianco parla alla nostra vecchia anima latina come l’eco affievolita di una grandezza che sta per finire. Vezio Pretestato si alza come uno spettro sulle rovine dell’arte antica. Oramai dovremo ricercare nelle basiliche e nelle chiese gli albori di quella vita nuova che doveva recare al mondo una luce di inestinguibile bellezza.
L’anno 367 dell’Era volgare — 54 anni dopo, cioè, dal giorno in cui Costantino il grande aveva riconosciuto a Milano la religione cristiana come religione ufficiale — un Vezio Agorio Pretestato, prefetto della città, edificava sotto le falde del Campidoglio un tempio ai dodici Dei protettori di Roma (''Dii consentes''). L’edificio rimane ancora, fra le rovine del Foro, con le sue magre colonne e la sua struttura meschina, pietosa reliquia di una fede moribonda, ultimo appello disperato di un innamorato di Roma alla negletta religione dei padri. E fra gli edifici sontuosi del Foro Romano, quel piccolo portico tutto bianco parla alla nostra vecchia anima latina come l’eco affievolita di una grandezza che sta per finire. Vezio Pretestato si alza come uno spettro sulle rovine dell’arte antica. Oramai dovremo ricercare nelle basiliche e nelle chiese gli albori di quella vita nuova che doveva recare al mondo una luce di inestinguibile bellezza.
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MONETA DELL’IMPERATORE TITO.
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