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APOLLO MUSAGETE — MUSEO VATICANO(Fot.
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Alìnari).
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che s’innalzava ai piedi del Palatino come un’ultima offerta votiva allo spirito italico di Roma. Questo altare fu eretto al Dio Ignoto, e una ingenua iscrizione arcaizzante ci avverte di questa sua consacrazione. ''Sei Deo sei deive Sacrum'' — dice l’iscrizione — e in mezzo ai ruderi della Roma fastosa dei Cesari, dinnanzi alle portentose costruzioni di Caracalla e di Settimio Severo, rimane come un ultimo ammonimento della purezza e della pietà primitiva!
che s’innalzava ai piedi del Palatino come un’ultima offerta votiva allo spirito italico di Roma. Questo altare fu eretto al Dio Ignoto, e una ingenua iscrizione arcaizzante ci avverte di questa sua consacrazione. ''Sei Deo sei deive Sacrum'' — dice l’iscrizione — e in mezzo ai ruderi della Roma fastosa dei Cesari, dinnanzi alle portentose costruzioni di Caracalla e di Settimio Severo, rimane come un ultimo ammonimento della purezza e della pietà primitiva!


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III
Il periodo che segna la trasformazione del governo repubblicano in potestà imperiale è certo dei più gloriosi per la storia dell’arte romana. Quando Giulio Cesare cominciò il suo grande lavoro di riorganizzazione, si trovava ad avere un popolo mirabilmente preparato ad ogni suo tentativo e oramai pronto a seguirlo nella nuova via. Come tutti i fondatori d’imperi egli aveva la visione di una grande metropoli, ricca di edifici meravigliosi, degna veramente di essere la sede e la reggia delle grandezze cui la preparava. Inoltre, uomo raffinato e spirito letterario, educato alle grazie greche e alla squisitezza dell’arte ellenica, egli non poteva tollerare la miserabile città repubblicana, le cui strade disordinate e i cui edifici rozzissimi non
Il periodo che segna la trasformazione del governo repubblicano in potestà imperiale è certo dei più gloriosi per la storia dell’arte romana. Quando Giulio Cesare cominciò il suo grande lavoro di riorganizzazione, si trovava ad avere un popolo mirabilmente preparato ad ogni suo tentativo e oramai pronto a seguirlo nella nuova via. Come tutti i fondatori d’imperi egli aveva la visione di una grande metropoli, ricca di edifici meravigliosi, degna veramente di essere la sede e la reggia delle grandezze cui la preparava. Inoltre, uomo raffinato e spirito letterario, educato alle grazie greche e alla squisitezza dell’arte ellenica, egli non poteva tollerare la miserabile città repubblicana, le cui strade disordinate e i cui edifici rozzissimi non
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