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}} sontuoso di marmi e di fontane, si stava svolgendo la tragedia del mondo!
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Ma l’attività di Domiziano non si limitò agli edifici del Palatino. Nel Foro Romano si fece erigere una statua equestre che fu la più grande di quante allora ne erano state viste (''equus Domitiani'') e di cui Giacomo Boni ha ritrovato la base e compì il Tempio di Vespasiano ai piedi del Campidoglio, tempio di cui rimangono ancora tre colonne eleganti e una parte della cella. A canto al Colosseo costruì la fontana monumentale che fu detta ''Meta Sudans'', probabilmente dalla sua forma conica simile alla metae del Circo. Nel Campo Marzio riedificò il Tempio d’Iside e Serapide distrutto dal grande incendio di Tito e in cui si conservavano obelischi, sfingi e le altre divinità egiziane. Finalmente riunì il Foro Romano e il Foro d’Augusto un terzo Foro che fu detto Transitorio. Ma questo suo ultimo lavoro non potè compire: il procuratore Stefano, il liberto Massimo e il primo cameriere Saturio s’incaricarono di avverare le profezie dei sacerdoti caldei che a Domiziano ancora giovine avevano predetto una morte violenta. Fu l’imperatore Nerva che nel suo brevissimo regno di due anni condusse a termine V impresa. Nel centro del nuovo Foro egli edificò un tempio a Minerva che fu inaugurato l’anno 98 di Cristo e i cui avanzi dimostrano quale ne doveva essere l’eleganza primitiva. Questo tempie rimase intatto fino al secolo XVII e fu Paolo V, Borghese, che lo demolì quasi totalmente per adoperarne i materiali nella costruzione della sua cappella a S. Maria Maggiore.
Ma l’attività di Domiziano non si limitò agli edifici del Palatino. Nel Foro Romano si fece erigere una statua equestre che fu la più grande di quante allora ne erano state viste (''equus Domitiani'') e di cui Giacomo Boni ha ritrovato la base e compì il Tempio di Vespasiano ai piedi del Campidoglio, tempio di cui rimangono ancora tre colonne eleganti e una parte della cella. A canto al Colosseo costruì la fontana monumentale che fu detta ''Meta Sudans'', probabilmente dalla sua forma conica simile alla metae del Circo. Nel Campo Marzio riedificò il Tempio d’Iside e Serapide distrutto dal grande incendio di Tito e in cui si conservavano obelischi, sfingi e le altre divinità egiziane. Finalmente riunì il Foro Romano e il Foro d’Augusto un terzo Foro che fu detto Transitorio. Ma questo suo ultimo lavoro non potè compire: il procuratore Stefano, il liberto Massimo e il primo cameriere Saturio s’incaricarono di avverare le profezie dei sacerdoti caldei che a Domiziano ancora giovine avevano predetto una morte violenta. Fu l’imperatore Nerva che nel suo brevissimo regno di due anni condusse a termine V impresa. Nel centro del nuovo Foro egli edificò un tempio a Minerva che fu inaugurato l’anno 98 di Cristo e i cui avanzi dimostrano quale ne doveva essere l’eleganza primitiva. Questo tempie rimase intatto fino al secolo XVII e fu {{AutoreCitato|Papa Paolo V|Paolo V}}, Borghese, che lo demolì quasi totalmente per adoperarne i materiali nella costruzione della sua cappella a S. Maria Maggiore.