Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/381: differenze tra le versioni

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Il favore che mi vien da V. S. Illustrissima e Reverendissima nel ricercarmi che io voglia porgergli disteso in carta quello che dieci giorni fa gli spiegai in voce, è di gran lunga superiore al merito mio ed alla leggerezza de’ miei discorsi: nè porgendomisi altro modo di contracambiarlo, almeno in parte, se non con una subita obbedienza, eccomi apparecchiato a servirla ed obbedirla conforme al suo comandamento; cioè in quella più concisa e ristretta maniera che abbracciar si possa problema sì mirabile, qual è l’investigazione della vera cagione del flusso e reflusso del mare, tanto anco più recondita e difficile, quanto manifestamente veggiamo, tutto quello che sin qui è stato scritto da gravi, autori esser molto lontano dal quietar la mente di quelli che desiderano d’internarsi nelle contemplazioni della natura oltr’alla scorza: la qual quiete allora solamente si conseguisce, quando la ragione prodotta per causa vera dell’effetto, facile ed apertamente satisfà a tutti i particolari sintomi ed accidenti che intorno ad esso effetto partitamente si scorgono. La qual cosa poi che non ci vien porta, come nei privati discorsi vedemmo, dalle ragioni addotte sin qui da gli altri scrittori di tal quistione, però come inefficaci le lascierò, sendo V. S. Illustrissima e Reverendissima pienamente{{Vp|
Il favore che mi vien da V. S. Illustrissima e Reverendissima nel ricercarmi che io voglia porgergli disteso in carta quello che dieci giorni fa gli spiegai in voce, è di gran lunga superiore al merito mio ed alla leggerezza de’ miei discorsi: nè porgendomisi altro modo di contracambiarlo, almeno in parte, se non con una subita obbedienza, eccomi apparecchiato a servirla ed obbedirla conforme al suo comandamento; cioè in quella più concisa e ristretta maniera che abbracciar si possa problema sì mirabile, qual è l’investigazione della vera cagione del flusso e reflusso del mare, tanto anco più recondita e difficile, quanto manifestamente veggiamo, tutto quello che sin qui è stato scritto da gravi, autori esser molto lontano dal quietar la mente di quelli che desiderano d’internarsi nelle contemplazioni della natura oltr’alla scorza: la qual quiete allora solamente si conseguisce, quando la ragione prodotta per causa vera dell’effetto, facile ed apertamente satisfà a tutti i particolari sintomi ed accidenti che intorno ad esso effetto partitamente si scorgono. La qual cosa poi che non ci vien porta, come nei privati discorsi vedemmo, dalle ragioni addotte sin qui da gli altri scrittori di tal quistione, però come inefficaci le lascierò, sendo V. S. Illustrissima e Reverendissima pienamente{{Vp|


{{Type|f=.9em|4. ''che mi vien fatto da'', G, P<sup>2</sup> — 7. ''porgendomisi occasione di'', G, P<sup>2</sup> — 10. ''con quella più succinta e ristretta maniera'', T; ''in quella più concisa maniera'', R, Am., Ta. — 14. ''gravi scrittori'', G, T — 15. ''nella contemplazione'', Z — 17. ''per causa dell’'', R, Am., Ta. — 19. ''effetto particolarmente si'', Z, P<sup>1</sup> — 22. ''le lasceremo'', Z, P<sup>1</sup — }}}}
{{Type|f=.9em|4. ''che mi vien fatto da'', G, P<sup>2</sup> — 7. ''porgendomisi occasione di'', G, P<sup>2</sup> — 10. ''con quella più succinta e ristretta maniera'', T; ''in quella più concisa maniera'', R, Am., Ta. — 14. ''gravi scrittori'', G, T — 15. ''nella contemplazione'', Z — 17. ''per causa dell’'', R, Am., Ta. — 19. ''effetto particolarmente si'', Z, P<sup>1</sup> — 22. ''le lasceremo'', Z, P<sup>1</sup> — }}}}