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Dei Gaicioì $ |
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ze èauuenuto, almeno ne rimanga quello mio libretto co |
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me vn picciolo monimentoà coloro, che dopo noi verran. |
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{{Pt|ze|ſcienze}} è auuenuto, almeno ne rimanga queſto mio libretto come vn picciolo monimento à coloro, che dopo noi verranno, ſe però il libro aurà tanta vita. Dico adunque che gli antichi ſoleuano accendere alla virtù non pure con la ſeuerità delle leggi, e con gli ammaeſtramenti della Filoſofia: ma con la Poeſia, con la Muſica, e con diuerſe arti piaceuoli, e giuochi allegri, intra i quali quello della Palla dai Lacedemonij ritrouato, e di cui Timocrate Lacedemonio ſcriſſe alti volumi, era nobiliſsimo: & à queſto ſolo pone {{Ac|Omero|Omero}} hauere quegli Heroi giuocato; in queſto hebbero fama, e grido Demotele fratello di Theognide il Sauio, & vn Chereſane, & vn Ctesbio, Filoſofo. E gli Attenieſi fecero lor cittadino Ariſtonico Cariſtio, e rizzatogli vna ſtatua per la ſua eccellenza in queſto giuoco, il quale truouò eſſere ſtato da Greci, detto Feninda. |
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no,fe però il libro aura tanta vita. Dico adunque che gli |
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antichi foleuanaaccenderealla virtù non pure con la feue-’ |
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{{Centrato|''Eſercita il Feninda con Fenesteo.''}} |
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rità delle leggi, econ gli ammaeftramenti della Filofofia: |
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ma con laPoefia, con la Mufica, e con diuerfe arti piaceuoli, |
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E biſognaua, che il medeſimo foſſe, ò molto ſomigliante al noſtro calcio per le parole di {{Ac|Antifane|Antifane}} Poeta. |
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e giuochi allegri, intrai quali quello della Palla dai Lacedemoni; |
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ritrouato,e di cuiTimocrate Lacedemonio fcrif Origine |
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{{Centrato|''Preſe la Palla, e fuggio ratto, e dielle''}} |
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fe alti volumi,eranobiiilsimo:&àqueflololoponeOme tmtica |
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{{Centrato|''E le Voci n'andai liete alle Stelle.''}} |
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ro hauere quegliHeroigiuocato; in quello hebbero fama,. Ca ~ |
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e grido Demotele Iratello di Theognideil Sauio, & vn Cl0 ‘ |
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& vn'altro. |
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Cherefane, & vn Ctesbio, Filofofo. E gli Atteniefi fece* |
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ro Ior cittadino Aniionico Cari dio, e rizzatogli vna ftatua |
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per la fua eccellenza in quello giuoco, ilquale truouò elle |
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{{Centrato|''Facea leuar vn lieto altißimo ohoh.''}} |
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re flato da Greci, detto Feninda,» Efèrcita il Fenìndacon FenefleoE |
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bifognaua, che il medelìmo folTe, ò molto lomigliante |
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Appreſſo de Romani ſi puo credere, che fuſsi in vſo il proprio calcio Fiorentino; poiche {{Ac|Giulio Polluce|Giulio Polluce}} nella propria forma lo deſcriue in vno de'ſuoi libri indritto à {{Wl|Q1434|Commodo}} Imperadore,e lo chiama {{Wl|Q3565742|Epyſciro}}; coſi dicendo. Il giuoco Epyſciro ſi giuoca da vna moltitudine di giouani i quali fatta nel mezo d'vna piazza vna linea chiamata Scyro, |
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al nollro calcio perle parole di An tifane Poeta. |
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w Prefe la Pallate fumo ratto, e chellc-J» E le ~Voci ri.andai liete alle Stelle..j • |
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{{smaller|[versione critica]}} |
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v Facea leuar *Vw lieto alti fimo ohob. |
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Apprelìo deRomani fi può credere, chefufsi in vlo il prò Calcio |
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prio calcio Fiorentino; poiché Giulio Polluce nella prò- “pprejfo |
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{{Pt|ze|scienze}} è avvenuto, almeno ne rimanga questo mio libretto come un picciolo monimento à coloro, che dopo noi verranno, se però il libro avrà tanta vita. Dico adunque che gli antichi soleuano accendere alla virtù non pure con la severità delle leggi, e con gli ammaestramenti della Filosofia: ma con la Poesia, con la Musica, e con diverse arti piacevoli, e giuochi allegri, intra i quali quello della Palla dai Lacedemonij ritrovato, e di cui Timocrate Lacedemonio scrisse alti volumi, era nobilissimo: et à questo solo pone {{Ac|Omero|Omero}} havere quegli Heroi giuocato; in questo hebbero fama, e grido Demotele fratello di Theognide il Savio, et un Cheresane, et un Ctesbio, Filosofo. E gli Atteniesi fecero lor cittadino Aristonico Caristio, e rizzatogli una statua per la sua eccellenza in questo giuoco, il quale truovò essere stato da Greci, detto Feninda. |
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pria forma lo defcriue in vno deTuoi libri indrittoà Gom- * Roma* |
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modolmperadore,elo chiamaEpyfciro; cofidicendo. Il m ’ |
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{{Centrato|''Esercita il Feninda con Fenesteo.''}} |
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giuoco Epyfciro figiuoca da vna moltitudine di giouanii |
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quali fatta nel mezo d’vna piazza vna linea chiamata Scyro, |
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E bisognaua, che il medeſimo fosse, ò molto somigliante al nostro calcio per le parole di {{Ac|Antifane|Antifane}} Poeta. |
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{{Centrato|''Prese la Palla, e fuggio ratto, e dielle''}} |
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{{Centrato|''E le Voci n'andai liete alle Stelle.''}} |
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et un'altro. |
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{{Centrato|''Nel prenderla, ò nel darle il giovin Coo;''}} |
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{{Centrato|''Facea levar un lieto altissimo ohoh.''}} |
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Appresso de Romani si puo credere, che fussi in uso il proprio calcio Fiorentino; poiche {{Ac|Giulio Polluce|Giulio Polluce}} nella propria forma lo descrive in uno de'suoi libri indritto à {{Wl|Q1434|Commodo}} Imperadore,e lo chiama {{Wl|Q3565742|Epysciro}}; cosi dicendo. Il giuoco Epysciro si giuoca da una moltitudine di giovani i quali fatta nel mezo d'una piazza una linea chiamata Scyro, |
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