Pagina:Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu/41: differenze tra le versioni
Stato della pagina | Stato della pagina | ||
- | + | Pagine SAL 75% | |
Intestazione (non inclusa): | Intestazione (non inclusa): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
{{RigaIntestazione||{{Sc|il milione}}|27}} |
|||
Corpo della pagina (da includere): | Corpo della pagina (da includere): | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
<section begin="s1" /> |
|||
IL MILIONE 27 |
|||
secondo di Starti (Curdistan), il terzo Laor (Lor), lo quarto Celstan (Suolstan), lo quinto Istain (Istanit), lo sesto Zerazi (Serazi), Io settimo Suncara (Soncara), l’ottavo Turnocain, ch’è presso all’Albero solo. In questo reame ha molti belli destrieri e di grande valuta, e molti ne vengono a vendere in India. La maggiore parte sono di valuta di libre dugento di tornesi. Ancora v’ha le piú belle asine del mondo, che vale l’una bene trenta marchi d’argento e che bene corrono. E gli uomini di questa contrada menano questi cavalli infino a due cittadi che sono sopra la riva del mare: l’una ha nome Achisi (Chisi) l’altra ha nome Acumasa (Curmosa). Quivi sono gli mercatanti che gli menano in India. Questi sono mala gente: tutti si uccidono tra loro; e se non fosse per paura del signore cioè del Tartero del Levante, tutti gli mercatanti ucciderebbono. Quivi si fanno drappi d’oro e di seta; e quivi hae molta bambagia, e quivi hae abbondanza d’orzo e di miglio e di panico e di tutte biade e di vino e di tutti frutti. Or lasciamo qui, e conterovvi della gran cittá di Iadys (Yasdi) e di tutto suo affare e suoi costumi. |
|||
secondo di Starti (Curdistan), il terzo Laor (Lor), lo quarto Cel- |
|||
⚫ | |||
stan (Suolstan), lo quinto Istain (Istanit), lo sesto Zerazi (Serazi), |
|||
⚫ | |||
Io settimo Suncara (Soncara), l'ottavo Turnocain, eh' è presso |
|||
<section end="s1" /><section begin="s2" />{{Block|c1|XXIV (XXXIV) }} |
|||
all'Albero solo. In questo reame ha molti belli destrieri e di |
|||
⚫ | |||
grande valuta, e molti ne vengono a vendere in India. La mag- |
|||
lasdi è una cittá di Persia molto bella e grande, e di grande e di molte mercatanzie. Quivi si lavora drappi d’oro e di seta, che si chiamano «''iassi''» («''iasdi''»), che si portano per molte<section end="s2" /> |
|||
giore parte sono di valuta di libre dugento di tornesi. An- |
|||
cora v'ha le più belle asine del mondo, che vale l'una bene |
|||
trenta marchi d'argento e che bene corrono. E gli uomini |
|||
di questa contrada menano questi cavalli infino a due cittadi |
|||
che sono sopra la riva del mare: l'una ha nome Achisi (Chisi) |
|||
l'altra ha nome Acumasa (Curmosa). Quivi sono gli merca- |
|||
tanti che gli menano in India. Questi sono mala gente: tutti |
|||
si uccidono tra loro; e se non fosse per paura del signore |
|||
cioè del Tartero del Levante, tutti gli mercatanti uccidereb- |
|||
bono. Quivi si fanno drappi d'oro e di seta; e quivi hae |
|||
molta bambagia, e quivi hae abbondanza d'orzo e di miglio e |
|||
di panico e di tutte biade e di vino e di tutti frutti. Or lasciamo |
|||
qui, e conterovvi della gran città di ladys (Yasdi) e di tutto suo |
|||
affare e suoi costumi. |
|||
⚫ | |||
⚫ | |||
XXIV (XXXIV) |
|||
⚫ | |||
lasdi è una città di Persia molto bella e grande, e di grande |
|||
e di molte mercatanzie. Quivi si lavora drappi d'oro e di seta, |
|||
che si chiamano «tassi» {«zasdi»), che si portano per molte |