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12 | il milione |
terre e non sapeano dire altre novelle delle contrade fuori che
l’ambasciata; egli gli avea il signore per folli, e diceva che piue
amava gli diversi costumi delle terre sapere che sapere quello
per che gli avea mandato. E Marco, sappiendo questo, apparò
bene ogni cosa per sapere ridire al Gran Cane.
XI (XVII)
messer Marco tornò al Gran Cane.
Or torna messer Marco al Gran Cane colla sua ambasciata, e bene seppe ridire quello per che egli era ito, e ancora tutte le maraviglie e le grandi e le nove cose che avea trovate. Sicchè piacque al Gran Cane e a tutti i suoi baroni, e tutti lo commendarono di gran senno e di grande bontá; e dissero, se vivesse, diverrebbe uomo di grandissimo valore. Venuto di questa ambasciata, si ’l chiamò il Gran Cane sopra tutte le sue ambasciate: e sappiate che stette col Gran Cane bene1 ventisette anni. E in tutto questo tempo non fino d’andare in ambasciate per lo Gran Cane, poichè recò si bene la prima ambasciata. E faceagli tanto d’onore lo signore, che gli altri baroni ne aveano grande invidia; e questa è la ragione perchè messer Marco seppe piú di quelle cose, che nessuno uomo che nascesse unque.
XII (XVIII)
Come messer Niccolò e messer Matteo e messer Marco domandâro commiato al Gran Cane.
Quando messer Niccolò e messer Matteo e messer Marco furono tanto istati col Gran Cane, vollero lo suo commiato per
- ↑ Fr. dix sept.