Canti di Castelvecchio/Canti di Castelvecchio/La mia sera: differenze tra le versioni

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Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
 
le tacite stelle. Nei campi
 
c'è un breve gre gre di ranelle.
 
Le tremule foglie dei pioppi
 
trascorre una gioia leggiera.
 
Nel giorno, che lampi! che scoppi!
:Che pace, la sera!
 
Che pace, la sera!
 
Si devono aprire le stelle
 
nel cielo sì tenero e vivo.
 
Là, presso le allegre ranelle,
 
singhiozza monotono un rivo.
 
Di tutto quel cupo tumulto,
 
di tutta quell'aspra bufera,
 
non resta che un dolce singulto
:nell'umida sera.
nell'umida sera.
 
E`, quella infinita tempesta,
 
E`È, quella infinita tempesta,
finita in un rivo canoro.
 
Dei fulmini fragili restano
 
cirri di porpora e d'oro.
 
O stanco dolore, riposa!
 
La nube nel giorno più nera
 
fu quella che vedo più rosa
:nell'ultima sera.
 
nell'ultima sera.
 
Che voli di rondini intorno!
 
che gridi nell'aria serena!
 
La fame del povero giorno
 
prolunga la garrula cena.
 
La parte, sì piccola, i nidi
 
nel giorno non l'ebbero intera.
 
Né io... e che voli, che gridi,
:mia limpida sera!
 
mia limpida sera!
 
Don... Don... E mi dicono, Dormi!
 
mi cantano, Dormi! sussurrano,
 
Dormi! bisbigliano, Dormi!
 
là, voci di tenebra azzurra...
 
Mi sembrano canti di culla,
 
che fanno ch'io torni com'era...
 
sentivo mia madre... poi nulla...
:sul far della sera.
 
sul far della sera.
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