Meditazioni storiche/Meditazione I: differenze tra le versioni

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<div align="right">religion pur ne pas voir qu'elle est toute historique.</div>
<div align="right">FENELON, ''De l'Èducation'', ch. VI.</div>
 
 
'''I.'''Qualunque degli oggetti materiali che cadono sotto ai nostri sensi, il sassolino, il fuscello d'erba o il verme raccolto ai nostri piedi, non meno che le magnificenze della terra e de' cieli, tutto ci narra la gloria di Dio, tutto c'innalza alla contemplazione di Lui. Nè solamente di Lui creatore, ma pur di Lui conservatore; nè solamente d'un atto momentaneo di potenza e sapienza e bontà di Lui, ma di quell'atto perenne e di quelle proprietà infinite di Lui. Questo atto perenne di Dio è ciò che noi chiamiamo Provivdenza Divina; è ciò che risplende a noi da qualunque punto, da tutto il complesso della natura. - E non risplenderebbe ella pure in particolare nell'uomo, re, culmine e perfezione di questa natura sulla terra? nell'uomo che è la materia più organizzata, l'ente più animato, l'anima somma quaggiù? Ovvero, risplendente nella creazione e conservazione di ciascuno di noi, non risplenderebb'ella, la Provvidenza Divina, non sarebb'ella discernibile in tutti insieme noi, nel genere umano in complesso? Ciò è impossibile, ciò sarebbe assurdo, ciò certamente non è.
 
'''II.'''Ogni scienza umana non è altro che cognizione ulteriore d'una parte della natura. Ed ogni scienza c'insegna, prima e quasi elementarmente, l'uso che noi possiam fare di quella. Ma quando ella si ferma li, quando ella non penetra a contemplare la sapienza creatrice e conservatrice, la scienza non adempie se non la inferior metà dell'ufficio suo, non dà la mano all'altre scienze compagne, non entra in quella sapienza universale nostra, che è parte ella stessa della universale e divina. - E la storia ella pure, la scienza delle azioni del genere umano, ha i due uffizi senza dubbio: non è possibile che la Provvidenza, contemplabile per mezzo mezzo delle scienze materiali, contemplabile per mezzo di quelle che hanno ad oggetto lo spirito umano, per così dire, immobile, non sia contemplabile per mezzo di quella che ha ad oggetto speciale le azioni, i moti, la vita di quegli spiriti.
 
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