Pagina:Andrea da Barberino - Guerino detto il Meschino, 1841.djvu/433: differenze tra le versioni

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a me, ma fatelo a questi cavalieri che mi hanno cavata dalle mani del traditor Sinogrante a forza di battaglie». — Allora Arparo andò incontra a loro, e sontuosamente li fece alloggiare, e Diaregina menò seco la bella Antinisca, ed Arparo subito mandò lettere al padre di Diaregina. Appena furono disarmati nella loro camera i cavalieri, che le donne vestite con la moglie di Arparo vennero a vederli, e furono portati molti vestimenti, e poscia andarono sulla sala reale, dove venne gran gente della città per veder la vezzosa Diaregina, e quasi tutti pieni d’allegrezza piangevano. E furono ordinate le tavole per mangiare, e posti a tavola fu ogni cosa della chiaramente per bocca di Diaregina, come Sinogrante l’aveva per forza tolta, e dove l’aveva menata, e fatta sua sposa, e tenuta là nel paese di Persepoli, e come i cavalieri l’avevano liberata e ucciso Sinogrante, e come poi l’avevano accompagnata.
a me, ma fatelo a questi cavalieri che mi hanno cavata dalle mani del traditor Sinogrante a forza di battaglie». — Allora Arparo andò incontra a loro, e sontuosamente li fece alloggiare, e Diaregina menò seco la bella Antinisca, ed Arparo subito mandò lettere al padre di Diaregina. Appena furono disarmati nella loro camera i cavalieri, che le donne vestite con la moglie di Arparo vennero a vederli, e furono portati molti vestimenti, e poscia andarono sulla sala reale, dove venne gran gente della città per veder la vezzosa Diaregina, e quasi tutti pieni d’allegrezza piangevano. E furono ordinate le tavole per mangiare, e posti a tavola fu ogni cosa della chiaramente per bocca di Diaregina, come Sinogrante l’aveva per forza tolta, e dove l’aveva menata, e fatta sua sposa, e tenuta là nel paese di Persepoli, e come i cavalieri l’avevano liberata e ucciso Sinogrante, e come poi l’avevano accompagnata.


Quel giorno e quella notte stettero nella città d’Artacan e nella seguente mattina montarono a cavallo e andarono, avendo con loro Arparo con più di duecento persone a cavallo. Diaregina ed Antinisca salirono in una carretta, molto riccamente adornata, tirata da quattro cavalli bianchi. Il settimo giorno andarono ad un castello ch’era a mezzo il cammino tra una città e l’altra chiamalo Vesia, e il mattino seguente in sul mezzo giorno videro comparir molti armati. Guerino e i compagni si misero gli elmi in testa e con le lancie in mano si fecero incontro a tutte quelle genti, e se non fosse stato che Arparo conobbe ch’era il padre di Diaregina che veniva verso Artacan, avrebbero combattuto; ma quando il re Polidone vide la figliuola, cominciò un dirotto pianto, ed ella discese dalla carretta, e ginocchioni gli dimandò pietà. Il padre gli perdonò, perchè contra la sua volontà fu tolta. Il re Polidone in mezzo al Meschino e ad Alessandro, andò cavalcando alla città d’Armauria, dove si fece gran festa, e quando seppe il re che costoro eran cristiani fu molto allegro, e la bella Diaregina pregò il padre che gli desse per marito uno di questi cavalieri: per questo ne parlò al Meschino, il quale rispose che esso non faria parentado se lei non si battezzava; il re Polidone disse che i suoi antichi eran stati cristiani, e che egli aveva due figliuole, e disse che Alessandro di Costantinopoli ne piglierebbe una e l’altra l’avrebbe
Quel giorno e quella notte stettero nella città d’Artacan e nella seguente mattina montarono a cavallo e andarono, avendo con loro Arparo con più di duecento persone a cavallo. Diaregina ed Antinisca salirono in una carretta, molto riccamente adornata, tirata da quattro cavalli bianchi. Il settimo giorno andarono ad un castello ch’era a mezzo il cammino tra una città e l’altra chiamato Vesia, e il mattino seguente in sul mezzo giorno videro comparir molti armati. Guerino e i compagni si misero gli elmi in testa e con le lancie in mano si fecero incontro a tutte quelle genti, e se non fosse stato che Arparo conobbe ch’era il padre di Diaregina che veniva verso Artacan, avrebbero combattuto; ma quando il re Polidone vide la figliuola, cominciò un dirotto pianto, ed ella discese dalla carretta, e ginocchioni gli dimandò pietà. Il padre gli perdonò, perchè contra la sua volontà fu tolta. Il re Polidone in mezzo al Meschino e ad Alessandro, andò cavalcando alla città d’Armauria, dove si fece gran festa, e quando seppe il re che costoro eran cristiani fu molto allegro, e la bella Diaregina pregò il padre che gli desse per marito uno di questi cavalieri: per questo ne parlò al Meschino, il quale rispose che esso non faria parentado se lei non si battezzava; il re Polidone disse che i suoi antichi eran stati cristiani, e che egli aveva due figliuole, e disse che Alessandro di Costantinopoli ne piglierebbe una e l’altra l’avrebbe