Pagina:Commedie di Aristofane (Romagnoli) I.djvu/237: differenze tra le versioni

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bito, toglie a mano a mano ogni persona dal suo affetto, s’impadronisce d’ambe le chiavi del suo cuore. Un discepolo anticipato del Tiresia oraziano. — Ma una congiura in famiglia
{{Pt|bito|rimbambito}}, toglie a mano a mano ogni persona dal suo affetto, s’impadronisce d’ambe le chiavi del suo cuore. Un discepolo anticipato del Tiresia oraziano. — Ma una congiura in famiglia presto lo detronizza, ed egli torna alla sua miseria. Più grave si sente l’influsso della tradizione nel prologo. Nella prima parabasi della ''Pace'' i coreuti lodano Aristofane perché

presto lo detronizza, ed egli toma alla sua miseria. Più grave si
<poem>i servi dal teatro rimosse
sente l’influsso della tradizione nel prologo. Nella prima parabasi della Pace i coreuti lodano Aristofane perché
i servi dal teatro rimosse
piantacarote, e maceri di busse, che, fiottando
piantacarote, e maceri di busse, che, fiottando
sempre, uscian su la scena, s! che delle percosse
sempre, uscian su la scena, che delle percosse
beffandoli un compagno: « Misero, che t’occorre? —
beffandoli un compagno: «Misero, che t’occorre? —
gli dicesse — Qualche istrice ti piombò su le coste
gli dicesse — Qualche istrice ti piombò su le coste
e a ferro e fuoco il dorso ti mise?» — Tai zavorre,
e a ferro e fuoco il dorso ti mise?» — Tai zavorre,
tali sconcezze ignobili tenne da sé discoste.
tali sconcezze ignobili tenne da sé discoste.</poem>

Ma a dispetto di simil protesta, appartengono proprio a questo
Ma a dispetto di simil protesta, appartengono proprio a questo genere i duetti che aprono i ''Cavalieri'', i ''Calabroni'', la ''Pace'', e che, come ricordano assai precisamente quello biasimato da Aristofane, così rassomigliano, anzi son quasi identici l’uno all’altro, rivelando anche in ciò il loro carattere convenzionale. Non ragionamenti e neppur dialogo, ma uno stupido cicaleccio, interpunto di frigidi giuochi di parole, di burle scipite e di sconcezze che si ripetono come echi da commedia a commedia. Essi sono riproduzioni di un antico, forse del più antico duetto comico convenzionale, fra due goffi personaggi che si dànno la berta a vicenda. E su qualche teatrucolo popolare d’infimo ordine, si può anche oggi assistere, in paesotti del Napoletano, a farse imbastite da cima a fondo di dialoghi ugualmente scurrili ed ugualmente inconcludenti fra Pulcinella e qualche suo degno interlocutore. E il popolino ci si diverte un mondo.
genere i duetti che aprono i Cavalieri, i Calabroni, la Pace, e

che, come ricordano assai precisamente quello biasimato da
Il carattere più elevato e poetico dei ''Cavalieri'' si riafferma
Aristofane, così rassomigliano, anzi son quasi identici l’uno all’altro, rivelando anche in ciò il loro carattere convenzionale.
Non ragionamenti e neppur dialogo, ma uno stupido cicaleccio,
interpunto di frigidi giuochi di parole, di burle scipite e di sconcezze che si ripetono come echi da commedia a commedia.
Essi sono riproduzioni di un antico, forse del più antico duetto
comico convenzionale, fra due goffi personaggi che si dànno la
berta a vicenda. E su qualche tcatruco\o popolare d’infimo ordine, si può anche oggi assistere, in paesotti del Napoletano, a
farse imbastite da cima a fondo di dialoghi ugualmente scurrili
ed ugualmente inconcludenti fra Pulcinella e qualche suo degno
interlocutore. E il popolino ci si diverte un mondo.
Il carattere più elevato e poetico dei Cavalieri si riafferma