Il Re della Prateria/Parte prima/8. La caccia al negriero: differenze tra le versioni

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{{Centrato|8.}}
{{Centrato|LA CACCIA AL NEGRIERO}}
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Se avesse potuto prolungare la fuga fino al calar delle tenebre, senza venire a tiro delle artiglierie, poteva ritenersi salvo, poiché avrebbe approfittato dell'oscurità e di qualche salto di vento per fare falsa rotta.
 
Disgraziatamente dovette ben presto convincersi che quel giorno la fortuna, che lo aveva protetto tante volte sulle coste dell'Africa
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contro la caccia degli incrociatori, non gli arrideva. Aveva trovato nella piccola ma agguerrita nave nemica una rivale in fatto di velocità e nel suo capitano un lupo di mare dei più abili e dei più intrepidi.
 
Non avendo ottenuto alcun risultato col colpo in bianco, il comandante inglese si era slanciato animosamente sulle tracce della nave negriera, risoluto a raggiungerla e a visitarla, avesse dovuto lanciare i suoi uomini all'arrembaggio.
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– Sì, ma la goletta ne possiede almeno otto, o dieci. Se una palla ci spezza un albero, per noi è finita.
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– Noi possiamo spezzarlo alla goletta...
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– Diremo che si era gettato in mare per evitare un castigo, e Rascal lo confermerà!
 
– Ma ci lasceranno liberi poi gl'inglesi? – chiese il mastro. – Voi sapete, capitano, che hanno giurato una guerra mortale ai negrieri
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e che li cacciano su tutti i mari, anche se li incontrano a mille leghe dalle coste africane.
 
– Lo so – rispose Nunez che diventava sempre più impensierito. – Non sarà possibile ingannarli e ci condurranno con loro al porto vicino per farci giudicare. Bah!... La Giamaica è lontana, e prima di giungervi, il loro legno potrebbe saltare in aria.
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Il mastro d'equipaggio lo raggiunse.
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– Spiega le bandiere dei segnali e domanda cosa vogliono quei curiosi.
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– Spicciati, Mumbai! I minuti sono preziosi.
 
Il mastro fece portare in coperta le bandiere, mediante le quali due navi possono intendersi a parecchie miglia di distanza, facendo
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uso di speciali combinazioni, che sono conosciute da quasi tutte le nazioni marinaresche.
 
Con una serie di segnali, Mumbai chiese alla goletta:
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Eseguite quelle diverse manovre, l'''Albatros'' perdette gradatamente la sua rapidità, finché rimase quasi completamente immobile. La goletta invece continuò la corsa quasi avesse intenzione di abbordare il legno fuggiasco; ma giunta a quattrocento metri imbrogliò rapidamente le sue immense rande e le controrande, ammainò i flocchi del bompresso e si arrestò.
 
Aveva però avuta la precauzione di presentare alla nave negriera
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un fianco, onde infilarla di bordata coi suoi cannoni, al primo tentativo di fuga o di ribellione.
 
Subito un gran canotto venne calato in mare, e vi presero posto un ufficiale, dieci marinai e dodici soldati di fanteria di marina armati di carabine, sulle quali erano state inastate le baionette.
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– Siete voi il comandante?
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– Sì, signor ufficiale – rispose Nunez con fina ironia. – Forse ciò vi sorprende?
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– Uno dei miei marinai.
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– Dov'è?
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– Eh via! – disse poi. – Voi scherzate con me, ma la vostra carta è in pericolo. Seguitemi nel frapponte, dove spero di scoprire qualche cosa di buono.
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– Andiamo, signore – rispose Nunez che era diventato pallido e che aveva gettato sull'inglese uno sguardo feroce.