L'Opera di Mario Rapisardi: differenze tra le versioni

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{{Intestazione letteratura
{{opera
|NomeCognome Nome e cognome dell'autore = Vincenzo Picardi
|TitoloOpera Titolo = L' Opera di Mario Rapisardi
| Iniziale del titolo = L
|NomePaginaOpera Nome della pagina principale = L' Opera di Mario Rapisardi
|AnnoPubblicazione=1913
| Eventuale titolo della sezione o del capitolo =
|TitoloSezione=
| Anno di pubblicazione = 1913
| Eventuale secondo anno di pubblicazione =
| Secolo di pubblicazione = XX secolo
| Il testo è una traduzione? = no
| Lingua originale del testo =
| Nome e cognome del traduttore =
| Anno di traduzione =
| Secolo di traduzione =
| Abbiamo la versione cartacea a fronte? = no
| URL della versione cartacea a fronte =
}}
 
 
E' dunque salpato invano da Quarto il naviglio dei Mille ? {{AutoreCitato|Giosuè Carducci|Giosuè Carducci}} chiudendo la fiera polemica ''Rapisardiana'', scriveva: « E se dovesse esser vero che così misero fosse l' avvenire, che i nostri nipoti avessero da ricordarsi del Rapisardi e di me, mi colga subito la dissoluzione del nulla; perchè vorrebbe dire che il naviglio dei Mille salpò invano da Quarto ».
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Lasciò che l' Italia si dimenticasse di lui, lasciò che molti italiani per altro non lo conoscessero che per le ingiurie onde ancor fremevano le pagine della Rapisardiana : non inveì, non protestò, non s' affannò per la fama.
 
Il poeta di [[Lucifero]]! ancor oggi Mario Rapisardi è chiamato così, e molti, per varie ragioni esaltano o denigrano il poema scritto nel 1877, il {{TestoCitato|Lucifero}}, che è ancora una volta l' espressione artistica del problema che ha affaticato e affatica pensatori e poeti: quello della lotta fra la natura e il dogma, fra il libero pensiero e l'idea religiosa.
La battaglia di due principi degenera spesso nelle forme di un pettegolezzo da letterati, Dio e Lucifero non lottano ma sembrano in polemica fra loro: l' antireligiosità assume spesso forme volgari, l' invettiva ha un tono da comizio: il poema, così come la {{TestoCitato|Palingenesi}}, il {{TestoCitato|Giobbe }}, l' {{TestoCitato|Atlantide}}, ha un movimento e un crescendo da opera-ballo, una confusione da cinematografia fragorosa.
Pure, nel momento in cui ne siamo più stanchi, qualche cosa ci trattiene: qua e là, tra la fiumana irrompente dei versi, scorgemmo della poesia pura e compiuta; spesso di tra le invettive senza gusto abbiamo udito un accento robusto; tra i molti fantocci qualche uomo ci è apparso, tra i molti avvenimenti ve n' è qualcuno che si è fissato in noi.
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Non forse la Morte sei tu?
</poem>
 
E' la pura e grande arte delle [[Poesie Religiose]] è anche nei {{TestoCitato|Poemetti}}.
Sono componimenti, nella più parte scritti in endecasillabi sciolti, ove il verso, l'imagine, il pensiero, si adagiano in una compiuta armonia di ritmo o d'espressione: Empedocle, Antinoo, Circe, Calcidonio... l'ispirazione è classica ma anche questo poeta ha sentito, come tanti altri, gl'influssi del romanticismo, e la fredda forma si anima d'un contenuto umano.
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''Vincenzo Picardi (fu un deputato del Regno), 1913.''
 
 
{{Qualità testo|75%|letteratura|saggi}}