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Vi fece mettere dentro dei viveri, alcuni fucili, poi si mise in persona alla barra del timone.
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La ''tow-mêng'' non si trovava allora che a sei o settecento metri dalla punta estrema dell'isola, mentre le due scialuppe ne distavano più di mille.
– Cosa fate qui?... – chiesero i due soldati, senza abbassare i fucili.


Il bravo cinese, che spiava attentamente il cielo, attese che la luna sparisse sotto le nuvole, poi spinse velocemente la ''giunca'' verso l'isola, virando di bordo dinanzi alla punta, come se volesse mettersi al coperto dalle palle degli inseguitori.
– Forse che è proibito venire a cacciare le rondini di mare? – chiese Than-Kiù. – Non sapevo che nell'isola di Corregidor esistesse questo divieto.


Le guardie, vedendo la ''tow-mêng'' sparire dietro le scogliere, raddoppiarono gli spari e le grida, ma Hong e Tseng-Kai non si preoccupavano di loro, almeno pel momento.
– Le rondini di mare?... – disse uno dei due soldati, con un sorriso ironico. – Il divieto non esiste, ma ci direte, bella fanciulla, perché avete abbandonata quella ''giunca'' e chi erano coloro che la inseguivano a colpi di fucile. È un mistero che il comandante del forte vuol chiarire.


Dopo essersi accertati che sulla spiaggia dell'isola non vi era alcun drappello di soldati, fecero mettere in acqua il canotto.
– Oh!... Voi sapete questo!... – mormorò Than-Kiù, aggrottando la fronte. – Cose d'amore, signori miei!... Due rivali mi disputavano ed io sono fuggita lasciando che se la sbarazzassero fra di loro e si uccidessero a loro agio.


Than-Kiù, messa già al corrente dell'audace progetto, strinse le mani ai suoi due salvatori con una certa commozione, poi discese nella piccola imbarcazione seguìta da Sheu-Kin e dal malese.
– Una storia interessante allora, che divertirà il comandante.


– Ricordati che noi segnaleremo il nostro ritorno con due razzi, se riusciremo a sfuggire all'abbordaggio – le disse Tseng-Kai. – Sarà per domani sera, a mezzanotte.
– Può darsi – rispose Than-Kiù, sorridendo.


– Grazie amici – rispose Than-Kiù, con voce commossa. – Budda vi salvi!...
– La colomba valeva d'altronde l'ira dei falchi – disse il secondo soldato, che guardava attentamente la giovane cinese. – ''Carramba!''... Non ho mai veduto una celestiale più vezzosa di questa ragazza.


Sheu-Kin e Pram-Li avevano afferrati i remi e si erano messi ad arrancare con vigore sovrumano, mentre la ''giunca'' riprendeva la corsa inoltrandosi in alto mare.
– Non direte, d'ora innanzi più così – rispose asciuttamente Than-Kiù. – Conducetemi dal vostro comandante; venite, amici.


Con pochi colpi di remo i due fedeli compagni della giovanetta raggiunsero la costa, nascondendosi in mezzo a due alte scogliere.
Pram-Li e Sheu-Kin si gettarono ad armacollo i fucili e fidenti nella astuzia della loro giovane padrona, seguirono i due soldati, i quali però non perdevano di vista i loro prigionieri.


– Rimaniamo qui per ora – disse Pram-Li. – Vedremo cosa accadrà alla ''giunca''.
In pochi minuti giunsero al ponte levatoio, dinanzi al quale vegliava una sentinella, quindi entrarono nel forte nel momento in cui l'orizzonte cominciava a tingersi dei primi riflessi dell'alba.


Le due scialuppe, che forzavano la corsa, erano passate dinanzi la punta dell'isola, ma non avendo veduto nulla, continuarono la caccia sparando furiosamente contro la ''tow-mêng'', la quale ormai navigava liberamente, ridendosela anche dei cannoni del secondo forte.
Than-Kiù ed i suoi due fedeli compagni furono trattenuti alcuni istanti nel corpo di guardia, per informare il comandante della loro cattura, poi la prima fu introdotta in un salotto a pianterreno, le cui finestre guardavano verso il mare.


Parve però che quegli spari fossero avvertiti dalle sentinelle che vegliavano sugli spalti, perché Than-Kiù ed i suoi compagni udirono replicatamente gridare:
La giovanetta si guardò intorno, ma non vide nessuno. All'incerta luce che entrava quasi furtiva per le feritoie difese da grosse inferriate, scorse bensì alcuni tavoli ingombri di carte ed alcuni seggioloni, però nessuna persona.


– Chi va là?...
Stava per avvicinarsi ad una feritoia sperando di scorgere all'orizzonte la ''tow-mêng'', quando udì aprirsi una porta ed entrare qualcuno.

Si volse rapidamente, e tosto retrocesse facendo un atto di stupore, mentre dalle labbra le sfuggivano queste parole:

– Il colonnello di Malabon!...