Pagina:Il Baretti - Anno II, n. 9, Torino, 1925.djvu/2: differenze tra le versioni

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Oh! non! Je tremble et n’ose. Oh! vous aimer je n’ose.
Oh! non! Je tremble et n’ose. Oh! vous aimer je n’ose.


je ne veux pas! Je suis indigne. Vous, la Rose Immense des purs vents de l’Amour, ó Vous, tous les coeurs des saints, ò vous qui fùtes le Jaloux d’Israel. Vous, la chaste abeille...
je ne veux pas! Je suis indigne. Vous, la Rose Immense des purs vents de l’Amour, ó Vous, tous les coeurs des saints, ô vous qui fùtes le Jaloux d’Israel. Vous, la chaste abeille...
{{A destra|(''Sagesse'')}}
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Infatti i ''Fleurs du mal'' non sono un libro autobiografico, ed è perfettamente inutile preoccuparsi di una corrispondenza precisa tra il Baudelaire, di cui parliamo noi (e di cui solo abbiam diritto di parlare) e il Baudelaire incontrato da Gauthier nel 1849 all’hótel Pimodan. Se questi fosse proprio solito fare l’''Examen de minuit'', non sappiamo:
Infatti i ''Fleurs du mal'' non sono un libro autobiografico, ed è perfettamente inutile preoccuparsi di una corrispondenza precisa tra il Baudelaire, di cui parliamo noi (e di cui solo abbiam diritto di parlare) e il Baudelaire incontrato da Gauthier nel 1849 all’hótel Pimodan. Se questi fosse proprio solito fare l’''Examen de minuit'', non sappiamo:


<poem>La pendute, sonnant minuit.
<poem>La pendule, sonnant minuit.
ironiquement nous engagé
ironiquement nous engagé
a nous rappeler quel usage
a nous rappeler quel usage
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ma evidentemente quell’umanità che si esprime integrale nel suo libro, essa sì fa realmente quell’esame e si considera religiosamente. Qui è il sentimento cosmico della sua poesia: profondo sentimento della miseria dell’uomo, del serraglio dei suoi vizi, per cui la vita si pone come inferno, come male, come peccato — come esilio dall’Eden — ; e il poeta, prendendone coscienza totalitaria se ne redima; nella catarsi dell’arte per guardare la sua carne, che è la Carne. — corpo e cuore beccati dagli avvoltoi e maciullati dalle nere pantere nell’isola dell’amore, dov’é alzata la forca simbolica (''Voyage à Cythère'') — i suoi amori terreni, che sono l’Effimero, decomposti dalla fatale putrefazione, mentre lo Spirito ne conserva la forma e l’essenza divina (''Charogne'').
ma evidentemente quell’umanità che si esprime integrale nel suo libro, essa sì fa realmente quell’esame e si considera religiosamente. Qui è il sentimento cosmico della sua poesia: profondo sentimento della miseria dell’uomo, del serraglio dei suoi vizi, per cui la vita si pone come inferno, come male, come peccato — come esilio dall’Eden — ; e il poeta, prendendone coscienza totalitaria se ne redima; nella catarsi dell’arte per guardare la sua carne, che è la Carne. — corpo e cuore beccati dagli avvoltoi e maciullati dalle nere pantere nell’isola dell’amore, dov’é alzata la forca simbolica (''Voyage à Cythère'') — i suoi amori terreni, che sono l’Effimero, decomposti dalla fatale putrefazione, mentre lo Spirito ne conserva la forma e l’essenza divina (''Charogne'').


Vi è qui una concezione estremista del peccato originale? A ogni modo, non siamo in una teologia, perchè la poesia si costruisce in un ordine di concretezza simbolica ed è estranea ed ogni intellettualismo. Senza spostare la lirica dal suo piano, potrebbe esser utile rifoggiare un Baudelaire diverso da quello ateo e satanico che fa il giro delle accademie; ma, in verità, il «cattolicesimo frenetico e sregolato» di cui parla il Souday equivale, in arbitrio, il satanismo di ieri. Basterà allora far notare che la concezione della vita in Baudelaire poeta è troppo concretamente umana per sfuggire alla necessità di far girare ogni teologia intorno a
Vi è qui una concezione estremista del peccato originale? A ogni modo, non siamo in una teologia, perchè la poesia si costruisce in un ordine di concretezza simbolica ed è estranea ad ogni intellettualismo. Senza spostare la lirica dal suo piano, potrebbe esser utile rifoggiare un Baudelaire diverso da quello ateo e satanico che fa il giro delle accademie; ma, in verità, il «cattolicesimo frenetico e sregolato» di cui parla il Souday equivale, in arbitrio, il satanismo di ieri. Basterà allora far notare che la concezione della vita in Baudelaire poeta è troppo concretamente umana per sfuggire alla necessità di far girare ogni teologia intorno a


le spectacle ennuyeux de l’immortel peché
le spectacle ennuyeux de l’immortel peché
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Ma appunto perchè la vita, tutta la vita è condanna, peccato, noia, il Poeta sa che per sottrarsi ad essa non v’è altro rimedio se non la pienezza del patire: la passione della vita; e il suo cuore non si spaventa d’invidiare ogni poveruomo che corre con fervore all’abisso aperto.
Ma appunto perchè la vita, tutta la vita è condanna, peccato, noia, il Poeta sa che per sottrarsi ad essa non v’è altro rimedio se non la pienezza del patire: la passione della vita; e il suo cuore non si spaventa d’invidiare ogni poveruomo che corre con fervore all’abisso aperto.


<poem>et qui, soŭl de son sang. préférerait en somme
<poem>et qui, soûl de son sang. préférerait en somme
la douleur à la mori et l’enfer au nèant.</poem>
la douleur à la mori et l’enfer au nèant.</poem>
{{A destra|(''Le Jeu'')}}
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Bagnata in questa atmosfera di fatalità tragica, ogni perversità, tutt’altro che oggetto di compiacimento sensualistico da parte del Poeta, si rivela un aspetto di quella Necessità contro la quale non c’è forza che valga:
Bagnata in questa atmosfera di fatalità tragica, ogni perversità, tutt’altro che oggetto di compiacimento sensualistico da parte del Poeta, si rivela un aspetto di quella Necessità contro la quale non c’è forza che valga:


<poem>Mais le calme héros, courbè sur sa rapière
<poem>Mais le calme héros, courbé sur sa rapière
regardait le sillage et ne daignait rien voir.</poem>
regardait le sillage et ne daignait rien voir.</poem>
{{A destra|(''Don Juan aux enfer'')}}
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