Pagina:Il Baretti - Anno II, n. 11, Torino, 1925.djvu/4: differenze tra le versioni

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o non un corpo voluttuoso, è anch’essa un cervello occupato in una sua avventura. Ogni profumo romantico è svanito; il cuore è divenuto il pezzo meno usato d’una macchina precisissima, obbedientissima alle sue leve di comando. Qualche volta direste di sentirlo battere un cuore. Eustachio di S. Pierre ne ''I borghesi di Calais'' si sacrifica perchè nessuno de’ suoi compagni manchi al suo dovere eroico; il cassiere di ''«Dal mattino a mezzanotte»'' nella fuga affannosa attraverso il mondo cerca, dopo le amare delusioni sofferte, un uomo; il passeggero di ''«Inferno, via, terra»'' combatte contro i rappresentanti della società per ottenere a pro’ d’un infelice la legge dell’amore; il figlio del miliardario e l’operaio miliardario dei due ''«Cas»'' vedono il pericolo per la nostra società di continuare la fabbricazione della sostanza fatale e tentano con ogni sforzo di richiamar tutti al loro dovere di uomini; il mercante di pegni del ''«Contemporaneamente»'' si rovina per salvare dal temuto suicidio la presunta vittima d’un seduttore. Ascoltate meglio; anche quel battito di cuore è meccanico, è voluto perchè l’azione acquisti d’intensità. Eustacchio di S. Pierre, il cassiere, il passeggero, i miliardari, il mercante di pegni sono pur essi dei recordmen della sensazione. Kaiser non ha parole proprie da dire, esperienze da raccontare, verità da bandire, amore da comunicare; non è un poeta, e un artista. Il suo compito è sempre: data questa materia, come posso trarre il massimo effetto. E la materia buona è quella qualunque che si presti ad un’originale impostazione e ad un non ancora pensato svolgimento. Deve lavorar l’immaginazione a trovarla. Che sia inverosimile non importa! anzi. Che cosa di più inverosimile di quel gas, il quale alimenterebbe ogni sorta di macchine e cessando il quale l’intera industria sarebbe rovinata? O di quel ''Cas'' dell’ultimo dramma, la polvere che dovrebbe redimere i reietti della terra togliendo loro la facoltà di procreare senza privarli delle gioie dell’amore? E inverosimile e il miliardario del ''«Corallo»'' col suo sosia, inverosimile il Konstantin Strobel del ''Centauro'', e a farla breve in ogni dramma Kaiseriano favola o personaggi o situazioni hanno qualcosa almeno d’inverosimile. Volutamente. L’inverosimile, che ad altri servirebbe per complicare, ornamentare, colorire, serve al nostro drammaturgo per semplificare, organare, ridurre all’essenziale. Solo così gli è possibile fabbricarsi quello spazio e quell’atmosfera ideali, in cui le sue azioni trovano la loro logica necessità. Inesorabile necessità che le muove ad una soluzione matematicamente calcolata, correndo al disopra d’ogni impedimento, magari a forza di sofismi. Spesso, nei punti di svolta, se i protagonisti parlassero come la ragione vorrebbe, il conflitto sfumerebbe in nulla. Ma essi tacciono. Perchè? Perchè è in causa qualcosa di più importante delle loro persone e del comune buon senso, — l’intenzione dell’autore, il pensiero da pensare fino in fondo. E nei drammi costruiti con più rigore non mancano mai passi, in cui si rivela la sottostruttura concettuale. In quéi momenti la rete magnetica, da cui lo spettatore s’era lasciato prendere, si rompe lacerata dalla mano stessa del tessitore, e tutto il brillante gioco immaginativo - dialettico rivela il suo vuoto, la sua mancanza cioè d’umanità.
o non un corpo voluttuoso, è anch’essa un cervello occupato in una sua avventura. Ogni profumo romantico è svanito; il cuore è divenuto il pezzo meno usato d’una macchina precisissima, obbedientissima alle sue leve di comando. Qualche volta direste di sentirlo battere un cuore. Eustachio di S. Pierre ne ''I borghesi di Calais'' si sacrifica perchè nessuno de’ suoi compagni manchi al suo dovere eroico; il cassiere di ''«Dal mattino a mezzanotte»'' nella fuga affannosa attraverso il mondo cerca, dopo le amare delusioni sofferte, un uomo; il passeggero di ''«Inferno, via, terra»'' combatte contro i rappresentanti della società per ottenere a pro’ d’un infelice la legge dell’amore; il figlio del miliardario e l’operaio miliardario dei due ''«Cas»'' vedono il pericolo per la nostra società di continuare la fabbricazione della sostanza fatale e tentano con ogni sforzo di richiamar tutti al loro dovere di uomini; il mercante di pegni del ''«Contemporaneamente»'' si rovina per salvare dal temuto suicidio la presunta vittima d’un seduttore. Ascoltate meglio; anche quel battito di cuore è meccanico, è voluto perchè l’azione acquisti d’intensità. Eustacchio di S. Pierre, il cassiere, il passeggero, i miliardari, il mercante di pegni sono pur essi dei recordmen della sensazione. Kaiser non ha parole proprie da dire, esperienze da raccontare, verità da bandire, amore da comunicare; non è un poeta, e un artista. Il suo compito è sempre: data questa materia, come posso trarre il massimo effetto. E la materia buona è quella qualunque che si presti ad un’originale impostazione e ad un non ancora pensato svolgimento. Deve lavorar l’immaginazione a trovarla. Che sia inverosimile non importa! anzi. Che cosa di più inverosimile di quel gas, il quale alimenterebbe ogni sorta di macchine e cessando il quale l’intera industria sarebbe rovinata? O di quel ''Cas'' dell’ultimo dramma, la polvere che dovrebbe redimere i reietti della terra togliendo loro la facoltà di procreare senza privarli delle gioie dell’amore? E inverosimile e il miliardario del ''«Corallo»'' col suo sosia, inverosimile il Konstantin Strobel del ''Centauro'', e a farla breve in ogni dramma Kaiseriano favola o personaggi o situazioni hanno qualcosa almeno d’inverosimile. Volutamente. L’inverosimile, che ad altri servirebbe per complicare, ornamentare, colorire, serve al nostro drammaturgo per semplificare, organare, ridurre all’essenziale. Solo così gli è possibile fabbricarsi quello spazio e quell’atmosfera ideali, in cui le sue azioni trovano la loro logica necessità. Inesorabile necessità che le muove ad una soluzione matematicamente calcolata, correndo al disopra d’ogni impedimento, magari a forza di sofismi. Spesso, nei punti di svolta, se i protagonisti parlassero come la ragione vorrebbe, il conflitto sfumerebbe in nulla. Ma essi tacciono. Perchè? Perchè è in causa qualcosa di più importante delle loro persone e del comune buon senso, — l’intenzione dell’autore, il pensiero da pensare fino in fondo. E nei drammi costruiti con più rigore non mancano mai passi, in cui si rivela la sottostruttura concettuale. In quéi momenti la rete magnetica, da cui lo spettatore s’era lasciato prendere, si rompe lacerata dalla mano stessa del tessitore, e tutto il brillante gioco immaginativo - dialettico rivela il suo vuoto, la sua mancanza cioè d’umanità.
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come, si, la rigidità costruttiva sostenga man mano l’allargarsi dei pensieri; — per cominciar a sentire in tal conversa concentrata di azioni e reazioni concettuali il brivido dell’effetto drammatico, — e poi dovrete ammettere che il Socrate, il quale non vive nè per sè nè per la sapienza, ma perchè il giuoco incominciato con Alcibiade vada alla sua tragico - gloriosa fine, c’è ben poco di umano. Anche questo capo d’opera è una sorta di film per il cinematografo a geroglifico dell’avvenire.
come, si, la rigidità costruttiva sostenga man mano l’allargarsi dei pensieri; — per cominciar a sentire in tal conversa concentrata di azioni e reazioni concettuali il brivido dell’effetto drammatico, — e poi dovrete ammettere che il Socrate, il quale non vive nè per sè nè per la sapienza, ma perchè il giuoco incominciato con Alcibiade vada alla sua tragico - gloriosa fine, c’è ben poco di umano. Anche questo capo d’opera è una sorta di film per il cinematografo a geroglifico dell’avvenire.
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