Pagina:Il Baretti - Anno II, n. 9, Torino, 1925.djvu/2: differenze tra le versioni

DianaFodor (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 75%
+
Pagine SAL 100%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 41: Riga 41:
nous fimes du jour qui s’enfuit;</poem>
nous fimes du jour qui s’enfuit;</poem>


ma evidentemente quell’umanità che si esprime integrale nel suo libro, essa sì fa realmente quell’esame e si considera religiosamente. Qui è il sentimento cosmico della sua poesia: profondo sentimento della miseria dell’uomo, del serraglio dei suoi vizi, per cui la vita si pone come inferno, come male, come peccato — come esilio dall’Eden — ; e il poeta, prendendone coscienza totalitaria se ne redini; nella catarsi dell’arte per guardare la sua carne, che è la Carne. — corpo e cuore beccati dagli avvoltoi e maciullati dalle nere pantere nell’isota dell’amore, dov’é alzata la forca simbolica (''Voyage à Cythère'') — i suoi amori terreni, che sono l’Effimero, decomposti dalla fatale putrefazione, mentre lo Spirito ne conserva la forma e l’essenza divina (''Charogne'').
ma evidentemente quell’umanità che si esprime integrale nel suo libro, essa sì fa realmente quell’esame e si considera religiosamente. Qui è il sentimento cosmico della sua poesia: profondo sentimento della miseria dell’uomo, del serraglio dei suoi vizi, per cui la vita si pone come inferno, come male, come peccato — come esilio dall’Eden — ; e il poeta, prendendone coscienza totalitaria se ne redima; nella catarsi dell’arte per guardare la sua carne, che è la Carne. — corpo e cuore beccati dagli avvoltoi e maciullati dalle nere pantere nell’isola dell’amore, dov’é alzata la forca simbolica (''Voyage à Cythère'') — i suoi amori terreni, che sono l’Effimero, decomposti dalla fatale putrefazione, mentre lo Spirito ne conserva la forma e l’essenza divina (''Charogne'').


Vi è qui una concezione estremista del peccato originale? A ogni modo, non siamo in una teologia, perchè la poesia si costruisce in un ordine di concretezza simbolica ed è estranea ed ogni intellettualismo. Senza spostare la lirica dal suo piano, potrebbe esser utile rifoggiare un Baudelaire diverso da quello ateo e satanico che fa il giro delle accademie; ma, in verità, il «cattolicesimo frenetico e sregolato» di cui parla il Souday equivale, in arbitrio, il satanismo di ieri. Basterà allora far notare che la concezione della vita in Baudelaire poeta è troppo concretamente umana per sfuggire alla necessità di far girare ogni teologia intorno a
Vi è qui una concezione estremista del peccato originale? A ogni modo, non siamo in una teologia, perchè la poesia si costruisce in un ordine di concretezza simbolica ed è estranea ed ogni intellettualismo. Senza spostare la lirica dal suo piano, potrebbe esser utile rifoggiare un Baudelaire diverso da quello ateo e satanico che fa il giro delle accademie; ma, in verità, il «cattolicesimo frenetico e sregolato» di cui parla il Souday equivale, in arbitrio, il satanismo di ieri. Basterà allora far notare che la concezione della vita in Baudelaire poeta è troppo concretamente umana per sfuggire alla necessità di far girare ogni teologia intorno a
Riga 49: Riga 49:
perchè il peccato, appunto, è insopprimibile ed è la vita, una deroga alle leggi dell’assoluto ed una contraddizione dell’eterno. Soltanto un patetico ottimismo può trasformare la vita in un Eden e pensarla conclusa in sé ed a se sufficiente. A patto, s’intende, di negarne la realtà tragica. Il pessimismo che si fonda sulla realtà del patire si risolve, invece, negando ogni redenzione, in un fatalismo disperato. Tra l’uno e l’altro estremo, si pone ogni concezione che vede nella vita una condanna, a cui non è preclusa la via di una santa liberazione. Questa è la mitologia del «peccato originale».
perchè il peccato, appunto, è insopprimibile ed è la vita, una deroga alle leggi dell’assoluto ed una contraddizione dell’eterno. Soltanto un patetico ottimismo può trasformare la vita in un Eden e pensarla conclusa in sé ed a se sufficiente. A patto, s’intende, di negarne la realtà tragica. Il pessimismo che si fonda sulla realtà del patire si risolve, invece, negando ogni redenzione, in un fatalismo disperato. Tra l’uno e l’altro estremo, si pone ogni concezione che vede nella vita una condanna, a cui non è preclusa la via di una santa liberazione. Questa è la mitologia del «peccato originale».


Ma appunto perette la vita, tutta la vita è condanna, peccato, noia, il Poeta sa che per sottrarsi ad essa non v’è altro rimedio se non la pienezza del patire: la passione della vita; e il suo cuore non si spaventa d’invidiare ogni poveruomo che corre con fervore all’abisso aperto.
Ma appunto perchè la vita, tutta la vita è condanna, peccato, noia, il Poeta sa che per sottrarsi ad essa non v’è altro rimedio se non la pienezza del patire: la passione della vita; e il suo cuore non si spaventa d’invidiare ogni poveruomo che corre con fervore all’abisso aperto.


<poem>et qui, soŭl de son sang. préférerait en somme
<poem>et qui, soŭl de son sang. préférerait en somme
Riga 80: Riga 80:
Ma all’altezza di ''Don Juan aux Enfer'' o di ''Charogne'' la poesia di Baudelaire è compiuta. I ''Petits poèmes en prose'' non dànno un’indicazione diversa: il poeta doveva fermarsi a quell’ideale di bellezza, in cui sono vivi soltanto dei «larges yeux aux clartés éternelles». Tutto ciò che turba con accentuazione oratoria cotesta nettezza di visione è il fondamento di una degenerazione e stanchezza allegoristica, che è la contropartita della poesia baudelairiana. Nelle prose, la plastica efficacia di ''Chacun sa chimère'' si dissolve nella banalità della ''Chambre double''.
Ma all’altezza di ''Don Juan aux Enfer'' o di ''Charogne'' la poesia di Baudelaire è compiuta. I ''Petits poèmes en prose'' non dànno un’indicazione diversa: il poeta doveva fermarsi a quell’ideale di bellezza, in cui sono vivi soltanto dei «larges yeux aux clartés éternelles». Tutto ciò che turba con accentuazione oratoria cotesta nettezza di visione è il fondamento di una degenerazione e stanchezza allegoristica, che è la contropartita della poesia baudelairiana. Nelle prose, la plastica efficacia di ''Chacun sa chimère'' si dissolve nella banalità della ''Chambre double''.


Dove la visione resta caricata di un senso che spesso attende invano di essere sprigionato, si ha quella compostezza d’immagine, profondità di accento e quel sapore di perfezione che mancano invece in quelle pagine, in cui il poeta tenta un’evasione intellettualistica e riflessa che redima il suo mondo. L’inferno del Baudelaire non può veramente purificarsi s: non nel farsi artisticamente consapevole e creatore di sè:
Dove la visione resta caricata di un senso che spesso attende invano di essere sprigionato, si ha quella compostezza d’immagine, profondità di accento e quel sapore di perfezione che mancano invece in quelle pagine, in cui il poeta tenta un’evasione intellettualistica e riflessa che redima il suo mondo. L’inferno del Baudelaire non può veramente purificarsi se non nel farsi artisticamente consapevole e creatore di sè:


<poem>
<poem>
Riga 89: Riga 89:
{{A destra|(''Le mauvais moine'')}}
{{A destra|(''Le mauvais moine'')}}
Tutte le volte che il poeta esce dai limiti di un mondo concluso, l’ispirazione gli si dissolve; e una sensibilità cosmica, in un’ordine di poesia assolutamente interiore, non poteva apparire se non appunto per impicciolirsi, come avviene nel famoso sonetto delle Correspondances. dopo l’apertura solenne, — con evidente equilibrio — in un delicato e fragile sensualismo. Così ogni tentativo di contrapporsi a un mondo concreto non può che risolvere questo in un fantasma simbolico (''Les aveugles'').
Tutte le volte che il poeta esce dai limiti di un mondo concluso, l’ispirazione gli si dissolve; e una sensibilità cosmica, in un’ordine di poesia assolutamente interiore, non poteva apparire se non appunto per impicciolirsi, come avviene nel famoso sonetto delle ''Correspondances'', dopo l’apertura solenne, — con evidente equilibrio — in un delicato e fragile sensualismo. Così ogni tentativo di contrapporsi a un mondo concreto non può che risolvere questo in un fantasma simbolico (''Les aveugles'').


La generazione successiva al Baudelaire, il cui compito era quello di staccare — in linea di massima — ogni senso e ogni pienezza d’umano dolore dal travaglio creativo, lavorerà a sviluppare dall’opera di questo contemplatore un filo di musica e a foggiarsi un Baudelaire idillico e musicale. ''Le Correspondances'' erano un punto di partenza: e da esse, proprio da quel ch’era estrinseco al Baudelaire e sbocco meramente formale dei ''Fleurs du mal'', attraverso ''Harmonie du soir'' e ''Invitation au voyage'', prende origine Verlaine.
La generazione successiva al Baudelaire, il cui compito era quello di staccare — in linea di massima — ogni senso e ogni pienezza d’umano dolore dal travaglio creativo, lavorerà a sviluppare dall’opera di questo contemplatore un filo di musica e a foggiarsi un Baudelaire idillico e musicale. ''Le Correspondances'' erano un punto di partenza: e da esse, proprio da quel ch’era estrinseco al Baudelaire e sbocco meramente formale dei ''Fleurs du mal'', attraverso ''Harmonie du soir'' e ''Invitation au voyage'', prende origine Verlaine.
Riga 103: Riga 103:
''Sono stato a trovarlo, qualche tempo fa, nella sua casa di Mödling insieme coll’amico Emil Farkas, un colto «Föscher» di Lenau. Fisicamente Wildgans è un colosso: alto, spalle quadrate, torso possente, bel capo severo; larga la fronte, leggermente piccoli gli occhi irrequieti, castagni chiari i capelli, abbrunata la pelle. Quando parla con voce baritonale il suo elegante tedesco, indovini subito la qualità di dicitore.''
''Sono stato a trovarlo, qualche tempo fa, nella sua casa di Mödling insieme coll’amico Emil Farkas, un colto «Föscher» di Lenau. Fisicamente Wildgans è un colosso: alto, spalle quadrate, torso possente, bel capo severo; larga la fronte, leggermente piccoli gli occhi irrequieti, castagni chiari i capelli, abbrunata la pelle. Quando parla con voce baritonale il suo elegante tedesco, indovini subito la qualità di dicitore.''


''Non è possibile dimenticare il suo profondo riso cordiale e la sua poderosa andatura. Quando dalla scalinata della sua villa ci scese incontro per il violetto del giardino, mi parve un Ercole senza clava, stranamente vestito. L’epiteto teutonico — nel senso di primitivo, immaturo, barbarico — sarebbe assai male appropriato anche al Vildgans poeta.''
''Non è possibile dimenticare il suo profondo riso cordiale e la sua poderosa andatura. Quando dalla scalinata della sua villa ci scese incontro per il vialetto del giardino, mi parve un Ercole senza clava, stranamente vestito. L’epiteto teutonico — nel senso di primitivo, immaturo, barbarico — sarebbe assai male appropriato anche al Wildgans poeta.''


''La sua educazione è essenzialmente moderna. Non bisogna dimenticare ch’egli ha tradotto Baudelaire e Pascoli.''
''La sua educazione è essenzialmente moderna. Non bisogna dimenticare ch’egli ha tradotto Baudelaire e Pascoli.''
Riga 111: Riga 111:
''Nel decadentismo di Wildgans, la poesia è affrancata e salvata da una potente tendenza al concreto e - come in Ste George da un istintivo bisogno dì chiarezza espressiva.''
''Nel decadentismo di Wildgans, la poesia è affrancata e salvata da una potente tendenza al concreto e - come in Ste George da un istintivo bisogno dì chiarezza espressiva.''


''C'è un verso nel «Sonetto an Ead» di Wildgans che dice: «Es ist vici Stein und Kot auf Gottes Wegen». C'è molto pietrame e fango pel cammino d’Iddio. Anche in Wildgans la tendenza pagana i gagliarda Traspare già dalla scelta dei temi: donne pubbliche, orgie notturne, ecc. Il particolare lubrico, è, naturalmente — per ragioni estetiche — evitato; e l’erotismo è espresso con quella fatale necessità che giustifica — o vorrebbe — le cose più volgari.''
''C'è un verso nel'' «Sonette an Ead» ''di Wildgans che dice'': «Es ist vici Stein und Kot auf Gottes Wegen». ''C'è molto pietrame e fango pel cammino d’Iddio. Anche in Wildgans la tendenza pagana è gagliarda. Traspare già dalla scelta dei temi: donne pubbliche, orgie notturne, ecc. Il particolare lubrico, è, naturalmente — per ragioni estetiche — evitato; e l’erotismo è espresso con quella fatale necessità che giustifica — o vorrebbe — le cose più volgari.''


Nell' «Empfängnis» — «Concezione — del volume «Herbstfrühling» — «Primavera dell’autunno» — l’amore di due giovani, nella sua solennità panica, ha quasi del biblico. Naturalmente la mia versione letterale in prosa appena adombra l’originale:'' «E com’egli, spiando, verso mezzogiorno guardò, sorse dal grano tramato d’oro una giovine donna; e cupamente pensosa alzò lo sguardo al Cielo, che era saturo, grave e basso».
''Nell''' «Empfängnis» — «Concezione — ''del volume'' «Herbstfrühling» — «Primavera dell’autunno» — ''l’amore di due giovani, nella sua solennità panico, ha quasi del biblico. Naturalmente la mia versione letterale in prosa appena adombra l’originale:'' «E com’egli, spiando, verso mezzogiorno guardò, sorse dal grano tramato d’oro una giovine donna; e cupamente pensosa alzò lo sguardo al Cielo, che era saturo, grave e basso».


«Un cupo nuvolo, improvvisamente giganteggiando cresce, si gonfia, fende il seno della terra e si discioglie in una silenziosa, calda benedizione».
«Un cupo nuvolo, improvvisamente giganteggiando cresce, si gonfia, fende il seno della terra e si discioglie in una silenziosa, calda benedizione».
Riga 119: Riga 119:
''Nei popolarissimi'' «Sonetti ad Ead» ''sensuali sono le immagini, le parole il ritmo''. «Io ti ho dato un nome dolce come il vino, e come una bacca mi riempie la bocca.. Profondo nei cieli si abbassa verso la pace il mio sguardo... Nel mio flauto passa il soffio di Dio». «Io so del tuo corpo soltanto la mano, che il tuo volto è tutto anima e lontananza». «Perditi in me! Io sono un cespuglio ed ardo. Dio ha stabilito come si deve conoscere la donna. A che l’anima? L’anima è nulla; è fumo rimasto dopo l’incendio represso. Ma io sono un selvaggio cespuglio ed ardo».
''Nei popolarissimi'' «Sonetti ad Ead» ''sensuali sono le immagini, le parole il ritmo''. «Io ti ho dato un nome dolce come il vino, e come una bacca mi riempie la bocca.. Profondo nei cieli si abbassa verso la pace il mio sguardo... Nel mio flauto passa il soffio di Dio». «Io so del tuo corpo soltanto la mano, che il tuo volto è tutto anima e lontananza». «Perditi in me! Io sono un cespuglio ed ardo. Dio ha stabilito come si deve conoscere la donna. A che l’anima? L’anima è nulla; è fumo rimasto dopo l’incendio represso. Ma io sono un selvaggio cespuglio ed ardo».


''Qualcosa di sanguinoso, di carnale, è in tutto. Il figlio «carne diventata febbre di voluttà». Sulla cima di un monte egli sente «la sua natura umana inseparata dalla gigantesca statura della montagna. Alla terra egli è tenacemente attaccato. Questo marcato sensualismo, nell’arte in genere e in quella di Wildgans in ispecte. si risolve nel bisogno estetico del chiaro del plastico, del ben definito.''
''Qualcosa di sanguinoso, di carnale, è in tutto. Il figlio'' «carne diventata febbre di voluttà». ''Sulla cima di un monte egli sente'' «la sua natura umana inseparata dalla gigantesca statura della montagna. ''Alla terra egli è tenacemente attaccato. Questo marcato sensualismo, nell’arte in genere e in quella di Wildgans in ispecie. si risolve nel bisogno estetico del chiaro del plastico, del ben definito.''


''L’immagine vuol rivestirsi di muscoli, la parola scorrere nel periodo o nel verso, come il sangue nelle vene.''
''L’immagine vuol rivestirsi di muscoli, la parola scorrere nel periodo o nel verso, come il sangue nelle vene.''
Riga 128: Riga 128:
''C’è un’altra faccia di Wildgans che, pur in questo abbozzo deve apparire: il Wildgans sentimentale e mistico. Questo secondo aspetto caratteristico del poeta viennese traspare soprattutto dai drammi, che sono una curiosa unione di quotidiano realismo e di trascendente misticismo. I suoi drammi: «Armut», «Liebe», «Dies irae», «Kain», hanno avuto un enorme successo, e gli hanno aperto la via alla Direzione del «Burg-theater», il massimo teatro di Vienna, che ha tradizioni che risalgono a Grillparzer. Lo schema del dramma Wildgansiano è semplice. Comincia quasi sempre con una vicenda comune, quasi volgare. La vita giornaliera vi è rappresentata con tutte le sue minute necessità pratiche. Ma ad un tratto i personaggi sono invasoti da un nuovo spirito, il ritmo della loro vita quotidiana si interrompe, una nuota personalità sopravviene in loro e si sovrappone, non si sa in che modo, sull’antica.''
''C’è un’altra faccia di Wildgans che, pur in questo abbozzo deve apparire: il Wildgans sentimentale e mistico. Questo secondo aspetto caratteristico del poeta viennese traspare soprattutto dai drammi, che sono una curiosa unione di quotidiano realismo e di trascendente misticismo. I suoi drammi: «Armut», «Liebe», «Dies irae», «Kain», hanno avuto un enorme successo, e gli hanno aperto la via alla Direzione del «Burg-theater», il massimo teatro di Vienna, che ha tradizioni che risalgono a Grillparzer. Lo schema del dramma Wildgansiano è semplice. Comincia quasi sempre con una vicenda comune, quasi volgare. La vita giornaliera vi è rappresentata con tutte le sue minute necessità pratiche. Ma ad un tratto i personaggi sono invasoti da un nuovo spirito, il ritmo della loro vita quotidiana si interrompe, una nuota personalità sopravviene in loro e si sovrappone, non si sa in che modo, sull’antica.''


''Come per incanto il loro linguaggio si infervora il lirismo e si modula nei ritmi più difficili: dalle loro bocche use alle pedestri frasi, escono versi purissimi. Ma per me i pregi drammatici del Wildgans non consistono in questa artificiosa sovi apposizione di lirismo che non sempre bene si fonde colla favola e colla necessità psicologica dei personaggi; nè ci conviene il simbolico misticismo su cui il dramma vien proiettato. Troppo di frequente l’autore si attarda in scabrose scene veristiche per non tradire una certa compiacenza a dipingere casi ed ambienti che dovrebbero ma non possono spirare nel pubblico orrore, sol perchè in fondo al dramma è posta ima tesi morale. Il meglio dei drammi Wildgansiani, per il critico spregiudicato, consiste nell’abilità di condurre con arguta finezza il dialogo o nello sagacia di costruire la scena con esatta percezione del momento psicologico, o nella virtuosità lirica. Questi criteri ci spiegano anche l’entusiasmo che oggi trova WUdgans nel pubblico viennese.''
''Come per incanto il loro linguaggio si infervora il lirismo e si modula nei ritmi più difficili: dalle loro bocche use alle pedestri frasi, escono versi purissimi. Ma per me i pregi drammatici del Wildgans non consistono in questa artificiosa sovrapposizione di lirismo che non sempre bene si fonde colla favola e colla necessità psicologica dei personaggi; nè ci conviene il simbolico misticismo su cui il dramma vien proiettato. Troppo di frequente l’autore si attarda in scabrose scene veristiche per non tradire una certa compiacenza a dipingere casi ed ambienti che dovrebbero ma non possono spirare nel pubblico orrore, sol perchè in fondo al dramma è posta una tesi morale. Il meglio dei drammi Wildgansiani, per il critico spregiudicato, consiste nell’abilità di condurre con arguta finezza il dialogo o nella sagacia di costruire la scena con esatta percezione del momento psicologico, o nella virtuosità lirica. Questi criteri ci spiegano anche l’entusiasmo che oggi trova Wildgans nel pubblico viennese.''
{{A destra|{{Sc|Giovanni Necco.}}}}<section end="s2" />
{{A destra|{{Sc|Giovanni Necco.}}}}<section end="s2" />


Riga 141: Riga 141:
Tali biografie sono dirette al gran pubblico delle persone colte, ma richiedono dal lettore la serietà dovuta all’argomento.
Tali biografie sono dirette al gran pubblico delle persone colte, ma richiedono dal lettore la serietà dovuta all’argomento.


Ogni volume deve essere di circa 200 pagine in-16 normale. L’indagine della vita e delle opere deve procedere contemporaneamente; devono essere eliminate le indagini e le analisi particolari. Solo per segnare dei termini di confronto non per proporre dei modelli si indicano qui come analoghe al nostro proposito, le biografie di ''Cavour'' del Treitzehe e il ''Nietzche'' di Halévy.
Ogni volume deve essere di circa 200 pagine in-16ª normale. L’indagine della vita e delle opere deve procedere contemporaneamente; devono essere eliminate le indagini e le analisi particolari. Solo per segnare dei termini di confronto non per proporre dei modelli si indicano qui come analoghe al nostro proposito, le biografie di ''Cavour'' del Treitzehe e il ''Nietzche'' di Halévy.


La collezione si pubblicherà assai rapidamente. I primi volumi impegnati sono i seguenti:
La collezione si pubblicherà assai rapidamente. I primi volumi impegnati sono i seguenti: