Pagina:Il Baretti - Anno II, n. 9, Torino, 1925.djvu/4: differenze tra le versioni

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félicité. Quelle tranquillité! Ici vraiment le temps s’arrête. Nous entrons dans le royaume de Dieu».
félicité. Quelle tranquillité! Ici vraiment le temps s’arrête. Nous entrons dans le royaume de Dieu».


Si rovescino le espressioni: la volontà diabolica regna nel mondo: ora, sùbito, si entra in inferno. La verità tremenda si rivela per bocca d’un uomo, con l’opera de’ suoi scritti, la quale è come un veleno; chi la gusta, non c’è scampo. O forse solo con un antidoto ultrapotente, con un libro che smascheri l’avvincente impostura, col gridare l’allarme sui tetti, con l’acceso garrire di pensieri opposti. Cosi i malleabili lettori, la dolce e molle natura umana, sono una palla, giocata a rimbalzo fra Gide e Massis, fra le tenebre e la luce, fra l’abisso e l’eliso. Innocenza, vanità: tronfia sicumera di letterati, fregola di pettegolezzi e di risentimenti. Il romantico giuoco, dove non c’è posta poiché il mondo si salva o si perde a dispetto di tali infatuazioni e rancori, nasconde forse una dolorosa realtà dalla quale invano tenta d’escludersi e di schermirsi.
Si rovescino le espressioni: la volontà diabolica regna nel mondo: ora, sùbito, si entra in inferno. La verità tremenda si rivela per bocca d’un uomo, con l’opera de’ suoi scritti, la quale è come un veleno; chi la gusta, non c’è scampo. O forse solo con un antidoto ultrapotente, con un libro che smascheri l’avvincente impostura, col gridare l’allarme sui tetti, con l’acceso garrire di pensieri opposti. Cosi i malleabili lettori, la dolce e molle natura umana, sono una palla, giocata a rimbalzo fra Gide e Massis, fra le tenebre e la luce, fra l’abisso e l’eliso. Innocenza, vanità: tronfia sicumera di letterati, fregola di pettegolezzi e di risentimenti. Il romantico giuoco, dove non c’è posta poiché il mondo si salva o si perde a dispetto di tali infatuazioni e rancori, nasconde forse una dolorosa realtà dalla quale invano tenta d’escludersi e di schermirsi.



'''L’elogio della metafìsica.'''
'''L’elogio della metafìsica.'''
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Se poi ci vengono a dire che quel pensiero, con i soli mezzi umani, è giunto alla libertà intera e ivi splende, così che ci tocca soltanto interpretarlo, adattarvi la falsa realtà d’oggi giorno perchè essa ritrovi la sua forma vera e si separi dai suoi errori, risponderemo che questa prospettiva mirabile e i tentativi d’applicazione che se ne dànno ci lasciano di molto scettici; e solo se quel pensiero si farà nostro lo potremo accettare. Discorso questo che gli scolastici non posson gradire, come troppo soggettivo e mosso da un pregiudizio fallace; ma perchè si potesse smetterlo, ci vorrebbe un tale mutamento nella nostra natura, che noi non se ne può ammetter l’ipotesi nè preveder le condizioni. Sarà, benché di poca soddisfazione, una superbia: ma induce a non accondiscendere la persuasione che, staccati dagli entusiasmi filosofici e svezzati della compiacenza nei sistemi, sia facile capirli e magari amarli fino nelle loro debolezze e nei loro attriti.
Se poi ci vengono a dire che quel pensiero, con i soli mezzi umani, è giunto alla libertà intera e ivi splende, così che ci tocca soltanto interpretarlo, adattarvi la falsa realtà d’oggi giorno perchè essa ritrovi la sua forma vera e si separi dai suoi errori, risponderemo che questa prospettiva mirabile e i tentativi d’applicazione che se ne dànno ci lasciano di molto scettici; e solo se quel pensiero si farà nostro lo potremo accettare. Discorso questo che gli scolastici non posson gradire, come troppo soggettivo e mosso da un pregiudizio fallace; ma perchè si potesse smetterlo, ci vorrebbe un tale mutamento nella nostra natura, che noi non se ne può ammetter l’ipotesi nè preveder le condizioni. Sarà, benché di poca soddisfazione, una superbia: ma induce a non accondiscendere la persuasione che, staccati dagli entusiasmi filosofici e svezzati della compiacenza nei sistemi, sia facile capirli e magari amarli fino nelle loro debolezze e nei loro attriti.



'''Il realismo romantico.'''
'''Il realismo romantico.'''
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Ma d’altronde un prinicipio così superficiale ed estrinseco si rivolta in suo proprio danno: dalla stessa osservanza e pressura d’un mezzo sociale ristretto e esigente scatta, una pretesa di libertà, per l'artista, che è altrettanto avulsa dalle ragioni dell’arte c perniciosa. L'individuo artista si gonfia della sua propria eco; si stima, e si vuole, riformatore, missionario, vate. L’eccitabile popolo di Francia come una volta nella corte o nelle classi raffinate della società «spirituale» trova nell’arte il suo nvodello e il suo specchio; e vi ha pure un rapido mezzo di propagarla. Dalla balorda esaltazione romantica al dandysmo affettato, al verismo scientifico, a quest'ultimo assillo, forse più tristo e più segreto, d'immoralismo, sentiamo pesare negli artisti un'ansia, un odio, un amore sociale, che li fa spesso pedanti e smorti funzionari del disordine. Massis vorrebbe essere, tra tante rovine, un morale architetto; non si può negare che Gide sia, nell’intenzione sua appena cosciente, un turbato demolitore.
Ma d’altronde un prinicipio così superficiale ed estrinseco si rivolta in suo proprio danno: dalla stessa osservanza e pressura d’un mezzo sociale ristretto e esigente scatta, una pretesa di libertà, per l'artista, che è altrettanto avulsa dalle ragioni dell’arte c perniciosa. L'individuo artista si gonfia della sua propria eco; si stima, e si vuole, riformatore, missionario, vate. L’eccitabile popolo di Francia come una volta nella corte o nelle classi raffinate della società «spirituale» trova nell’arte il suo nvodello e il suo specchio; e vi ha pure un rapido mezzo di propagarla. Dalla balorda esaltazione romantica al dandysmo affettato, al verismo scientifico, a quest'ultimo assillo, forse più tristo e più segreto, d'immoralismo, sentiamo pesare negli artisti un'ansia, un odio, un amore sociale, che li fa spesso pedanti e smorti funzionari del disordine. Massis vorrebbe essere, tra tante rovine, un morale architetto; non si può negare che Gide sia, nell’intenzione sua appena cosciente, un turbato demolitore.


Queste maschere, noi, o ingenui o accorti, non so, le strappiamo senza rimorso alla lettura; ricompaiono, fastidiose e ingombranti, quando ci mettiamo a riflettere, a analizzare. Che siano un utile strumento, e una necessità della vita francse, non neghiamo; ma è ingrata la fatica di volerle estendere, e ci si può opporre con tranquilla coscienza al tentativo di dar loro forma e valore universale. {{Sc|Umberto Morra di Lavriano.}}
Queste maschere, noi, o ingenui o accorti, non so, le strappiamo senza rimorso alla lettura; ricompaiono, fastidiose e ingombranti, quando ci mettiamo a riflettere, a analizzare. Che siano un utile strumento, e una necessità della vita francse, non neghiamo; ma è ingrata la fatica di volerle estendere, e ci si può opporre con tranquilla coscienza al tentativo di dar loro forma e valore universale. {{Sc|Umberto Morra di Lavriano.}}<section end="s1" />




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I primi tre volumi sono usciti. Gli altri tre usciranno entro giugno. Si spediscono franschi di perle contro voglia di L. B. Tatti gli abbonati agli "Scrittori" del "Baretti" avranno diritto a scegliere un volume fra le altre mostre edizioni letterarie, che sarà loro inviato franco di porto.
I primi tre volumi sono usciti. Gli altri tre usciranno entro giugno. Si spediscono franschi di perle contro voglia di L. B. Tatti gli abbonati agli "Scrittori" del "Baretti" avranno diritto a scegliere un volume fra le altre mostre edizioni letterarie, che sarà loro inviato franco di porto.


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{{A destra|'''Lettere Inglesi.'''}}
{{A destra|'''Lettere Inglesi.'''}}


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''Nella pazzia ella non riuscì: ella dava una completa impressione di gioiosa incoscienza e mostrava di essere così completamente folle che non ci si accorgeva più della follia medesima. Secondo la mia barbosa opinione in tale caso occorrerebbe una esecuzione doppia e contemporanea direi quasi su due piani di coscienza. Sul primo una serena giocondità infantile, sul secondo (che deve essere inespresso ma presente non appariscente ma come intravvisto nella penombra) l’incubo enorme della follia tragica. Senza questa diade — non si riesce a nulla nel caso specifico che ha un riscontro solo: nelle «Baccanti».''
''Nella pazzia ella non riuscì: ella dava una completa impressione di gioiosa incoscienza e mostrava di essere così completamente folle che non ci si accorgeva più della follia medesima. Secondo la mia barbosa opinione in tale caso occorrerebbe una esecuzione doppia e contemporanea direi quasi su due piani di coscienza. Sul primo una serena giocondità infantile, sul secondo (che deve essere inespresso ma presente non appariscente ma come intravvisto nella penombra) l’incubo enorme della follia tragica. Senza questa diade — non si riesce a nulla nel caso specifico che ha un riscontro solo: nelle «Baccanti».''


''Amleto è morto. Disse: il resto ò silenzio. Per noi il silenzio non esiste. In questo secolo la moltitudine anarchica delle percezioni materiali isterilisce senza remissione il segreto fiore dell’anima nostra''. {{A destra|{{Sc|Ahasvero.}}}}
''Amleto è morto. Disse: il resto ò silenzio. Per noi il silenzio non esiste. In questo secolo la moltitudine anarchica delle percezioni materiali isterilisce senza remissione il segreto fiore dell’anima nostra''. {{A destra|{{Sc|Ahasvero.}}}}<section end="s2" />


{{ct|f=100%|t=1|v=.5|'''G. B. PARAVIA & C.'''}}
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