Pagina:Bisi Albini - Donnina forte, Milano, Carrara, 1879.djvu/34: differenze tra le versioni
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– «Sì: lavoravo anche in biancheria, ma ho dovuto smettere. Vede, la bottega è buia, e poi le mani non posso tenerle pulite. Faccio scatole per gli zolfanelli di cucina, quando ho tempo.» |
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Mi avanzai dietro il paravento. |
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Infatti il letto aveva le federe e la coperta candidissime. |
Infatti il letto aveva le federe e la coperta candidissime. |
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Vidi sul cassettone dei libri: ah! i ''Promessi sposi''; i ''Racconti'' |
Vidi sul cassettone dei libri: ah! i ''Promessi sposi''; i ''Racconti''di {{AutoreCitato|Giulio Carcano|Giulio Carcano}}; quelli del {{AutoreCitato|Pietro Thouar|Thouar}} per i fanciulli: la ''Storia Patria''del {{AutoreCitato|Ercole Ricotti|Ricotti}} e il ''Vangelo''del {{AutoreCitato|Gaetano Barni|Barni}}... |
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— «I nostri libri di scuola» disse. «Si ricorda, signora Conny?» |
— «I nostri libri di scuola» disse. «Si ricorda, signora Conny?» |
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— «Perchè mi dici signora? non siamo compagne?» |
— «Perchè mi dici signora? non siamo compagne?» |
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— «Sì: ma lei è sempre la figliola di don Emanuele, ed io del calzolaio. Non insista: è giusto ch’ella dia del tu a me, ed io del lei... a lei... Io le voglio bene ugualmente, sa?» e sorrise arrossendo. |
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— «Brava: allora mi contento.» |
— «Brava: allora mi contento.» |
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