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considerarsi corno il primo nucleo e il più remoto intorno al quale doveva crescere e svol^"ersi la grandezza di Roma. La scoperta delle tombe preromulee è stata una delle pagine più emozionanti della storia degli scavi nel Foro Romano: d’un tratto in mezzo ai tumulti della vita moderna e fra le vestigia della storia romana, la vita dei ])rimitivi abitatori dei colli Tiberini è apparsa dinnanzi ai nostri sguardi, sollevando un lembo del velo che ci nascondeva quella remota civiltà. Due sorta di sepolture, come ho già detto, e che indicano forse due razze distinte, sono radunate nella breve valletta che si apre ai piedi del tempio di Antonino e Faustina: le sepolture a incenerazione e quelle a inumazione.
considerarsi corno il primo nucleo e il più remoto intorno al quale doveva crescere e svolgersi la grandezza di Roma. La scoperta delle tombe preromulee è stata una delle pagine più emozionanti della storia degli scavi nel Foro Romano: d’un tratto in mezzo ai tumulti della vita moderna e fra le vestigia della storia romana, la vita dei primitivi abitatori dei colli Tiberini è apparsa dinnanzi ai nostri sguardi, sollevando un lembo del velo che ci nascondeva quella remota civiltà. Due sorta di sepolture, come ho già detto, e che indicano forse due razze distinte, sono radunate nella breve valletta che si apre ai piedi del tempio di Antonino e Faustina: le sepolture a incenerazione e quelle a inumazione.
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Nelle prime troviamo il grande vaso di terra coperto da un coperchio di tufo convesso, che i latini chiamavano dolniìii. In esso sono contenuti vari vasi votivi di una terracotta grossolana, coperta malamente da una patina nericcia e l’urna cineraria, a forma di capanna, nella quale sono le ossa calcinate del personaggio cui appartenne la sepoltura. Avanzi dei pasti funebri che vennero fatti in onore del morto sono stati identificati in alcuni dei vasi, dove in una specie di poltiglia si ritrovarono fave, chicchi di grano, ossa di montone o di maiale, lische di pesce ed acini d’uva. Lo stesso corredo di vasi e di suppellettili si ha nelle tombe a inumazione, dove lo scheletro giace in mezzo al suo tesoro fittile, in parte di fattura indigena e in parte di provenienza greca. In queste seconde fosse, riescono importanti le sepolture dei due o tre fanciulli al disotto dei dieci anni. — Lo scheletro infantile è racchiuso in un tronco di rovere, tagliato in mezzo per il lungo e scavato rozzamente. — In questo
Nelle prime troviamo il grande vaso di terra coperto da un coperchio di tufo
convesso, che i latini chiamavano dolniìii. In esso sono contenuti vari vasi votivi di una terracotta grossolana, coperta malamente da una patina nericcia e l’urna cineraria, a forma di capanna, nella quale sono le ossa calcinate del personaggio cui appartenne la sepoltura. Avanzi dei pasti funebri che vennero fatti in onore del morto sono stati identificati in alcuni dei vasi, dove in una specie di poltiglia si ritrovarono fave, chicchi di grano, ossa di montone o di maiale, lische di pesce ed acini d’uva. Lo stesso corredo di vasi e di suppellettili si ha nelle tombe a inumazione, dove lo scheletro giace in mezzo al suo tesoro fittile, in parte di fattura indigena e in parte di provenienza greca. In queste seconde fosse, riescono importanti le sepolture dei due o tre fanciulli al disotto dei dieci anni. — Lo scheletro infantile è racchiuso in un tronco di rovere, tagliato in mezzo per il lungo e scavato rozzamente. — In questo