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IL BARETTI MENSILE Le edizioni del Baretti Casella Postale 472 TORINO ABBONAMENTO per 11 1926 L. 10 • Estero L. 15 • Sostenitore L 100 • Un numero separalo t. 1 • CONTO CORRENTE l’OSTAEE Anno III - N. 7 - Luglio 1926 Fondatore: PIERO GOBETTI SO>MAR_IO l^FL IAMBEPIM >f^tlcjV|1"rillnruh’P°*’* d,IU -oloull SI Rie. - C. 1.1 Solini a Vtanls - SILVESTRO OALLICO. lain» agli amiti agl Ilari cha legga - O- FORTUNATO: Oloraanl Am.nilol. - R. ROKDF.L: Noie aul nano roeiano FRITZ von UNRUH poeta della volontà di pace I.
IL BARETTI

MENSILE Le edizioni del Baretti Casella Postale 472 TORINO
Vi sono epoche di transizione o di matura* zione, in cui le più disparate tendenze e i più disparati sforzi vivono, ancora non chiari, nò coscienti di sè, sul medesimo terreno. La nostra ò, letterariamente, talc. E queste epoche paiono destinato a produrre poeti che, se si impongonq a noi, questo ò più per quella volontà di rinnovamento che ò nello loro opere — sparso di poesin, ma ancora piene di troppi elementi intrusi — che non perchè esse ci appaiono, in classica limpidezza, opere Ji sola ed ingenua poesia.
ABBONAMENTO per 11 1926 L. 10 • Estero L. 15 • Sostenitore L 100 • Un numero separalo t. 1 • CONTO CORRENTE l’OSTAEE

Anno III - N. 7 - Luglio 1926
Gli esempi oggi sono parecchi e la critica, quand’ancho non possa giudicare l’opera d’arte so non con puri intendimenti estetici, dove procederò cauta se non vuole soffocare quello che di vivo ò nella creazione poetica.
Fondatore: PIERO GOBETTI

SO>MAR_IO l^FL IAMBEPIM >f^tlcjV|1"rillnruh’P°*’* d,IU -oloull SI Rie. - C. 1.1 Solini a Vtanls - SILVESTRO OALLICO. lain» agli amiti agl Ilari cha legga - O- FORTUNATO: Oloraanl Am.nilol. - R. ROKDF.L: Noie aul nano roeiano
Ma è poi certo che, nolle condizioni d’oggi — se poesia ò vita — ben più troveremo poosia in queste opere convulse c romantiche cho non in una moritura freddezza classica. E ben più godremo di aver sentiti e interpretati — anche se cou torbida irruenza — i problemi del nostro tempo, i problemi della nostra anima, che non se ci saremo appagati di pura forma.
FRITZ von UNRUH

poeta della volontà di pace
Chi avrebbe oggi il coraggio di inseguire, ancora, per lo chiare colline, «tra gli arcipressi foschi», il fanciullo alcionicot La vita è diventala anch» per noi, ne Dio vuole, una cosa molto seria.
I.

Vi sono epoche di transizione o di matura*
Questo dissidio tra forma e contenuto e quest’ansia verso un approfondimento, incombono su tutta l’ultima poesia europea. Ma per lo più pare che gli scrittori restino inferiori al loro compito. Dove troveremo un poeta cho si avvicini a noi come uomo, che senta il nostro doloro di uomini 1 Quali poeti hanno interpretato la guerra, die ancora oggi pesa così terribilmente sul nostro animo, quali hanno sentito l’angoscia del nostro dopo guerra? Ed è per questo ohe so troviamo in un altro clima letterario qualcuno che, ecco, senliajno ha interpretato — in parto almeno — quello cho ò il dolore, la speranza, la fedo di tutti, co ne sentiamo commossi.
zione, in cui le più disparate tendenze e i più

disparati sforzi vivono, ancora non chiari, nò
coscienti di sè, sul medesimo terreno. La nostra
ò, letterariamente, talc. E queste epoche paiono
destinato a produrre poeti che, se si impongonq
a noi, questo ò più per quella volontà di rinnovamento
che ò nello loro opere — sparso di
poesin, ma ancora piene di troppi elementi intrusi
— che non perchè esse ci appaiono, in classica
limpidezza, opere Ji sola ed ingenua poesia.
Gli esempi oggi sono parecchi e la critica,
quand’ancho non possa giudicare l’opera d’arte
so non con puri intendimenti estetici, dove
procederò cauta se non vuole soffocare quello
che di vivo ò nella creazione poetica.
Ma è poi certo che, nolle condizioni d’oggi
— se poesia ò vita — ben più troveremo poosia
in queste opere convulse c romantiche cho non
in una moritura freddezza classica. E ben più
godremo di aver sentiti e interpretati — anche
se cou torbida irruenza — i problemi del nostro
tempo, i problemi della nostra anima, che non
se ci saremo appagati di pura forma.
Chi avrebbe oggi il coraggio di inseguire,
ancora, per lo chiare colline, «tra gli arcipressi
foschi», il fanciullo alcionicot La vita è diventala
anch» per noi, ne Dio vuole, una cosa
molto seria.
Questo dissidio tra forma e contenuto e quest’ansia
verso un approfondimento, incombono
su tutta l’ultima poesia europea. Ma per lo più
pare che gli scrittori restino inferiori al loro
compito. Dove troveremo un poeta cho si avvicini
a noi come uomo, che senta il nostro doloro
di uomini 1 Quali poeti hanno interpretato la
guerra, die ancora oggi pesa così terribilmente
sul nostro animo, quali hanno sentito l’angoscia
del nostro dopo guerra? Ed è per questo
ohe so troviamo in un altro clima letterario
qualcuno che, ecco, senliajno ha interpretato —
in parto almeno — quello cho ò il dolore, la
speranza, la fedo di tutti, co ne sentiamo commossi.
La critica si fa sforzo di affetto.
La critica si fa sforzo di affetto.

E’ stato scritto su questa rivista: c espressionismo
e poesia di guerra sono, in Germania,
E’ stato scritto su questa rivista: c espressionismo e poesia di guerra sono, in Germania, congiunti. L’espressionismo ha veramente dato il meglio di sè a oodesta lirica bollica.

congiunti. L’espressionismo ha veramente dato
Come realizzare più chiaro il vantaggio enorme che la poesia di oggi ha su quella di appena un secolo fa, cho raffrontando, per esempio, le liriche di Alfredo Vagts con quelle di Teodoro Kornerf Al contrario di quello cho il lettore italiano potrebbe aspettarsi forse, le poesie germaniche di guerra sono cosi poco sciovinistiche, così antiretoriche, così intimamente umane, così fremonti di orrore e di pietà, di fratellanza o di mistero che noi siamo indotti a concedere loro la palma tra il vaniloquio della produzione consimile pullulata in altri paesi, su oui la guerra è trascorsa suscitando pari strazio, ma impari potenza di trasfigurarlo in arte. L’espressionismo è veramente la poesia di questa guerra... (E. Giànturco. La lirica tedetea contemporanea).
il meglio di sè a oodesta lirica bollica.

Come realizzare più chiaro il vantaggio enorme
Sono parole vere. Forse a spiegare questo fatto ci può servire la vecchia osservazione di M. de Staòl: «les nations de race germaniquo eont toutes naturollement religieuses».
che la poesia di oggi ha su quella di appena

un secolo fa, cho raffrontando, per esempio, le
E qnnle semolatrice di pensieri religiosi più forte cho non la guerra! E una guerra che la Germania ha sentito, più di noi, in tutta la sua vuota terribilità.
liriche di Alfredo Vagts con quelle di Teodoro

Kornerf Al contrario di quello cho il lettore
Il senso della inutilità della strage pesa sulla nuova poesia.
italiano potrebbe aspettarsi forse, le poesie germaniche

di guerra sono cosi poco sciovinistiche,
Quale differenza infatti, nolla stessa Germania, tra la lirica di Arndt: «Zu den Wnffen:
così antiretoriche, così intimamente umane, così

fremonti di orrore e di pietà, di fratellanza
Zu den Waffcn I — Zur Hòlle mit don welchcu Affenf» — a cui risponde dall’Italia: «Su nell’irto increscioso alemanno!»; c lo parole con cui il più rappresentativo poeta tedesco di oggi introduco il suo libro di guerra in terra di Francia: t Pourquoi done te laissor quitter le Seuil de la patrie natale? — Parco qu’il est tin chose qui, touB, nous Ita: le sang... Parco qu’entre le bercenn et la tombe, nous ne vivons tous ou’uno seule vie, — voilà pourquoi j’ai con fianco ou tu route. Voilà pourquoi j’capòre quo fora compita le message de ton chant — lo chant do nos tourmcuU à tous — do mémo que, de part, et d’autre, — au delà de la figure grimun^ante ou petrifiée de la baine — il y avait encore dea hommes qui cherchaient la verità».
o di mistero che noi siamo indotti a concedere

loro la palma tra il vaniloquio della produzione
consimile pullulata in altri paesi, su oui la
guerra è trascorsa suscitando pari strazio, ma
impari potenza di trasfigurarlo in arte. L’espressionismo
è veramente la poesia di questa
guerra... (E. Giànturco. La lirica tedetea contemporanea).
Sono parole vere. Forse a spiegare
questo fatto ci può servire la vecchia osservazione
di M. de Staòl: «les nations de race
germaniquo eont toutes naturollement religieuses».
E qnnle semolatrice di pensieri religiosi
più forte cho non la guerra! E una guerra
che la Germania ha sentito, più di noi, in tutta
la sua vuota terribilità.
Il senso della inutilità della strage pesa sulla
nuova poesia.
Quale differenza infatti, nolla stessa Germania,
tra la lirica di Arndt: «Zu den Wnffen:
Zu den Waffcn I — Zur Hòlle mit don welchcu
Affenf» — a cui risponde dall’Italia: «Su nell’irto
increscioso alemanno!»; c lo parole con
cui il più rappresentativo poeta tedesco di oggi
introduco il suo libro di guerra in terra di
Francia: t Pourquoi done te laissor quitter le
Seuil de la patrie natale? — Parco qu’il est
tin chose qui, touB, nous Ita: le sang... Parco
qu’entre le bercenn et la tombe, nous ne vivons
tous ou’uno seule vie, — voilà pourquoi j’ai
con fianco ou tu route. Voilà pourquoi j’capòre
quo fora compita le message de ton chant — lo
chant do nos tourmcuU à tous — do mémo que,
de part, et d’autre, — au delà de la figure grimun^ante
ou petrifiée de la baine — il y avait
encore dea hommes qui cherchaient la verità».
II.
II.

Fritz von Unruh può essere considerato corno
Fritz von Unruh può essere considerato corno una delle più nobili figure della letteratura contemporanea europea. I^a critica potrà malcontenta rifiutare gran parte dei suoi drammi, ]>otrà distinguere molto di artificiale nelle sue Opero di prosa. Non per nulla si ò figli di un’epoca così torbida o si è stati catalogati tra i poeti espressionisti (viene quasi involontaria la definizione: espressionismo, ossia incompiutezza di espressione). Ma una cosa noi anche lettori stranieri sentiamo di vivo e di grande in Unruh:
una delle più nobili figure della letteratura

contemporanea europea. I^a critica potrà malcontenta
la profonda umanità della sua anima, o la sua sincerità energica.
rifiutare gran parte dei suoi drammi,

]>otrà distinguere molto di artificiale nelle sue
Fondamentale, in tutta l’opera di Unruh, ò il bisogno di uscire: fuori dai legami del passato o del presento — ad lina nuova vita. Questo bisogno si può spesso mascherare in ideologio © chimere poetiche, ina lo sentiamo sempro, anche nei momenti più grovigliosi, chiaro, impellente ed energico, — motivo, più che di poesia esterna, di tormento intcriore. — Così il pa.
Opero di prosa. Non per nulla si ò figli di un’epoca

così torbida o si è stati catalogati tra i
citiamo di questo poeta — ecco, lo vediamo porsi con una linea tutta chiara o salda — così cho l’energia, la vita, ecco: 9ono dalla parte di chi grida pace, non di chi invoca 1a torbida guerra. Noi sentiamo che questa non ò sovrapposizione politica ad uno stato d’animo interamente personale od idillico (così, ad es.
poeti espressionisti (viene quasi involontaria la

definizione: espressionismo, ossia incompiutezza
il socialismo di Pascoli e di altri poeti), c non ò un passatempo (il comuniSmo di A natole Fran.
di espressione). Ma una cosa noi anche lettori

stranieri sentiamo di vivo e di grande in Unruh:
ce), ma è il tormento stesso del poeta che trova in questa presa di posizione il suo approfondimento, la sua verità.
la profonda umanità della sua anima, o la sua

sincerità energica.
Noi abbiamo del *M una poesia di Unruh, arruolatosi nel 5.o reggimento Uluni: «Il mondo ha bisogno di noi. Ulani... — Il sacro dovere, noi lo adempiremo.— Parigi è la nostra mèta». E di questo combattente non si può dire che è la stanchezza che lo ha rivolto a nuovi ideali, fiacchi.
Fondamentale, in tutta l’opera di Unruh, ò

il bisogno di uscire: fuori dai legami del passato
D’altronde l’energia con oui oggi il poeta si pone come «soldato della paoe» egli l’ha posta in tutta la sua opera, che vibra, tutta appunto, di un immanente significato morale. Insomnia — conviene ripeterò quello che già da altri è stato qui accennato: — egli ha riportato Vethos nella poesia tedesca. E lo ha riportato come poeta e non come moralista, ossia, non ha ragionato, ma ci ha portato i suoi problemi — drammaticamente — senza soluzione preordinata.
o del presento — ad lina nuova vita. Questo

bisogno si può spesso mascherare in ideologio
ma oon quella soluzione implicita elio il tormento dell’uomo le imponeva.
© chimere poetiche, ina lo sentiamo sempro,

anche nei momenti più grovigliosi, chiaro, impellente
Si può dire cho sempre la poesia ò autobiografia — almeno autobiografia interiore — , <* «quanti on parie de soi. la mcillcure muse est la franchise»: Come di de Vigny si ò potuto dire che il problema centrale, il frequento dissidio tra dovere di soldato e coscienza di uomo, ò — come dico Croce — «piuttosto smarrimento e tormento dovuto a delicate sensibilità che non quesito teorico», in Fritz von Unruh abbiamo questo dissidio: dovere di soldato — umanità, allo stato puro, ossia, appunto non quesito teorico, ma tormento profondo e ibrante del poeta e, aggiungiamo, dei suoi contemporanei.
ed energico, — motivo, più che di poesia

esterna, di tormento intcriore. — Così il pa.
Questa immediatezza può muderò alla poesia, ma come, conservare la senilità dì Goethe che, sotto il cannone che segna!•? tappo della pigra campagna di Francia, lia occhi* per lo indagini di scienza naturale — quando tutto il nostro animo è prata dalia tragicità orribile di un macello senza <.» si ‘nl!n piir-’ta umida — gocciola sangue, gì:ci ila sa: mie — dov’ò la mano — cho vi por «un fin t«E’ difficile parlare con In giusta misuri di poeti contemporanei. Spesso l’identicità di pen.
citiamo di questo poeta — ecco, lo vediamo porsi

con una linea tutta chiara o salda — così cho
aiori, di propositi, fa velo alla chiaroveggenza del critico. Ma per intendere un poeta l’essonzialc è porsi nel centro del suo mondo poetico e sentire di quanta verità questo sia permeato e con quanta sincerità sia espresso.
l’energia, la vita, ecco: 9ono dalla parte di

chi grida pace, non di chi invoca 1a torbida
Il problema militare è 9tato posto a Unruh, conio a de Vigny, se è lecito paragonare un poeta d’oggi al più grande poeta franceso del secolo scorso, sin dalla nascita, dalla tradizione di fa.
guerra. Noi sentiamo che questa non ò sovrapposizione

politica ad uno stato d’animo
miglia «jo vis dan» la Noblesse une grande famillu de soldnts héróditnircs, et je ne pensai plus qu’n m’élcvci à la taillc d’un soldat» — o quindi, poi, dalla carriera che ha seguito. Si può dire che la guerra non lo trovasse impreparato ai suoi tormenti.
interamente personale od idillico (così, ad es.

il socialismo di Pascoli e di altri poeti), c non ò
Of filiere è il primo dramma. Il dissidio è tra la vita di caserma o la vita eroica che un giovine ufficiale sogna («a diciott’anni, mio padre era già decorato...»), c, nella vita di campo stessa, tra dovere e impulso libero. Non a torto la situazione ò stata definita falsa: Veroicità non sta nel combattere, come il dissidio fra dovere di uomo o dovere di soldato non si risolve nella difficoltà di interpretazione e di ap.
un passatempo (il comuniSmo di A natole Fran.

ce), ma è il tormento stesso del poeta che trova
pii catione di un ordine, ila quello che vibra in tutto il dramma ò quel bisogno di uscire, di compiere la propria vita, che sarà uno dei temi di Unruh. E la forza drammatica si avvalora da IT esser è lo duo volontà, caserma — vita eroica, rappresentate con ogiiale intensità, quasi uscito da uno stesso bisogno di vita. «Io volevo combattere per un’idea! Aprirò una strada agli altri I Por questo sogno, io ho vissuto, servito...
in questa presa di posizione il suo approfondimento,

la sua verità.
Noi abbiamo del *M una poesia di Unruh,
arruolatosi nel 5.o reggimento Uluni: «Il mondo
ha bisogno di noi. Ulani... — Il sacro dovere,
noi lo adempiremo.— Parigi è la nostra
mèta». E di questo combattente non si può
dire che è la stanchezza che lo ha rivolto a nuovi
ideali, fiacchi.
D’altronde l’energia con oui oggi il poeta si
pone come «soldato della paoe» egli l’ha posta
in tutta la sua opera, che vibra, tutta appunto,
di un immanente significato morale. Insomnia
— conviene ripeterò quello che già da altri è
stato qui accennato: — egli ha riportato Vethos
nella poesia tedesca. E lo ha riportato come
poeta e non come moralista, ossia, non ha ragionato,
ma ci ha portato i suoi problemi —
drammaticamente — senza soluzione preordinata.
ma oon quella soluzione implicita elio il
tormento dell’uomo le imponeva.
Si può dire cho sempre la poesia ò autobiografia
— almeno autobiografia interiore — , <*
«quanti on parie de soi. la mcillcure muse est
la franchise»: Come di de Vigny si ò potuto
dire che il problema centrale, il frequento
dissidio tra dovere di soldato e coscienza di
uomo, ò — come dico Croce — «piuttosto smarrimento
e tormento dovuto a delicate sensibilità
che non quesito teorico», in Fritz von Unruh
abbiamo questo dissidio: dovere di soldato —
umanità, allo stato puro, ossia, appunto non
quesito teorico, ma tormento profondo e ibrante
del poeta e, aggiungiamo, dei suoi contemporanei.
Questa immediatezza può muderò
alla poesia, ma come, conservare la senilità dì
Goethe che, sotto il cannone che segna!•? tappo
della pigra campagna di Francia, lia occhi*
per lo indagini di scienza naturale — quando
tutto il nostro animo è prata dalia tragicità
orribile di un macello senza <.» si ‘nl!n piir-’ta
umida — gocciola sangue, gì:ci ila sa: mie —
dov’ò la mano — cho vi por «un fin t«E’ difficile parlare con In giusta misuri di
poeti contemporanei. Spesso l’identicità di pen.
aiori, di propositi, fa velo alla chiaroveggenza
del critico. Ma per intendere un poeta l’essonzialc
è porsi nel centro del suo mondo poetico
e sentire di quanta verità questo sia permeato
e con quanta sincerità sia espresso.
Il problema militare è 9tato posto a Unruh,
conio a de Vigny, se è lecito paragonare un poeta
d’oggi al più grande poeta franceso del secolo
scorso, sin dalla nascita, dalla tradizione di fa.
miglia «jo vis dan» la Noblesse une grande
famillu de soldnts héróditnircs, et je ne pensai
plus qu’n m’élcvci à la taillc d’un soldat» —
o quindi, poi, dalla carriera che ha seguito. Si
può dire che la guerra non lo trovasse impreparato
ai suoi tormenti.
Of filiere è il primo dramma. Il dissidio è tra
la vita di caserma o la vita eroica che un giovine
ufficiale sogna («a diciott’anni, mio padre
era già decorato...»), c, nella vita di campo
stessa, tra dovere e impulso libero. Non a torto
la situazione ò stata definita falsa: Veroicità
non sta nel combattere, come il dissidio fra
dovere di uomo o dovere di soldato non si risolve
nella difficoltà di interpretazione e di ap.
pii catione di un ordine, ila quello che vibra
in tutto il dramma ò quel bisogno di uscire, di
compiere la propria vita, che sarà uno dei temi
di Unruh. E la forza drammatica si avvalora
da IT esser è lo duo volontà, caserma — vita eroica,
rappresentate con ogiiale intensità, quasi
uscito da uno stesso bisogno di vita. «Io volevo
combattere per un’idea! Aprirò una strada agli
altri I Por questo sogno, io ho vissuto, servito...
O rimane questa giubba solamente una mascherata...! Sentire io voglio... che sono ufficiale...»
O rimane questa giubba solamente una mascherata...! Sentire io voglio... che sono ufficiale...»

- «Adempì il tuo dovere... Non far paragoni!
- «Adempì il tuo dovere... Non far paragoni!

Percorri la tua strada senza titubanza... la
strada diritta del dovere Come tu la per.
Percorri la tua strada senza titubanza... la strada diritta del dovere Come tu la per.

corri, in questo, mio figlio, sii eroel»
corri, in questo, mio figlio, sii eroel»

Verrà la guerra a porro con ben maggioro
intensità, c la rappresentazione duU’aiiisla ne
Verrà la guerra a porro con ben maggioro intensità, c la rappresentazione duU’aiiisla ne larà tanto più completa, il problemi del dovere.

larà tanto più completa, il problemi del dovere.
Tn Of filiere e ih Luis Ferdinand la liberazione
Tn Of filiere e ih Luis Ferdinand la liberazione era intesa come la indicava il comune sentimento; il dovere, sia dovere eroico o dovere quotidiano, entrava nelle vie della tradizione.

era intesa come la indicava il comune sentimento; il dovere, sia dovere eroico o dovere
La via non ora cosi aspra come pareva. Luigi Ferdinando compio la sua liberazione, riaffermando la forza della legge morale, nella morto; ma egli ha per sò l’adesione della sua epoca, o il compito del passato. Nella realtà, la morte del principe caduto a Sdalfeldcn è stata glorificata dai coutcmpor&nci: Madame de Stael dirà che: «l’ardent héroismo dn malheureux prince Luis doit jeter encore quelque gioire sur ses coinpagnons d’armes» — dell’infelice guerra che condusse a Jena gli unici canti che rimarranno tra il popolo sono quelli a gloria del principe Luigi.
quotidiano, entrava nelle vie della tradizione.

La via non ora cosi aspra come pareva. Luigi
Anche l’ingenuo desiderio di gloria scomparirà nella realtà delle trincee. Quello cho ora desiderio di profondità o di verità, e che era schematizzato nel dissidio tra dovere e libertà (il dramma,S (firme che pone questo dissidio, specialmente sotto la forma: tradizione — amore — libera ispirazione capovolgitrice dei valori tradizionali, ò stato iniziato prima della guerra), dovrà percorrere un ben aspro cammino attraverso la dura realtà — ma così si perderà quello che vi era di ideologia, ed avremo la dirotta esperienza del poeta. Alla nostra mente si può parlare di scopi guerreschi c della necessità delle cause di una guerra — la nostra anima chiede un perchè più profondo, cerca, se pure invano, iiiia via d’uscita:
Ferdinando compio la sua liberazione, riaffermando

la forza della legge morale, nella
morto; ma egli ha per sò l’adesione della sua
epoca, o il compito del passato. Nella realtà,
la morte del principe caduto a Sdalfeldcn è
stata glorificata dai coutcmpor&nci: Madame de
Stael dirà che: «l’ardent héroismo dn malheureux
prince Luis doit jeter encore quelque
gioire sur ses coinpagnons d’armes» — dell’infelice
guerra che condusse a Jena gli unici canti
che rimarranno tra il popolo sono quelli a gloria
del principe Luigi.
Anche l’ingenuo desiderio di gloria scomparirà
nella realtà delle trincee. Quello cho ora
desiderio di profondità o di verità, e che era
schematizzato nel dissidio tra dovere e libertà
(il dramma,S (firme che pone questo dissidio,
specialmente sotto la forma: tradizione — amore
— libera ispirazione capovolgitrice dei valori
tradizionali, ò stato iniziato prima della
guerra), dovrà percorrere un ben aspro cammino
attraverso la dura realtà — ma così si
perderà quello che vi era di ideologia, ed
avremo la dirotta esperienza del poeta. Alla
nostra mente si può parlare di scopi guerreschi
c della necessità delle cause di una guerra
— la nostra anima chiede un perchè più profondo,
cerca, se pure invano, iiiia via d’uscita:
*’chi mi può indicare la strada? — chi sa tro.
*’chi mi può indicare la strada? — chi sa tro.

vare un rimedio, se tacciono le labbra di Dio!»
vare un rimedio, se tacciono le labbra di Dio!»

Tn (’)pferg»nfi non abbiamo che una specie
Tn (’)pferg»nfi non abbiamo che una specie di diario: pochi mesi di guerra, un piccolo settore (ma quale!), semplici e jjochi i personaggi, l’azione quasi annullata da questa semplicità, — brevi periodi, brevi tocchi, quasi nessuna descrizione, un fondere noi periodo violento quasi le opposizioni stesso della guerra — ci dà ancora di più il senso tragico della battaglie.
di diario: pochi mesi di guerra, un piccolo settore

(ma quale!), semplici e jjochi i personaggi,
Dopo averlo letto, anche una sola volta, chi non sento che, ecco: Werner, HiUbrand, Kellner.
l’azione quasi annullata da questa semplicità,

— brevi periodi, brevi tocchi, quasi nessuna
il volontario sono diventati — per il martirio silenzioso di milioni di uomini logioneT Già prima in Vor der Entscheidung, poema drammatico (il dramma ò quasi la forma naturale di Unruh) era «l’ulano» che percorre tutti i gironi della dolorante umanità, di questa umanità alla quale la guerra paro abbia veramente «guardato troppo a fondo nel cuore».
descrizione, un fondere noi periodo violento

quasi le opposizioni stesso della guerra — ci
Qiiollo che nel poema era canto: «Dobbiamo patire la fame — e la malattia, — starcone gettati oziosi a terra, — soffrire il freddo, morire»
dà ancora di più il senso tragico della battaglie.

Dopo averlo letto, anche una sola volta, chi
in Opfergang è rivissuto nei particolari di ogni giorno, ma con non meno vigorosa drammaticità:
non sento che, ecco: Werner, HiUbrand, Kellner.

il volontario sono diventati — per il martirio
silenzioso di milioni di uomini logioneT
Già prima in Vor der Entscheidung, poema
drammatico (il dramma ò quasi la forma naturale
di Unruh) era «l’ulano» che percorre tutti
i gironi della dolorante umanità, di questa umanità
alla quale la guerra paro abbia veramente
«guardato troppo a fondo nel cuore».
Qiiollo che nel poema era canto: «Dobbiamo
patire la fame — e la malattia, — starcone
gettati oziosi a terra, — soffrire il freddo, morire»
in Opfergang è rivissuto nei particolari di
ogni giorno, ma con non meno vigorosa drammaticità:
arida o desolata.
arida o desolata.

Siamo ancora al prc/blcma centrale di Unruh:
Siamo ancora al prc/blcma centrale di Unruh:

dovere, libertà: gli uomini, annullati dagli
dovere, libertà: gli uomini, annullati dagli avvenimenti che tutti li dominano e li fanno strumenti («come i) vento solleva lo foglie o non permette ohe sostino, cosi sta, da oggi, diotro a voi una volontà che vi spingo»), si riconquistano nella loro vita interiore. E la riconquista di se stessi, contro questo Sturm che •■i domina, attraverso il dubbio o lo smarrimento («in mo cresce il dubbio. Ripugnanto coinè un fungo di notte. Dicci volto al giorno 10 gli sfuggo. Cento volto egli ritorna»), quanto ò più profonda e vigorosa I La forzA di questa opera di Unruh stA appunto nella mancanza di fede. — l’entusiasmo guerriero ò caduto (ma come è rappresentato bone in tutta la sua ingenuità diciottenne!), ma non è neppure l’imprecazione inutile di un disincantato di poco coraggio — ecco: è la raS90gnazione, che non ò pigra, non si lo menta, ma trova in se stessa la forza per l’azione.
avvenimenti che tutti li dominano e li fanno

strumenti («come i) vento solleva lo foglie o
Si può comprendere cosi il perchè di tanta poca decorazione, di una solennità contenuta in limiti esiguissimi. Ma corno rendere in italiano la foga concisa del tedesco di Unruh — uscito, corno quello di tutti i moderni, dalla rivoluzione espressionista, e insieme così personale?
non permette ohe sostino, cosi sta, da oggi,

diotro a voi una volontà che vi spingo»), si riconquistano
«Werner camminava senza armi, serrando i pugni, davanti alla truppa d’assalto, muto.
nella loro vita interiore. E la riconquista

di se stessi, contro questo Sturm che
Volgendo la sua testa, come quella di un’aquila indietro, ora a distra ora a sinistra, gettava ondate di raccolta energia sopra l’attacco o presso di lui il tamburino lo seguiva come sciolto da ogni legamo. I suoi pugni violacei s’abbassavano sulla polir» del tamburo. Quello che suonava non era una marcia. Era la crescente csprcssione dell’orrore della morte. Orribilmente, ritornava a costringere il canto, spezzato o con.
•■i domina, attraverso il dubbio o lo smarrimento

(«in mo cresce il dubbio. Ripugnanto
vulso, ad un solo ritmo, quasi uscito dal battito stesso ardente o crescente della distruzione. La fiamma covava sotto il bosco, ma non divampavi ancora. — Un Blockhnus dopo l’altro fu ridotto ad un silenzio di morte. Lo armi, grigie, d’acciàio, cannoni c mitragliatrici restavano abbandonate, senza direziono, immobili, dietro l’impetuoso movimento d’avanzata. — Como raggio di sole di maggio il volontario correva fra gli alberi, ora qui ora là, portando gli ordini del capitano. Il suo pugnalo riluceva come metallo fuso. Ed avvenne che, mentre usciva da un Blockhaus, vedendo vicino asè colpiti dei compagni, si precipitò in avanti, e la sua bianca baionetta trapassò tre petti di francesi. Sorridendo, come afferrato da una forza ignota, si aPP°£g‘av® parete sanguinante, mentre Clemens gli gridava-, «avanti, alla terza trim, cea!» «Li ho uccisi e non li posso guardaref>
coinè un fungo di notte. Dicci volto al giorno
Clemens piegò i ginocchi, posante, ma il clamore della battaglia lo tolse corno un automa dalla sua vertigine. Afferrò per un braccio il fanciullo che fissava ancora quei volti irrigiditi, c lo ricacciò avanti nell’assalto».
10 gli sfuggo. Cento volto egli ritorna»), quanto

ò più profonda e vigorosa I La forzA di questa
Abbiamo nell’ultimo libro di Unruh una vigorosa descrizione di quella cho era l’energia interna che animava (ed anima nel ricordo) i capi tedeschi di#guerra. Tutta la severità.di una scuola militare tedesca che preparava gli uomini alla guerra: «Spuria era l’esempio» — la rievocazione di un’energia capace di far devota tutta la vita di un uomo, sacrificio di tutti ri segreti moti del cuore, ad un’idea, sia pure una idea di guerra. Il poeta che è ormai già un «combattente della pace» sa comprendere i suoi avversari Noi andremo più in là — quasi vedromo nella vigorosa saldezza, in quella chiarezza senza illusioni, ma senza dubbi, con cui si pouo per una via non facile, la continuazione di quell’ideale ascetico, e di un ascetismo operoso.
opera di Unruh stA appunto nella mancanza di

fede. — l’entusiasmo guerriero ò caduto (ma
di cui sono grande esempio i fondatori c i consolidatoti ucMo stato prussiano. E a que.
come è rappresentato bone in tutta la sua ingenuità

diciottenne!), ma non è neppure l’imprecazione
sta energia sincera che, come tutto le saldo convinzioni, sa comprendere gli avversari e lo disparate situazioni dobbiamo un senso drammatico pieno di nobiltà o, oserei dire, veramente creatore.
inutile di un disincantato di poco

coraggio — ecco: è la raS90gnazione, che non
ò pigra, non si lo menta, ma trova in se stessa
la forza per l’azione.
Si può comprendere cosi il perchè di tanta
poca decorazione, di una solennità contenuta
in limiti esiguissimi. Ma corno rendere in italiano
la foga concisa del tedesco di Unruh —
uscito, corno quello di tutti i moderni, dalla
rivoluzione espressionista, e insieme così personale?
«Werner camminava senza armi, serrando i
pugni, davanti alla truppa d’assalto, muto.
Volgendo la sua testa, come quella di un’aquila
indietro, ora a distra ora a sinistra, gettava
ondate di raccolta energia sopra l’attacco o
presso di lui il tamburino lo seguiva come sciolto
da ogni legamo. I suoi pugni violacei s’abbassavano
sulla polir» del tamburo. Quello che suonava
non era una marcia. Era la crescente csprcssione
dell’orrore della morte. Orribilmente,
ritornava a costringere il canto, spezzato o con.
vulso, ad un solo ritmo, quasi uscito dal battito
stesso ardente o crescente della distruzione. La
fiamma covava sotto il bosco, ma non divampavi
ancora. — Un Blockhnus dopo l’altro fu ridotto
ad un silenzio di morte. Lo armi, grigie,
d’acciàio, cannoni c mitragliatrici restavano
abbandonate, senza direziono, immobili, dietro
l’impetuoso movimento d’avanzata. — Como
raggio di sole di maggio il volontario correva
fra gli alberi, ora qui ora là, portando gli ordini
del capitano. Il suo pugnalo riluceva come metallo
fuso. Ed avvenne che, mentre usciva da un
Blockhaus, vedendo vicino asè colpiti dei compagni,
si precipitò in avanti, e la sua bianca
baionetta trapassò tre petti di francesi. Sorridendo,
come afferrato da una forza ignota, si
aPP°£g‘av® parete sanguinante, mentre
Clemens gli gridava-, «avanti, alla terza trim,
cea!» «Li ho uccisi e non li posso guardaref>
Clemens piegò i ginocchi, posante, ma il clamore
della battaglia lo tolse corno un automa
dalla sua vertigine. Afferrò per un braccio il
fanciullo che fissava ancora quei volti irrigiditi,
c lo ricacciò avanti nell’assalto».
Abbiamo nell’ultimo libro di Unruh una vigorosa
descrizione di quella cho era l’energia
interna che animava (ed anima nel ricordo) i
capi tedeschi di#guerra. Tutta la severità.di una
scuola militare tedesca che preparava gli uomini
alla guerra: «Spuria era l’esempio» — la
rievocazione di un’energia capace di far devota
tutta la vita di un uomo, sacrificio di tutti ri
segreti moti del cuore, ad un’idea, sia pure una
idea di guerra. Il poeta che è ormai già un
«combattente della pace» sa comprendere i suoi
avversari Noi andremo più in là — quasi vedromo
nella vigorosa saldezza, in quella chiarezza
senza illusioni, ma senza dubbi, con cui
si pouo per una via non facile, la continuazione
di quell’ideale ascetico, e di un ascetismo operoso.
di cui sono grande esempio i fondatori
c i consolidatoti ucMo stato prussiano. E a que.
sta energia sincera che, come tutto le saldo
convinzioni, sa comprendere gli avversari e lo
disparate situazioni dobbiamo un senso drammatico
pieno di nobiltà o, oserei dire, veramente
creatore.
III.
III.

11 libro di gueria (Opfergang) e quello di
11 libro di gueria (Opfergang) e quello di paee (Fliìgel der Nike) sono lo due opero più completo o che ci ottraggono di più; ma ò forse nei tre drammi usciti dopo la guerra, cho un critioo dovrebbe ricercare il centro, caotico e convulso, del mondo poetico di Unruh.
paee (Fliìgel der Nike) sono lo due opero più
completo o che ci ottraggono di più; ma ò forse
nei tre drammi usciti dopo la guerra, cho un
critioo dovrebbe ricercare il centro, caotico e
convulso, del mondo poetico di Unruh.
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