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IL BARETTI
Carpaccio.
Carpaccio.

Il nucleo della pittura di Carpaccio noti à
Il nucleo della pittura di Carpaccio noti à diverso da quello di Gentile Bellini. E’ costituito di spettacoli esotici veneziani colti con 10 stesso gusto di atmosfere e di architettura di Gentile Bellini, ma con un’originalità coloristica più vivace, con una sensibilità più acre e nervosa, con un senso decorativo più completo e armonico, meno freddo, più agile, con astuzia e talvolta persino con finzione di mezzi.
diverso da quello di Gentile Bellini. E’ costituito

di spettacoli esotici veneziani colti con
Dove potesse arrivare la complessità decorativa di Carpaccio si può vedere nella Vita di S. Orsola (Venezia) e in modo più attenuato in S. Giorgio, in S. Gerolamo, in S. Stefano.
10 stesso gusto di atmosfere e di architettura

di Gentile Bellini, ma con un’originalità coloristica
11 gusto e la raffinatezza dei particolari, la ricchezza dei contrasti, la capacità di trattare il soggetto come la natura morta si vede invece nelle Due Cortigiane. Carpaccio è un primitivo, istintivamente colorista, senza preoccupazioni, senza drammi, senza progressi, ina i suoi gialli ambrati sono i primi risultati di colore originale nella pittura veneziana. Appunto perchè il suo sguardo è sempre alle atmosfere e alle architetture, in Carpaccio manca quella coscienza dei valori plastici che si trova in Giovanni Bellini e c’è soltanto episodicamente un certo gusto per la psicologia.
più vivace, con una sensibilità più acre

e nervosa, con un senso decorativo più completo
e armonico, meno freddo, più agile, con
astuzia e talvolta persino con finzione di mezzi.
Dove potesse arrivare la complessità decorativa
di Carpaccio si può vedere nella Vita di
S. Orsola (Venezia) e in modo più attenuato
in S. Giorgio, in S. Gerolamo, in S. Stefano.
11 gusto e la raffinatezza dei particolari, la
ricchezza dei contrasti, la capacità di trattare
il soggetto come la natura morta si vede invece
nelle Due Cortigiane. Carpaccio è un primitivo,
istintivamente colorista, senza preoccupazioni,
senza drammi, senza progressi, ina i
suoi gialli ambrati sono i primi risultati di colore
originale nella pittura veneziana. Appunto
perchè il suo sguardo è sempre alle atmosfere
e alle architetture, in Carpaccio manca quella
coscienza dei valori plastici che si trova in
Giovanni Bellini e c’è soltanto episodicamente
un certo gusto per la psicologia.
Mantegna.
Mantegna.

Padova negli anni di Mantegna era ini centro
intellettuale importante quasi come Firenze.
Padova negli anni di Mantegna era ini centro intellettuale importante quasi come Firenze.

Mantegna è uno dei pittori più originali
del secolo. Un creatore come Masaccio.
Mantegna è uno dei pittori più originali del secolo. Un creatore come Masaccio.

Nel quadro religioso gli è stato maestro Squarcione,
nel gusto delle forme Donatello. Jacopo
Nel quadro religioso gli è stato maestro Squarcione, nel gusto delle forme Donatello. Jacopo Bellini ha suggerito la contemperanza di clementi decorativi alla febbre statuaria di Mantegna.

Bellini ha suggerito la contemperanza di clementi
In Mantegna non c’è più soltanto il realismo poetico dei Bellini o la libertà decorativa di Carpaccio e non c’è ancora l’armonia del movimento, di Giorgione: egli è un plastico primitivo. Si può parlare per lui, come più tardi per Tintoretto, di lina eroica pazzia scenografica. La loro posizione nella pittura veneziana, è violenta, paradossale, assurda.
decorativi alla febbre statuaria di Mantegna.

In Mantegna non c’è più soltanto il
Negli studi di pacifico realismo e di armonia coloristica, essi portano un elemento nuovo e travolgente di movimento. Mantegna porta Donatello, Tintoretto porta Michelangelo. In questo squilibrio tra l’ambiente che trova e quello che vuole imporre, c’è tutta la tragedia di Mantegna: una tragedia tecnica, una passione unicamente artistica, perchè tutta la sua vita pratica scorre tranquilla e felice. Egli è uno dei primi artisti che vivono isolati e tormentati in un loro sogno d’arte che li fa estranei a tutto, selvaggi, intolleranti, I tempi e le commissioni fecero di lui un pittore di opere decorative mentre egli respira un’atmosfera di ricerche eroiche e terribili, di sfida alle impossibilità del mestiere, di concentrazione psicologica eccezionale. Benché l’educazione di Mantegna sia classica e in lui si riscontrino addirittura i gusti dell’erudito, la sua aspirazione è di trattare come valori assolutamente autonomi i valori della pittura.
realismo poetico dei Bellini o la libertà decorativa

di Carpaccio e non c’è ancora l’armonia
Egli è forse il più forte disegnatore dei suoi tempi. Non per nulla la leggenda gli attribuisce l’invenzione dell’incisione. Ma la sua inquietudine ha anche saputo trovare i toni mobili, sensibilissimi, adatti alla sua dura passione.
del movimento, di Giorgione: egli è un plastico

primitivo. Si può parlare per lui, come
I toni del Cristo Morto e del Monte degli Oli veti ne siano una prova.La sua caparbietà era il solo rapporto che egli potesse:avere col suo secolo, secolo di dilettanti come Isabella d’Esfe.
più tardi per Tintoretto, di lina eroica pazzia

scenografica. La loro posizione nella pittura
veneziana, è violenta, paradossale, assurda.
Negli studi di pacifico realismo e di armonia
coloristica, essi portano un elemento nuovo
e travolgente di movimento. Mantegna porta
Donatello, Tintoretto porta Michelangelo. In
questo squilibrio tra l’ambiente che trova e
quello che vuole imporre, c’è tutta la tragedia
di Mantegna: una tragedia tecnica, una
passione unicamente artistica, perchè tutta la
sua vita pratica scorre tranquilla e felice. Egli
è uno dei primi artisti che vivono isolati e
tormentati in un loro sogno d’arte che li fa
estranei a tutto, selvaggi, intolleranti, I tempi
e le commissioni fecero di lui un pittore di
opere decorative mentre egli respira un’atmosfera
di ricerche eroiche e terribili, di sfida
alle impossibilità del mestiere, di concentrazione
psicologica eccezionale. Benché l’educazione
di Mantegna sia classica e in lui si
riscontrino addirittura i gusti dell’erudito, la
sua aspirazione è di trattare come valori assolutamente
autonomi i valori della pittura.
Egli è forse il più forte disegnatore dei suoi
tempi. Non per nulla la leggenda gli attribuisce
l’invenzione dell’incisione. Ma la sua inquietudine
ha anche saputo trovare i toni mobili,
sensibilissimi, adatti alla sua dura passione.
I toni del Cristo Morto e del Monte degli
Oli veti ne siano una prova.La sua caparbietà
era il solo rapporto che egli potesse:avere
col suo secolo, secolo di dilettanti come
Isabella d’Esfe.
Tiziano.
Tiziano.

Tiziano non ha alcuna importanza come fenomeno
storico: egli non è un rivelatore, non
Tiziano non ha alcuna importanza come fenomeno storico: egli non è un rivelatore, non incomincia nessuna via nelle tradizioni veneziane.

incomincia nessuna via nelle tradizioni veneziane.
Dopo Giovanni Bellini e Giorgione era naturale che i pittori veneziani si trovassero a farq quelle opere di colore che erano mature nell’esperienza. Se si guarda lo svolgimento storico, il fenomeno Tiziano è assai meno importante degli altri prima descritti.
Dopo Giovanni Bellini e Giorgione era

naturale che i pittori veneziani si trovassero
Naturalmente questo non è tutto: bisogna guardare le opere. Anche qui, in fatto di risultati, se noi prendiamo i Due Amanti di Paris Bordone o certi ritratti del Lotto, ci troveremo a una altezza non molto diversa’ da quella dei.più ammirati capolavori del Tiziano.
a farq quelle opere di colore che erano mature

nell’esperienza. Se si guarda lo svolgimento
Anche nella vita pratica quest’uomo vanitoso, mescolato a personaggi sempre più grandi di lui, più adulatore che intelligente, bilioso contro Giovanni Bellini, geloso di Tintoretto giovinetto, invidioso persino del Pordenone, avaro, non ci è molto simpatico. Possianw ammirare la sua laboriosità, ma nella sua vita non riusciremo a trovare nè intelligenza nè quell’acutezza di svolgimenti che fa disoernere le difficoltà e i programmi. Tiziano, come fenomeno europeo, è il primo prodotto del reclamismo, della camorra letteraria organizzata.
storico, il fenomeno Tiziano è assai

meno importante degli altri prima descritti.
Metà della sua opera è bluff, riuscito per la complicità di un filibustiere come Aretino.
Naturalmente questo non è tutto: bisogna

guardare le opere. Anche qui, in fatto di risultati,
Nei rapporti tra Aretino e Tiziano, Aretino ci fa,la miglior figura, è l’organizzatore, l’impresario, l’uomo delle trovate. Spesso Tiziano è un’invenzione dell’Aretino. Nei quadri storici, nei quadri religiosi troviamo spesso giochi fittizi, raffinatezze nello sfruttare i tromfie-l’oeil, non più impiegati con la minuziosa cura dell’artefice, clic troviamo in Carpaccio e in Mantegna. Invece Tiziano è uno dei più grandi ritrattisti del mondo..Soltanto Rembrandt c Raffaello lo superano. I suoi sono i ritratti del grande colorista. Laura Dianti, Carlo V, L’uomo del guanto, Flora, sono capola vori.
se noi prendiamo i Due Amanti di

Paris Bordone o certi ritratti del Lotto, ci troveremo
Tiziano è anche interessante nelle opere giovanili, quando non posa ancora a grande pittore, ed è ingenuamente gìorgionesco (Infatti (pieste opere si confondono con quelle di Giorgione. Le altre non più perchè sono leziose, pretenziose).
a una altezza non molto diversa’ da

quella dei.più ammirati capolavori del Tiziano.
Anche nella vita pratica quest’uomo
vanitoso, mescolato a personaggi sempre più
grandi di lui, più adulatore che intelligente,
bilioso contro Giovanni Bellini, geloso di Tintoretto
giovinetto, invidioso persino del Pordenone,
avaro, non ci è molto simpatico. Possianw
ammirare la sua laboriosità, ma nella
sua vita non riusciremo a trovare nè intelligenza
nè quell’acutezza di svolgimenti che fa
disoernere le difficoltà e i programmi. Tiziano,
come fenomeno europeo, è il primo prodotto
del reclamismo, della camorra letteraria organizzata.
Metà della sua opera è bluff, riuscito
per la complicità di un filibustiere come Aretino.
Nei rapporti tra Aretino e Tiziano, Aretino
ci fa,la miglior figura, è l’organizzatore,
l’impresario, l’uomo delle trovate. Spesso Tiziano
è un’invenzione dell’Aretino. Nei quadri
storici, nei quadri religiosi troviamo spesso
giochi fittizi, raffinatezze nello sfruttare i tromfie-l’oeil,
non più impiegati con la minuziosa
cura dell’artefice, clic troviamo in Carpaccio
e in Mantegna. Invece Tiziano è uno dei più
grandi ritrattisti del mondo..Soltanto Rembrandt
c Raffaello lo superano. I suoi sono i
ritratti del grande colorista. Laura Dianti,
Carlo V, L’uomo del guanto, Flora, sono capola
vori.
Tiziano è anche interessante nelle opere
giovanili, quando non posa ancora a grande
pittore, ed è ingenuamente gìorgionesco (Infatti
(pieste opere si confondono con quelle di
Giorgione. Le altre non più perchè sono leziose,
pretenziose).
Tintoretto.
Tintoretto.

Rois des violents chiama Gauthier Tintoretto:
Rois des violents chiama Gauthier Tintoretto:

è odiato dai contemporanei. Invece gli
impressionisti francesi dell’Soo lo proclamano
è odiato dai contemporanei. Invece gli impressionisti francesi dell’Soo lo proclamano loro padre, Manet lo copia. Vita e opere di Tintoretto, con la loro apparizione violenta c incendiaria indicano una mirabile sicurezza.

loro padre, Manet lo copia. Vita e opere di
Tintoretto portava una idea nuova, la sicurezza che fosse vera, la volontà di combattere per imporla: un realismo violento nel movimento c nel chiaroscuro. Siamo ben lon.tani dall’idillio tranquillo del Tiziano, dalla vita leziosa e felice con la ricerca di vaghezza, ricchezza, plauso, ccc. Tintoretto va contro corrente, è un missionario, disprezza denaro e onori, disprezza il quadro facile: con lui abbiamo di nuovo un plastico degno lei quattrocento. I suoi limiti sono i limiti dd fanatico, austero e incendiario. E’ il maestro del Greco.
Tintoretto, con la loro apparizione violenta

c incendiaria indicano una mirabile sicurezza.
Tiziano si spiega con Giorgione. Tintoretto si può giustificare con Michelangelo, ma non si spiega se non si guarda al futuro. E stato un problema per tutti, consolazione per nessuno.
Tintoretto portava una idea nuova, la sicurezza

che fosse vera, la volontà di combattere
Nei momenti di crisi e di rinnovamento ci si ricorda di Tintoretto: perchè le sue ricerche sono inesauribili.
per imporla: un realismo violento nel

movimento c nel chiaroscuro. Siamo ben lon.tani
I suoi ritratti sono perfetti. Il fanatico prende la mano nella composizione. Tintoretto non convince, ma frusta e ispira.
dall’idillio tranquillo del Tiziano, dalla

vita leziosa e felice con la ricerca di vaghezza,
(da un taccuino di appunti per un saggio sulla pittura veneta).
ricchezza, plauso, ccc. Tintoretto va contro

corrente, è un missionario, disprezza denaro
e onori, disprezza il quadro facile: con
lui abbiamo di nuovo un plastico degno lei
quattrocento. I suoi limiti sono i limiti dd
fanatico, austero e incendiario. E’ il maestro
del Greco.
Tiziano si spiega con Giorgione. Tintoretto
si può giustificare con Michelangelo, ma non
si spiega se non si guarda al futuro. E stato un
problema per tutti, consolazione per nessuno.
Nei momenti di crisi e di rinnovamento ci si
ricorda di Tintoretto: perchè le sue ricerche
sono inesauribili.
I suoi ritratti sono perfetti. Il fanatico
prende la mano nella composizione. Tintoretto
non convince, ma frusta e ispira.
(da un taccuino di appunti per un saggio sulla
pittura veneta).
PIERO GOBETTI.
PIERO GOBETTI.

L’artista e il tempo...Figlio del suo secolo è l’artista, ma mal
L’artista e il tempo...Figlio del suo secolo è l’artista, ma mal per lui se ne è insieme l’alunno o, peggio, il favorito- Un nume tutelare lo strappi prestissimo, infante, dal seno materno, lo nutra del latte di un’epoca migliore, lo cresca a maturità sotto il lontano cielo della Grecia. Fatto uomo ritorni poi, straniero, nel suo secolo, non, già per adornarlo della propria persona, per purificarlo bensì coll’ira del figlio d’Agamennone.
per lui se ne è insieme l’alunno o, peggio,

il favorito- Un nume tutelare lo strappi prestissimo,
La materia dovrà prenderla dal presente, la forma invece la deriverà da un più nobile tempo, anzi, al di là d’ogni tempo, dall’assoluta unità inalterabile del proprio essere. Colà nel purissimo etere della stia natura demoniaca’ zampilla la fonte della bellezza immune dalla corruzione delle generazioni e delle età, che sotto di essa s’inabissano i torbidi gorghi Ma come si preserva l’artista dai contagi del tempo, che lo insidiano da ogni parte? Spregiando il giudizio del tempo- In alto egli deve guardare, alla propria dignità e alla legge, non in basso, alla fortuna e al contingente bisogno.
infante, dal seno materno, lo nutra

del latte di un’epoca migliore, lo cresca a maturità
Parimenti scevro della vana operosità, smaniosa d’imprimere un segno personale sopra ogni attimo caduco, e del fatuo entusiasmo, impaziente di misurare i meschini parti del tempo col gran metro dell’assoluto, lasci all’intelletto, che v’è di casa, la sfera del reale, e volga invece i suoi sforzi a produrre, dalla unione del possìbile col necessario, l’ideale. E questo egli esprìma nell’illusione e nella verità, l’imprima nei giuochi della propria fantasia e nella serietà delle proprie azioni, ne impronti tutte le forme, le materiali e le spirituali, e silenzioso lo lanci nel tempo infinito.
sotto il lontano cielo della Grecia. Fatto

uomo ritorni poi, straniero, nel suo secolo, non,
Ma non ad ognuno, nella cui anima arde tal ideale, fu concessa la calma creatrice e il gran potere paziente di chiuderlo nella tacita pietra o d’infonderlo nella sobria parola per affidarlo alle mani fedeli del tempo. Troppo sovente, il divino impulso creatore s’abbatte, spesso senza intermediari, sulla vita del presente e dell’azione, prendendo a trasformare la materia amorfa del mondo morale. Imperiosamente parla all’uomo sensibile l’infelicità del genere umano, e più imperiosamente ancora l’abbiezione di esso; allora l’entusiasmo divampa, e l’acceso desiderio tende, nelle anime vigorose, con impazienza all’azione. Si è però egli chiesto, se tali disordini del mondo morale abbiano offeso la sua ragione, o se non piuttosto abbiano ferito il suo amor proprio?
già per adornarlo della propria persona, per

purificarlo bensì coll’ira del figlio d’Agamennone.
Se non è ancora in chiaro, lo ammaestrerà lo zelo col quale tenderà ad effetti determinati e presto raggiunti. L’impulso morale puro è diretto all’assoluto; per esso il tempo non esiste, e l’avvenire diventa presente, ogni qual volta dal presente si debba di necessità sviluppare.
La materia dovrà prenderla dal presente,

la forma invece la deriverà da un più nobile
Per una ragione inimitata direzione e compimento si equivalgono, cioè la. strada è già percorsa sino in fondo noli appena la si sia scelta.
tempo, anzi, al di là d’ogni tempo, dall’assoluta

unità inalterabile del proprio essere. Colà
Imprimi dunque, — • risponderò al giovine amico della verità e della bellezza, che mi domanda com’egli possa soddisfare, contro le resistenze del secolo, al nobile impulso del suo cuore, — imprimi al mondo, in cui puoi agire, la direzione al bene; e il ritmo tranquillo del tempo porterà esso l’ulteriore sviluppo. E questa direzione l’avrai impressa al tuo mondo se,,insegnando, tu sollevi i suoi pensieri al necessario e all’eterno, se, agendo o formando, fai del necessario e dell’eterno un oggetto dei suoi impulsi. Cadrà l’edificio dell’errore e dell’arbitrio; deve cadere; è già caduto, appena tu sia certo che piega; ma nell’intcriore non solo nell’esteriore nonio esso deve piegare. Educa nel verecondo silenzio del tuo cuore la vincitrice verità, obbiettivala nella bellezza, sì che non soltanto il pensiero le renda omaggio, ma ne accolga, amandolo, l’aspetto c anche il senso. E affinché non ti càpiù di ricevere dalla realtà il modello che tu al la realtà devi dare, guardati d’entrar in così sospetta compagnia prima d’esser nel tuo intimo sicuro d’un seguito idealc.
nel purissimo etere della stia natura demoniaca’

zampilla la fonte della bellezza immune dalla
l’ivi col tuo secolo, ma non esserne la creatura; fornisci ai tuoi contemporanei ciò di cui essi abbisognano, non ciò che lodano.
corruzione delle generazioni e delle età, che

sotto di essa s’inabissano i torbidi gorghi
Senza aver diviso le loro colpe, dividi con nobile rassegnazione le loro pene, c liberamente curvali sotto il giogo eh ’essi ugualmente male sanno e ricusare e sopportare. Col risoluto ardire col quale spregi la loro fortuna mostrerai loro, che non viltà l’assoggetta ai loro dolori.
Ma come si preserva l’artista dai contagi del

tempo, che lo insidiano da ogni parte? Spregiando
Raffigurateli come dovrebbero essere, quando hai da agire su di essi; non raffigurarteli come sono, quando sei tentato d’agire per essi.
il giudizio del tempo- In alto egli deve

guardare, alla propria dignità e alla legge, non
Cerca il loro applauso attraverso la loro dignità, ma attribuisci la loro fortuna a mancanza di valore, così da un canto la tua nobiltà ridesterà la loro, e dall’altro la loro indegnità non distruggerà il tuo scopo. La serietà dei tuoi princìpi li allontanerà da te; ma nel giuoco li potranno ancora sopportare: il gusto è in essi più casto del cuore; e qui tu devi ghermire gli scontrosi fuggitivi. Attaccherai senza successo le loro massime; invano condannerai le loro azioni; addosso al loro ozio invece potrai avanzare con fruito la tua mano formatrice, Scaccia dai loro divertimenti l’arbitrio, la frivolezza, la rozzezza, e senza ch’essi se ne accorgano li allontanerai anche dal loro modo d’agire e, in ultimo, dal loro modo di pensare. Dovunque li incontri, circondali di nobili, di auguste, di geniali forme, chiudili in mezzo ai simboli dell’eccellenza, finché l’idea non abbia vinto la realtà e l’arte la natura.
in basso, alla fortuna e al contingente bisogno.

Parimenti scevro della vana operosità,
smaniosa d’imprimere un segno personale sopra
ogni attimo caduco, e del fatuo entusiasmo,
impaziente di misurare i meschini parti
del tempo col gran metro dell’assoluto, lasci
all’intelletto, che v’è di casa, la sfera del reale,
e volga invece i suoi sforzi a produrre, dalla
unione del possìbile col necessario, l’ideale. E
questo egli esprìma nell’illusione e nella verità,
l’imprima nei giuochi della propria fantasia
e nella serietà delle proprie azioni, ne impronti
tutte le forme, le materiali e le spirituali, e
silenzioso lo lanci nel tempo infinito.
Ma non ad ognuno, nella cui anima arde tal
ideale, fu concessa la calma creatrice e il gran
potere paziente di chiuderlo nella tacita pietra
o d’infonderlo nella sobria parola per affidarlo
alle mani fedeli del tempo. Troppo sovente,
il divino impulso creatore s’abbatte,
spesso senza intermediari, sulla vita del presente
e dell’azione, prendendo a trasformare la
materia amorfa del mondo morale. Imperiosamente
parla all’uomo sensibile l’infelicità del
genere umano, e più imperiosamente ancora
l’abbiezione di esso; allora l’entusiasmo divampa,
e l’acceso desiderio tende, nelle anime
vigorose, con impazienza all’azione. Si è però
egli chiesto, se tali disordini del mondo morale
abbiano offeso la sua ragione, o se non
piuttosto abbiano ferito il suo amor proprio?
Se non è ancora in chiaro, lo ammaestrerà lo
zelo col quale tenderà ad effetti determinati
e presto raggiunti. L’impulso morale puro è
diretto all’assoluto; per esso il tempo non esiste,
e l’avvenire diventa presente, ogni qual
volta dal presente si debba di necessità sviluppare.
Per una ragione inimitata direzione
e compimento si equivalgono, cioè la. strada è
già percorsa sino in fondo noli appena la si sia
scelta.
Imprimi dunque, — • risponderò al giovine
amico della verità e della bellezza, che mi domanda
com’egli possa soddisfare, contro le resistenze
del secolo, al nobile impulso del suo
cuore, — imprimi al mondo, in cui puoi agire,
la direzione al bene; e il ritmo tranquillo del
tempo porterà esso l’ulteriore sviluppo. E questa
direzione l’avrai impressa al tuo mondo se,,insegnando, tu sollevi i suoi pensieri al necessario
e all’eterno, se, agendo o formando, fai
del necessario e dell’eterno un oggetto dei suoi
impulsi. Cadrà l’edificio dell’errore e dell’arbitrio;
deve cadere; è già caduto, appena tu sia
certo che piega; ma nell’intcriore non solo nell’esteriore
nonio esso deve piegare. Educa nel
verecondo silenzio del tuo cuore la vincitrice
verità, obbiettivala nella bellezza, sì che non
soltanto il pensiero le renda omaggio, ma ne accolga,
amandolo, l’aspetto c anche il senso. E
affinché non ti càpiù di ricevere dalla realtà
il modello che tu al la realtà devi dare, guardati
d’entrar in così sospetta compagnia prima
d’esser nel tuo intimo sicuro d’un seguito idealc.
l’ivi col tuo secolo, ma non esserne la
creatura; fornisci ai tuoi contemporanei ciò
di cui essi abbisognano, non ciò che lodano.
Senza aver diviso le loro colpe, dividi con nobile
rassegnazione le loro pene, c liberamente
curvali sotto il giogo eh ’essi ugualmente male
sanno e ricusare e sopportare. Col risoluto ardire
col quale spregi la loro fortuna mostrerai
loro, che non viltà l’assoggetta ai loro dolori.
Raffigurateli come dovrebbero essere, quando
hai da agire su di essi; non raffigurarteli come
sono, quando sei tentato d’agire per essi.
Cerca il loro applauso attraverso la loro dignità,
ma attribuisci la loro fortuna a mancanza
di valore, così da un canto la tua nobiltà
ridesterà la loro, e dall’altro la loro indegnità
non distruggerà il tuo scopo. La serietà
dei tuoi princìpi li allontanerà da te; ma
nel giuoco li potranno ancora sopportare: il
gusto è in essi più casto del cuore; e qui tu
devi ghermire gli scontrosi fuggitivi. Attaccherai
senza successo le loro massime; invano
condannerai le loro azioni; addosso al loro ozio
invece potrai avanzare con fruito la tua mano
formatrice, Scaccia dai loro divertimenti l’arbitrio,
la frivolezza, la rozzezza, e senza ch’essi
se ne accorgano li allontanerai anche dal
loro modo d’agire e, in ultimo, dal loro modo
di pensare. Dovunque li incontri, circondali
di nobili, di auguste, di geniali forme, chiudili
in mezzo ai simboli dell’eccellenza, finché l’idea
non abbia vinto la realtà e l’arte la natura.
Schiller.
Schiller.

(«Sull’educazione estetica dell’uomo»,
Lettera IX; l. v. t )Da
(«Sull’educazione estetica dell’uomo», Lettera IX; l. v. t )Da “I miei penati»

“I miei penati»
di Batjuskov.
di Batjuskov.

Mentre corre dietro a noi
Mentre corre dietro a noi il dio del tempo canuto e devasta il prato fiorito con la spietata falce amico mio, più ratti dietro alla felicità sul canimin della vita voliamo, inebriamoci ai voluttà e la morte precorriamo, strappiam furtivi i fiori sotto il filo della falce e con l’accidia della vita breve allunghiamo, allunghiam Lore!
il dio del tempo canuto

e devasta il prato fiorito
Quando poi le Parche scarne il fil della vita avran filato, e noi nella dimora della notte ai proavi porteranno, compagni amabili, non doletevi per noi 1 A che i singulti lacrimosi, di prezzolati cori la voce?
con la spietata falce

amico mio, più ratti dietro alla felicità
A che questi incensi e della campana il pianto, e languide salmodie su la fredda asse A che?... Ma voi a schiere della luna ai raggi adunatevi e di fiori spargete il queto cenere o gettate su i sepoL''' degli iddìi domestici il simulacro, due nappi, due zufoli, un vilucchio con le foglie:
sul canimin della vita voliamo,

inebriamoci ai voluttà
e il viandante indovinerà senza epigrafi dorate che il cener qui ripe'' di giovani felici!
e la morte precorriamo,

strappiam furtivi i fiori
sotto il filo della falce
e con l’accidia della vita breve
allunghiamo, allunghiam Lore!
Quando poi le Parche scarne
il fil della vita avran filato,
e noi nella dimora della notte
ai proavi porteranno,
compagni amabili,
non doletevi per noi 1
A che i singulti lacrimosi,
di prezzolati cori la voce?
A che questi incensi
e della campana il pianto,
e languide salmodie
su la fredda asse
A che?... Ma voi a schiere
della luna ai raggi
adunatevi e di fiori
spargete il queto cenere
o gettate su i sepoL'''
degli iddìi domestici il simulacro,
due nappi, due zufoli,
un vilucchio con le foglie:
e il viandante indovinerà
senza epigrafi dorate
che il cener qui ripe''
di giovani felici!
(Alfredo Poliedro, trad.).
(Alfredo Poliedro, trad.).

PILLOLE
PILLOLE La scuola del Sen. Rasiignac «Avrei voluto dare — a questo libro — per sottotitolo: Saggio (li critica dinamica od energetica Ma io non saprei altrimenti significare il fine di questo libro, che si propone non di fare una ricostruzione retrospettiva deiropera d’arte, ma piuttosto di accompagnare l’opera d’arte nel suo «divenire» gareggiando con la sua energia creativa, interpretandola e magari contradicendola, ma sempre tenendo conto di tutti gli elementi della sua possibile influenza sulla vita e avendo di mira sopra ogni cosa l’avvenire.
La scuola del Sen. Rasiignac

«Avrei voluto dare — a questo libro — per sottotitolo: Saggio (li critica dinamica od energetica
E’ un genere di critica non molto coltivato in Italia ad onta (sic) del vigoroso impulso che sembrava averle dato, venti o venticinque anni fa, Vincenzo Morello col suo volume Lì* Energia letteraria».
Ma io non saprei altrimenti significare il fine di questo

libro, che si propone non di fare una ricostruzione
retrospettiva deiropera d’arte, ma piuttosto di accompagnare
l’opera d’arte nel suo «divenire» gareggiando
con la sua energia creativa, interpretandola e
magari contradicendola, ma sempre tenendo conto di
tutti gli elementi della sua possibile influenza sulla
vita e avendo di mira sopra ogni cosa l’avvenire.
E’ un genere di critica non molto coltivato in
Italia ad onta (sic) del vigoroso impulso che sembrava
averle dato, venti o venticinque anni fa, Vincenzo
Morello col suo volume Lì* Energia letteraria».
F. Pasini, O, D’Annunzio, Roma, 1925.
F. Pasini, O, D’Annunzio, Roma, 1925.

PIERO GOBETTI - Editore
PIERO GOBETTI - Editore G. Amendola: Una battaglia Liberale» li,— Gen. C. Assum: I,a prima difesa del Grappa a 10,50 C. Avaiina di Gualtieri: Il fascismo a 10,— E. Baiitèllinì: La Rivoluzione in atto a 7,— B Brunello: Il pensiero di Cattaneo a 10,— A. Cappa: Vilfredo Pareto a 5,— A.‘Di Staso: Il problema italiano a 1,50 A. Di Staso: Pregiudizi economici a 6,— G. Dorso: La Rivoluzione Meridionale» 10,— L. Einaudi: Le lotte del lavoro a 10,50 V. G. Galati: Religione e politica a 10,— G. Gangale: La Rivoluz. Protestante a 6,— J. S. Mill: La libertà (con prefazione di L. Einaudi) a 8, F. Nitti: La Pace „ 9, F. Nitti: La Libertà a 5,.
G. Amendola: Una battaglia Liberale» li,—

Gen. C. Assum: I,a prima difesa del
V. Nitti: L’opera di F. Nitti a 12,— N. Parafava: Fissazioni Liberali a 6, G. Prezzolimi: Giovanni Papini a 6,— B. Riguzzi - R. Porcari: La cooperazione operaia a 10,— Francesco Ruffini: Diritti di Libertà a 10, L. Salvatorelli: Nazionaifascismo a 7,50 G. Salvemini: Dal Patto di Londra alla pace di Londra a 16, G. Stolti: La Basilicata senza scuola a 5,— L.
Grappa a 10,50

C. Avaiina di Gualtieri: Il fascismo a 10,—
Sturzo: Pensiero antifascista a 12, L. Sturzo: La libertà in Italia a 5, G. Suckert: Italia Barbara a 8, ■ M. Vinciguerra: Un quarto di suolo (1900-1925), 5,_ Sì spediscono franchi di porto contro vaglia.
E. Baiitèllinì: La Rivoluzione in atto a 7,—

B Brunello: Il pensiero di Cattaneo a 10,—
Le Edizioni del Barefti C. Giardini: Antologia dei Poeti Catalani 14 M. Marchesini: Omero» 8 E. Gianturco: Antologia dei Poeti 7’edeschi» io, P. M. Pugliese: Poesie B 10, C. G. Pini: Adua»
A. Cappa: Vilfredo Pareto a 5,—

A.‘Di Staso: Il problema italiano a 1,50
A. Di Staso: Pregiudizi economici a 6,—
G. Dorso: La Rivoluzione Meridionale» 10,—
L. Einaudi: Le lotte del lavoro a 10,50
V. G. Galati: Religione e politica a 10,—
G. Gangale: La Rivoluz. Protestante a 6,—
J. S. Mill: La libertà (con prefazione
di L. Einaudi) a 8,
F. Nitti: La Pace „ 9,
F. Nitti: La Libertà a 5,.
V. Nitti: L’opera di F. Nitti a 12,—
N. Parafava: Fissazioni Liberali a 6,
G. Prezzolimi: Giovanni Papini a 6,—
B. Riguzzi - R. Porcari: La cooperazione
operaia a 10,—
Francesco Ruffini: Diritti di Libertà
a 10,
L. Salvatorelli: Nazionaifascismo a 7,50
G. Salvemini: Dal Patto di Londra
alla pace di Londra a 16,
G. Stolti: La Basilicata senza scuola a 5,— L.
Sturzo: Pensiero antifascista a 12,
L. Sturzo: La libertà in Italia a 5,
G. Suckert: Italia Barbara a 8, ■
M. Vinciguerra: Un quarto di suolo
(1900-1925), 5,_
Sì spediscono franchi di porto contro vaglia.
Le Edizioni del Barefti
C. Giardini: Antologia dei Poeti Catalani
14
M. Marchesini: Omero» 8
E. Gianturco: Antologia dei Poeti
7’edeschi» io,
P. M. Pugliese: Poesie B 10,
C. G. Pini: Adua»
E* uscito:
E* uscito:

COSTAZZURRA
COSTAZZURRA di MARIO GROMO L. 6 P’una suggestiva descrizione di viaggio intrecciata con una narrazione fine, originale, ricca di personaggi e di vicende, ora sentimentale.
di MARIO GROMO

L. 6
ora ironica, ora poetica. Una personalità compiuta di scrittore.
P’una suggestiva descrizione di viaggio intrecciata

con una narrazione fine, originale,
ricca di personaggi e di vicende, ora sentimentale.
ora ironica, ora poetica. Una personalità
compiuta di scrittore.
Stanno per uscire:
Stanno per uscire:

Amedeo e altri racconti
Amedeo e altri racconti di GIACOMO DEBENE DETTI L. 9 Sono racconti che realizzano un tono musicale attraverso un’attenzione continua ed efficace ai colori psicologici, alle tinte ambient’ali.
di GIACOMO DEBENE DETTI

L. 9
Sono racconti che realizzano un tono musicale
attraverso un’attenzione continua ed efficace
ai colori psicologici, alle tinte ambient’ali.
La narrazione è tutta sostenuta su ragioni liriche.
La narrazione è tutta sostenuta su ragioni liriche.

Si svolge per trapassi melodiosi e rappresenta
il primo tentativo italiano di una introspezione
Si svolge per trapassi melodiosi e rappresenta il primo tentativo italiano di una introspezione che raggiunga un’alta sostenutezza lirica contemporaneamente con una aderente verità psicologica.

che raggiunga un’alta sostenutezza
Giacomo Debenetti si rivela in quest’opera finissimo artista e scrittore dei più interessanti d’Italia.
lirica contemporaneamente con una aderente

verità psicologica.
FRATE JACOPONE di NATALINO SAPEGNO I-,. S Breve, esauriente monografia sulla singolare figura del beato tudertino. Non è un’apologià, nò’ una demolizione: ma una ricostruzione, fondata su basi rigorosamente storiche, dell’uomo e del poeta. La figura di Jacopone viene delimitata nello sfondo del suo tempo, con una precisione e compiutezza ignote ai critici che hanno preceduto il Sapegno, il quale anche per non comuni doti di scrittore si rivela critico di razza. Suggestivi sono gli accostamenti tra la lirica religiosa del frate, e la lirica amorosa contemporanea: i lettori troveranno in questo volume una nuova valutazione della letteratura nostra del duecento finora pascolo di eruditi ■ e di esteti.
Giacomo Debenetti si rivela in quest’opera

finissimo artista e scrittore dei più interessanti
d’Italia.
FRATE JACOPONE
di NATALINO SAPEGNO
I-,. S
Breve, esauriente monografia sulla singolare
figura del beato tudertino. Non è un’apologià,
nò’ una demolizione: ma una ricostruzione,
fondata su basi rigorosamente storiche, dell’uomo
e del poeta. La figura di Jacopone viene
delimitata nello sfondo del suo tempo, con una
precisione e compiutezza ignote ai critici che
hanno preceduto il Sapegno, il quale anche per
non comuni doti di scrittore si rivela critico di
razza. Suggestivi sono gli accostamenti tra la
lirica religiosa del frate, e la lirica amorosa contemporanea: i lettori troveranno in questo volume
una nuova valutazione della letteratura
nostra del duecento finora pascolo di eruditi
■ e di esteti.
Si spediscono franchi ìli porto contro vaglia.
Si spediscono franchi ìli porto contro vaglia.

Archivio Bibliografico
Archivio Bibliografico Libri antichi, esauriti e rari Acquisti, por commissiono, di qualsiasi libro, con diligente e speciale ricerca per lo opero straniere.
Libri antichi, esauriti e rari

Acquisti, por commissiono, di qualsiasi libro, con
Bibliografia di ogni materia o argomento. (Scienze, storia, lottore, eco.).
diligente e speciale ricerca per lo opero straniere.

Bibliografia di ogni materia o argomento. (Scienze,
Consultazioni; senza impegno e senza spesa per qualunque ricerca libraria.
storia, lottore, eco.).

Consultazioni; senza impegno e senza spesa per
Scrivere; ALFREDO GROSSI Via Gemma, 38 — TORINO (3) Direttore Responsabile Piero Zanetti Tipografia Sociale - Pinerolo 1926
qualunque ricerca libraria.
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Direttore Responsabile Piero Zanetti
Tipografia Sociale - Pinerolo 1926
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