Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 2.djvu/186: differenze tra le versioni

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{{Pt|stanza|stanza}} del parallelo di Atene a quello che passa per Babilonia non è minore di duemila e quattrocento stadii, qualora si ammetta per tutto il meridiano quel numero di stadii ch’{{AutoreCitato|Eratostene|Eratostene}} dice. Ma se così è, i monti armeni e quelli del Tauro non potranno essere sotto il parallelo di Atene come vuole Eratostene, ma secondo i suoi calcoli stessi saranno più settentrionali per lo spazio di molte migliaia di stadii.
{{Pt|stanza|distanza}} del parallelo di Atene a quello che passa per Babilonia non è minore di duemila e quattrocento stadii, qualora si ammetta per tutto il meridiano quel numero di stadii ch’{{AutoreCitato|Eratostene|Eratostene}} dice. Ma se così è, i monti armeni e quelli del Tauro non potranno essere sotto il parallelo di Atene come vuole Eratostene, ma secondo i suoi calcoli stessi saranno più settentrionali per lo spazio di molte migliaia di stadii.


Ma oltre che Ipparco si vale di supposizioni già rifiutate per trarne il suo triangolo rettangolo, asserisce anche gratuitamente che l’ipotenusa di questo triangolo, cioè la retta che va da Tapsaco fino a Babilonia, sia di quattromila e ottocento stadii. E nel vero Eratostene dice che questa via costeggia l’Eufrate, e che la Mesopotamia col territorio babilonese è contenuta da un gran cerchio formato dall’Eufrate e dal Tigri, in modo però che la maggior parte della circonferenza è segnata dall’Eufrate. Il perchè la linea retta da Tapsaco a Babilonia non potrebb’essere<ref>Gli Editori francesi e il {{AutoreCitato|Adamantios Korais|Coray}} hanno sostituito alla comune lezione ὅταν παρὰ τὸν Εὐφράτην εἴη, quella proposta dal {{AutoreIgnoto|Bréquigny}} e dal {{AutoreIgnoto|Tyrwhitt}} οὔτ᾽ ἂν, ec.</ref> lungo l’Eufrate, nè di quattromila e ottocento stadii, e nemmanco di una lunghezza che a questa si avvicinasse. Laonde il ragionamento d’Ipparco rimane abbattuto.
Ma oltre che Ipparco si vale di supposizioni già rifiutate per trarne il suo triangolo rettangolo, asserisce anche gratuitamente che l’ipotenusa di questo triangolo, cioè la retta che va da Tapsaco fino a Babilonia, sia di quattromila e ottocento stadii. E nel vero Eratostene dice che questa via costeggia l’Eufrate, e che la Mesopotamia col territorio babilonese è contenuta da un gran cerchio formato dall’Eufrate e dal Tigri, in modo però che la maggior parte della circonferenza è segnata dall’Eufrate. Il perchè la linea retta da Tapsaco a Babilonia non potrebb’essere<ref>Gli Editori francesi e il {{AutoreCitato|Adamantios Korais|Coray}} hanno sostituito alla comune lezione ὅταν παρὰ τὸν Εὐφράτην εἴη, quella proposta dal {{AutoreIgnoto|Bréquigny}} e dal {{AutoreIgnoto|Tyrwhitt}} οὔτ᾽ ἂν, ec.</ref> lungo l’Eufrate, nè di quattromila e ottocento stadii, e nemmanco di una lunghezza che a questa si avvicinasse. Laonde il ragionamento d’Ipparco rimane abbattuto.
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