Pagina:Archivio Glottologico Italiano, vol. 1, 1873.djvu/13: differenze tra le versioni

Mizardellorsa (discussione | contributi)
→‎Pagine SAL 25%: Creata nuova pagina: {{Centrato|{{x-larger|PROEMIO.}}}} Un vocabolario che si viene stampando in Firenze sotto auspici gloriosissimi, rappresenta un principio, o...
 
Stato della paginaStato della pagina
-
Pagine SAL 25%
+
Pagine SAL 75%
Corpo della pagina (da includere):Corpo della pagina (da includere):
Riga 1: Riga 1:
{{Centrato|{{x-larger|PROEMIO.}}}}
{{Centrato|{{x-larger|PROEMIO.}}}}
{{rule|4em}}


{{type|f=250%|U}}n vocabolario che si viene stampando in Firenze sotto auspici gloriosissimi, rappresenta un principio, o un’innovazione, di cui gli riesce far mostra nella prima parola del suo frontispizio, poiché egli si annunzia per ''novo'' anziché ''nuovo'', così riproducendo la odierna pronuncia fiorentina, ch’egli trova urgente di rendere comune a tutta l’Italia, siccome parte integrale dell’odierno linguaggio di Firenze, il qual dev’essere, in tutto e per tutto, quello dall’Italia intiera. La medesima pronuncia fiorentina gli suggerirà, ed egli dovrà accettare, sotto pena di non lieve incoerenza: ''more'' per ''muore''; ''sola'' per ''suòla''; ''fori'' per ''fuori''; io ''noto'' per ''nuoto''; io ''sono'' per ''suono''; ''coco'' per ''cuoco''; ''omini'' per ''uomini''; e via discorrendo. Ora, tutti conoscono, e nessun conosce meglio de’ promotori del ''Novo Vocabolario'', l’intima ragione dell’''uó'' che questi tenta di sbàndire. L’''uó'' italiano, se per comodo de’ lettori qui si vuol ripetere codesta ragione, è normale prodotto dell’''o'' breve latino quando porti l’accento, come l’''ié'' è prodotto normale dell’''e'' breve latina accentata. Laonde avemmo: ''io muóvo'', allato a ''noi moviámo''; ''nuóvo'', allato a ''rinnováre'' e ''novità''; così come avemmo: ''siéde'', allato a ''sedúto''; ''piéde'', allato a ''pedáta''. L’''o'' lungo latino, all’incontro, o l’''e'' lunga latina, quando pur sieno in accento, ci danno sempre la
Un vocabolario che si viene stampando in Firenze sotto auspici
gloriosissimi, rappresenta un principio, o un’innovazione, di cui
gli riesce far mostra nella prima parola del suo frontispizio, poiché
egli si annunzia per novo anziché nuovo, così riproducendo
la odierna pronuncia fiorentina, ch’egli trova urgente di rendere
comune a tutta l’Italia, siccome parte integrale dell’odierno linguaggio
di Firenze, il qual dev’essere, in tutto e per tutto, quello
dall’Italia intiera. La medesima pronuncia fiorentina gli suggerirà,
ed egli dovrà accettare, sotto pena di non lieve incoerenza: more
per muore; sola per suòla; fori per fuori; io noto per nuoto; io sono
per suono; coco per cuoco; omini per uomini; e via discorrendo.
Ora, tutti conoscono, e nessun conosce meglio de’ promotori del
Novo Vocabolario, l’intima ragione dell’uó che questi tenta di
sbàndire. L’wo italiano, se per comodo de’ lettori qui si vuol ripetere
codesta ragione, è normale prodotto dell’o breve latino quando
porti’ l’accento, come Vie è prodotto normale dell’e breve latina
accentata. Laonde avemmo: io muòvo, allato a noi moviàmo; nuòvo,
allato a rinnovare e novità; così come avemmo: siede, allato a
seduto; piede, allato a pedata. L’o lungo latino, all’incontro, o
l'e lunga latina, quando pur sieno in accento, ci danno sempre la