Pagina:Ferrero - Meditazioni sull'Italia, 1939.djvu/153: differenze tra le versioni
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{{Pt|trire|nutrire}}, qualche volta, l’ispirazione dell’arte, di imporgli un orientamento, di scegliere, di giudicare, di premiare e di condannare gli artisti. Ma questa forza non è infinita; e il pubblico puó seguire il crescere della sua arte fino che l’arte si rassegna a rimanere tra i limiti in cui puó sorvegliarla. Un pubblico come quello del quattrocento può essere il sottosuolo opulento dei suoi pittori e dei suoi scultori, fino a che non si pretenda che ammiri da un momento all’altro e con lo stesso candore e calore, la scultura negra, la pittura giapponese, l’architettura siamese. |
{{Pt|trire|nutrire}}, qualche volta, l’ispirazione dell’arte, di imporgli un orientamento, di scegliere, di giudicare, di premiare e di condannare gli artisti. Ma questa forza non è infinita; e il pubblico puó seguire il crescere della sua arte fino che l’arte si rassegna a rimanere tra i limiti in cui puó sorvegliarla. Un pubblico come quello del quattrocento può essere il sottosuolo opulento dei suoi pittori e dei suoi scultori, fino a che non si pretenda che ammiri da un momento all’altro e con lo stesso candore e calore, la scultura negra, la pittura giapponese, l’architettura siamese. |
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