Pagina:Anonimo - Egloga pastorale di Flavia, Pentio, Venezia 1528.djvu/3: differenze tra le versioni

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<poem>{{Capolettera|C|65px}}He vai facendo qui sì solitario
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Phileno mio, in questa solitudine?
;Silverio: Che vai facendo qui sì solitario
Fileno mio, in questa solitudine?
come s’avesse amor, el ciel contrario
come s’avesse amor, el ciel contrario
Ti veggio tutto pien d’amaritudine
Ti veggio tutto pien d’amaritudine
et a trovarti sol forte sgomentomi
{{R|5}}e a trovarti sol forte sgomentomi
amando sempre tu la moltitudine.
amando sempre tu la moltitudine.
Ne poi ch’io ti connosco mai ramentomi
Ne poi ch’io ti connosco mai ramentomi
vderti tanto macilento, et palido
vederti tanto macilento, e palido
Hnde io per ciò di malauoglia fentomi Qutfio
unde io per ciò di malavoglia sentomi
e qualche dolormordente,&■ ualido
{{R|10}}Questo e qualche dolor mordente, e valido
cheti fa gir penfojo,&pien d’accidia
che ti fa gir pensoso, e pien d’accidia
con pafjì lenti & in net uifo fquahdo.
con passi lenti, e in nel viso squalido.
Udrebbe mai alcun tc[à Hinfidia r -,
Arebbe mai alcun tesa l’insidia
contrai tuo greggio fiuto qualche (balio?
contr’al tuo greggie? o fatto qualche strazio?
che fempre infra Pajloriregna Phtuidia.
{{R|15}}che sempre infra Pastori regna l’invidia.
Ouero amore (che mai fi uede fàno
O vero amore (che mai si vede sazio
di far qualche pafior,ne ùo/chipiangere)
di far qualche pastor, ne boschi piangere)
t’ha tolto qualche mo dolce [òlaao?
t’ha tolto qualche mo dolce solazio?
Chi da gran paffion fi [ente tangere
Chi da gran passion si sente tangere
narrarla al jùo amico e gran remedio
{{R|20}}narrarla al suo amico e gran remedio
inuecchiato dolor fi può mal frangere
invecchiato dolor si può mal frangere
Si che charo fratei non prender tedio
Si che caro fratel non prender tedio
non n far più pregar chi fo dtjpofito
non ti far più pregar chi so disposito
intender doue nafeie un tanto ojjedio.
intender dove nascie un tanto assedio.
Non fi può fempre fiare in unpropofito Phileno
;Fileno: Non si può sempre stare in un proposito{{R|25}}
che ciafchcdun che uiue(o car Siluerio)
che ciaschedun che vive (o car Silverio)
conuien che hor rida,hor faccia? oppojito
convien che or rida, or faccia l’opposito
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