Pagina:Rivista italiana di numismatica 1894.djvu/167: differenze tra le versioni

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furono istituite le lotte di questi animali, durante le guerre persiane<ref>{{Sc|Ael}}. V. H., II, 28. </ref>. Fu sacro ad Apollo, al Sole<ref>{{AutoreCitato|Giamblico|Jambl.}}, ''Vita Pythag''., e. XXVII. — {{AutoreCitato| Eliodoro di Emesa|Eliod.}}, ''Aethiop''., e. 3. — Suida, s. v. {{greco da controllare|Ποθαγ}} — {{AutoreCitato|Plutarco|Plut.}}, ''De Pyth. orac-'', XII, p. 400, c. {{AutoreCitato|Luciano di Samosata|{{Sc|Luc.}}}} in ''gall''. 16. </ref>, ad Esculapio<ref>{{AutoreCitato|Johann Friedrich Fischer|Fischer}} ad Plat., ''Phaedon'', p. 498. Nell’Asclepieion ateniese eranvi galli sacri ({{greco da controllare|στρουθοί}}); v. {{AutoreCitato|Claudio Eliano|{{Sc|Ael}}.}} V. II., 10, 17. Riscontra il frammento di una pietra votiva, ivi trovata nel 1876, col gallo; v. {{AutoreCitato|Wilhelm Georg Friedrich Roscher|{{Sc|Roscher}}}}, ''Ausführlich Lexicon'', s. v. Asclepios. </ref>, al dio Luno e ad altri dei, coi quali aveva rapporti meno diretti. Potendo essere attributo di tutte queste divinità, i dotti non furono d’accordo nell’interpretare il gallo delle monete d’Imera. Il {{AutoreCitato|August Boeckh|Boeck}} lo riferisce a Minerva, supponendo che in Imera vi fossero, come in Atene, pubbliche gare di galli<ref>Ad {{AutoreCitato|Pindaro|{{Sc|Pind}}.}}, Olymp., XII. </ref>. Il Rasche<ref>''Lexicon rei numariae'', s. v. Gallus. </ref> lo riferisce al culto di Apollo. Nell’esaminare queste opinioni non ho trovato nessun argomento da addurre in loro sostegno. La più convincente finora mi è parsa quella dell’{{AutoreCitato|Joseph Hilarius Eckhel|Eckhel}}, il quale attribuisce il gallo al culto di Esculapio, che presiedeva alle Terme salutari<ref>D. N., t. I, p. 211 e seg. </ref>.
furono istituite le lotte di questi animali, durante le guerre persiane<ref>{{Sc|Ael}}. V. H., II, 28. </ref>. Fu sacro ad Apollo, al Sole<ref>{{AutoreCitato|Giamblico|{{Sc|Jambl}}.}}, ''Vita Pythag''., e. XXVII. — {{AutoreCitato| Eliodoro di Emesa|Eliod.}}, ''Aethiop''., e. 3. — Suida, s. v. {{greco da controllare|Ποθαγ}} — {{AutoreCitato|Plutarco|Plut.}}, ''De Pyth. orac-'', XII, p. 400, c. {{AutoreCitato|Luciano di Samosata|{{Sc|Luc.}}}} in ''gall''. 16. </ref>, ad Esculapio<ref>{{AutoreCitato|Johann Friedrich Fischer|{{Sc|Fischer}}}} ad Plat., ''Phaedon'', p. 498. Nell’Asclepieion ateniese eranvi galli sacri ({{greco da controllare|στρουθοί}}); v. {{AutoreCitato|Claudio Eliano|{{Sc|Ael}}.}} V. II., 10, 17. Riscontra il frammento di una pietra votiva, ivi trovata nel 1876, col gallo; v. {{AutoreCitato|Wilhelm Georg Friedrich Roscher|{{Sc|Roscher}}}}, ''Ausführlich Lexicon'', s. v. Asclepios. </ref>, al dio Luno e ad altri dei, coi quali aveva rapporti meno diretti. Potendo essere attributo di tutte queste divinità, i dotti non furono d’accordo nell’interpretare il gallo delle monete d’Imera. Il {{AutoreCitato|August Boeckh|Boeck}} lo riferisce a Minerva, supponendo che in Imera vi fossero, come in Atene, pubbliche gare di galli<ref>Ad {{AutoreCitato|Pindaro|{{Sc|Pind}}.}}, Olymp., XII. </ref>. Il Rasche<ref>''Lexicon rei numariae'', s. v. Gallus. </ref> lo riferisce al culto di Apollo. Nell’esaminare queste opinioni non ho trovato nessun argomento da addurre in loro sostegno. La più convincente finora mi è parsa quella dell’{{AutoreCitato|Joseph Hilarius Eckhel|Eckhel}}, il quale attribuisce il gallo al culto di Esculapio, che presiedeva alle Terme salutari<ref>D. N., t. I, p. 211 e seg. </ref>.


Contro l’opinione che il gallo sia da prendersi per simbolo di Apollo sta il fatto che, quando sulle monete questo animale è in relazione certa con quel dio o con altra divinità affine, esso è quasi sempre in unione con l’astro<ref>Cfr. Aquinum ({{AutoreCitato|Raffaele Garrucci|{{Sc|Garrucci}}}}, Le monete dell’Italia antica, LXXXII, 30, 31), Suessa (Garr., LXXXIII, 1), Teanum (Garr., LXXXIII, 12), Cales (Garr., LXXXIII, 16, 17, 18), Neapolis (Garr., LXXXV, 28), Caiatia, Venafrum, Telesia (Garr. LXXXVIII, 16), Camarilla ({{AutoreCitato|Théodore Edme Mionnet|{{Sc|Mionnet}}}}, I, p. 223, n. 124), Dardanus Troad. (Mionn. II, p. 654, n. 168, 172), ecc.; Aes signatum italico (Garr., XIX).</ref>. Ma nella monetazione d’Imera l’astro non è conosciuto. Del resto io ritengo che il significato di questo animale si debba ricercarlo nella religione {{Pt|degl’Ime-|}}
Contro l’opinione che il gallo sia da prendersi per simbolo di Apollo sta il fatto che, quando sulle monete questo animale è in relazione certa con quel dio o con altra divinità affine, esso è quasi sempre in unione con l’astro<ref>Cfr. Aquinum ({{AutoreCitato|Raffaele Garrucci|{{Sc|Garrucci}}}}, Le monete dell’Italia antica, LXXXII, 30, 31), Suessa (Garr., LXXXIII, 1), Teanum (Garr., LXXXIII, 12), Cales (Garr., LXXXIII, 16, 17, 18), Neapolis (Garr., LXXXV, 28), Caiatia, Venafrum, Telesia (Garr. LXXXVIII, 16), Camarilla ({{AutoreCitato|Théodore Edme Mionnet|{{Sc|Mionnet}}}}, I, p. 223, n. 124), Dardanus Troad. (Mionn. II, p. 654, n. 168, 172), ecc.; Aes signatum italico (Garr., XIX).</ref>. Ma nella monetazione d’Imera l’astro non è conosciuto. Del resto io ritengo che il significato di questo animale si debba ricercarlo nella religione {{Pt|degl’Ime-|}}
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