Malìa - Giudizi della Stampa/Il Diritto: differenze tra le versioni

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<poem> ''Roma 1 Giugno 1893''.
 
Ieri sera si è data al Brunetti la prima rappresentazione della nuova opera {{TestoCitato|Malìa}} . L’autore, signor {{Ac|Francesco Paolo Frontini}}, è un giovane maestro di Catania, che completò i suoi studii musicali a Firenze e a Milano; questo è il primo lavoro importante che egli presenta al giudizio del pubblico.
Il nome di {{Ac|Luigi Capuana}} è garanzia dei pregi del libretto scritto ottimamente,. L’argomento presenta uno dei tanti drammi della vita siciliana:
Cola sposa Nedda, quindi s’invaghisce della cognata Jana fidanzata a Nino Jana non bada alle contrarietà e corrisponde alla ardente passione, fino a che si scopre la tresca e Cola si azzuffa col rivale dalle cui mani viene ucciso.
Un pubblico affollato e scelto assiste allo spettacolo,.
Buona la sinfonia di cui si volle il bis Il primo atto è un po’ troppo lungo e monotono, ma ha qualche scena che piace, specie il duetto fra Jana e Nino; nell’atto secondo si volle replicata la preghiera eseguita ottimamente dalla signora Gabbi.
Il migliore, sopra tutti, è l’atto terzo, nel quale si vuole replicalareplicata la cantata di Nedda.
qualche scena che piace, specie il duetto fra Jana e Nino; nell’atto secondo si volle replicata la preghiera eseguita ottimamente dalla signora Gabbi
L’ esecuzioneL’esecuzione lasciò molto a desiderare, se se ne accettua per la prima donna, signora Gabbi, che è una Jana perfettissima; pure applaudilaapplaudita la signora Malatesta, mezzo-soprano; il tenore Marchi potrà piacere di più nelle successive rappresentazioni; degli altri è meglio tacere.
Il migliore, sopra tutti,è l’atto terzo, nel quale si vuole replicala la cantata di Nedda.
In complesso il lavoro è prova dell’ingegno e dello studio del giovane maestro, che fu chiamalochiamato una diecina di volte alla ribalta.
L’ esecuzione lasciò molto a desiderare, se se ne accettua per la prima donna, signora Gabbi, che è una Jana perfettissima; pure applaudila la signora Malatesta, mezzo-soprano; il tenore Marchi potrà piacere di più nelle successive rappresentazioni; degli altri è meglio tacere.
In complesso il lavoro è prova dell’ingegno e dello studio del giovane maestro, che fu chiamalo una diecina di volte alla ribalta.
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