Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/17: differenze tra le versioni

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Filippo Salviati e Giovanfrancesco Sagredo, il primo con la sola dottrina e con la stringatezza delle argomentazioni, il secondo con l’acume delle osservazioni e con l'umore arguto e talvolta satirico, integrano con sintesi mirabile il carattere ed il personaggio di Galileo.
Filippo Salviati e Giovanfrancesco Sagredo, il primo con la sola dottrina e con la stringatezza delle argomentazioni, il secondo con l’acume delle osservazioni e con l'umore arguto e talvolta satirico, integrano con sintesi mirabile il carattere ed il personaggio di Galileo.


Il terzo interlocutore, Simplicio, che col suo nome ricorda il famoso interprete degli scritti Aristotelici, è il rappresentante della scienza conservatrice, che pone il suo fondamento nell'autorità degli scrittori e che non riconosce altri argomenti se non quelli che dalle opere loro possono desumersi; ma non sembra che in esso il Nostro abbia voluto rappresentare una determinata persona, e tanto meno il Papa Urbano VIII, come i nemici del sommo filosofo vollero far credere<ref>Lettera di {{Sc|Benedetto Castelli}} a {{Sc|Galileo }}del 22 dicembre 1635 (Mss. Gal., Par. I, T. XI, car. 161). </ref> prendendone occasione da ciò, che Simplicio ripete nel Dialogo l’argomento del quale il Pontefice soleva servirsi quando si discuteva innanzi a lui il moto della Terra.
Il terzo interlocutore, Simplicio, che col suo nome ricorda il famoso interprete degli scritti Aristotelici, è il rappresentante della scienza conservatrice, che pone il suo fondamento nell’autorità degli scrittori e che non riconosce altri argomenti se non quelli che dalle opere loro possono desumersi; ma non sembra che in esso il Nostro abbia voluto rappresentare una determinata persona, e tanto meno il Papa Urbano VIII, come i nemici del sommo filosofo vollero far credere<ref>Lettera di {{Sc|Benedetto Castelli}} a {{Sc|Galileo }}del 22 dicembre 1635 (Mss. Gal., Par. I, T. XI, car. 161). </ref> prendendone occasione da ciò, che Simplicio ripete nel Dialogo l’argomento del quale il Pontefice soleva servirsi quando si discuteva innanzi a lui il moto della Terra.


Passando ora a parlare dei modi tenuti da noi nel riprodurre quest’opera, diremo anzitutto che abbiamo seguito l'edizione originale<ref>''Dialogo di'' {{Sc|Galileo Galilei}} ''Linceo, Matematico sopraordinario dello Studio di Pisa e Filosofo e Matematico primario del Serenissimo Or. Duca di Toscana, Dove ne i congressi di quattro giornate si discorre sopra i due massimi sistemi del mondo, Tolemaico e Copernicano, proponendo indeterminatamente le ragioni filosofiche e naturali tanto per l'una quanto per l'altra parte''. Con privilegi. In Fiorenza, per Gio. Batista Landini, MDCXXXII. Con licenza de’ Superiori. Negli esemplari completi dell’edizione originale, che non sono molto comuni, precede al frontespizio un’incisione in rame di {{Sc|Stefano della Bella}}, che noi abbiamo riprodotta a pag. 23.<br />Il ''Dialogo'' fu ben tosto tradotto in latino per cura di {{Sc|{{AutoreCitato|Matthias Bernegger|Mattia Bernegger}}}}, e la traduzione latina fu stampata nel 1635 col titolo: ''Systema cosmicum'', authore {{Sc|Galilaeo Galilaei}} Lynceo, Academiae Pisanae Mathematico extraordinario, Serenissimi Magni-Ducis Hetruriae Philosopho et Mathematico primario: in quo quatuor dialogis de duobus maximis mundi systematibus, Ptolemaico et Copernicano, utriusque rationibus philosophicis ac naturalibus indefinite propositis, disseritur. Ex italica lingua latino conversum, ''ecc''. Augustae Treboc, Impensis Elzeviriorum, Typis Davidis Hautti. Anno 1635.</ref>, poiché nessun {{Pt|auto-|}}
Passando ora a parlare dei modi tenuti da noi nel riprodurre quest’opera, diremo anzitutto che abbiamo seguito l’edizione originale<ref>''Dialogo di'' {{Sc|Galileo Galilei}} ''Linceo, Matematico sopraordinario dello Studio di Pisa e Filosofo e Matematico primario del Serenissimo Gr. Duca di Toscana, Dove ne i congressi di quattro giornate si discorre sopra i due massimi sistemi del mondo, Tolemaico e Copernicano, proponendo indeterminatamente le ragioni filosofiche e naturali tanto per l’una quanto per l’altra parte''. Con privilegi. In Fiorenza, per Gio. Batista Landini, MDCXXXII. Con licenza de’ Superiori. Negli esemplari completi dell’edizione originale, che non sono molto comuni, precede al frontespizio un’incisione in rame di {{Sc|Stefano della Bella}}, che noi abbiamo riprodotta a pag. 23.<br />Il ''Dialogo'' fu ben tosto tradotto in latino per cura di {{Sc|{{AutoreCitato|Matthias Bernegger|Mattia Bernegger}}}}, e la traduzione latina fu stampata nel 1635 col titolo: ''Systema cosmicum'', authore {{Sc|Galilaeo Galilaei}} Lynceo, Academiae Pisanae Mathematico extraordinario, Serenissimi Magni-Ducis Hetruriae Philosopho et Mathematico primario: in quo quatuor dialogis de duobus maximis mundi systematibus, Ptolemaico et Copernicano, utriusque rationibus philosophicis ac naturalibus indefinite propositis, disseritur. Ex italica lingua latino conversum, ''ecc''. Augustae Treboc, Impensis Elzeviriorum, Typis Davidis Hautti. Anno 1635.</ref>, poichè nessun {{Pt|auto-|}}