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— La stessa cosa, — balletta Prometeo.
— La stessa cosa, — balletta Prometeo.




Gide non ha mai tanto cercato lettori, quanto il lettore. Quello stesso al quale si rivolgeva Baudelaire:
Gide non ha mai tanto cercato lettori, quanto il lettore. Quello stesso al quale si rivolgeva Baudelaire:
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Ogni opera di Gide si racchiude in un breve volume. Le prime eduzioni, di tiratura limitata, sono introvabili. Ora, man mano che si ristampano è in libercoli di tale formato che paion fatti per stare in tasca, inavvertiti. La somma dei ''Morceaux choiisis'' non soltanto l’aspetto ha di un breviario. Pure «Non portarti dietro il mio libro!» era l’urgente consiglio con cui l’autore delle ''Norritures terrestres'' si raccomandava all’ignoto, al sospirato Nathanael...
Ogni opera di Gide si racchiude in un breve volume. Le prime eduzioni, di tiratura limitata, sono introvabili. Ora, man mano che si ristampano è in libercoli di tale formato che paion fatti per stare in tasca, inavvertiti. La somma dei ''Morceaux choiisis'' non soltanto l’aspetto ha di un breviario. Pure «Non portarti dietro il mio libro!» era l’urgente consiglio con cui l’autore delle ''Norritures terrestres'' si raccomandava all’ignoto, al sospirato Nathanael...


Nathanael, discepolo ideale, vagheggiato, accarezzato. Troppo amato perchè il poeta subito non lo sfugga, non lo discosti, distacchi da sè. «Butta il mio libro, gli dice, non soddisfattici. Non credere che da alcun altro possa esser trovata la ''tua'' verità; più di ogni altra cosa, abbi vergogna di ciò. Se ti cercassi gli alimenti, non avresti fame per mangiarli; se ti preparassi il letto, non avresti sonno per dormirvi».
Nathanael, discepolo ideale, vagheggiato, accarezzato. Troppo amato perchè il poeta subito non lo sfugga, non lo discosti, distacchi da sè. «Butta il mio libro, gli dice, non soddisfartici. Non credere che da alcun altro possa esser trovata la ''tua'' verità; più di ogni altra cosa, abbi vergogna di ciò. Se ti cercassi gli alimenti, non avresti fame per mangiarli; se ti preparassi il letto, non avresti sonno per dormirvi».


Ma Nathanael è ancor tutto inerente all’animo del poeta; nè l’espediente che quasi involontariamente si cela nella effusione lirica sfugge al suo chiaro sguardo: «Sono stanco di fingere di educare qualcuno. Quand’ho mai detto che ti volevo simile a me? — E’ perché differisci da me che ti amo; non amo in te che quel che da me differisce. Educare! — Chi educherei dunque se non me stesso? Nathanael, te lo dirò? io mi sono interminabilmente educato. Continuo. Io non mi stimo mai se non in quel che potrei fare».
Ma Nathanael è ancor tutto inerente all’animo del poeta; nè l’espediente che quasi involontariamente si cela nella effusione lirica sfugge al suo chiaro sguardo: «Sono stanco di fingere di educare qualcuno. Quand’ho mai detto che ti volevo simile a me? — E’ perché differisci da me che ti amo; non amo in te che quel che da me differisce. Educare! — Chi educherei dunque se non me stesso? Nathanael, te lo dirò? io mi sono interminabilmente educato. Continuo. Io non mi stimo mai se non in quel che ''potrei'' fare».


Fin dagli inizi dell’opera di Gide questa figura si vede che gli si propone di continuo, ma che non gli riesce, che non può ancora liberare da sè. Timida dapprima, ma pur tendenziosa, la riconosciamo in Davide, cui tragicamente, doloroso e miserevole a un tempo, si contrappone Saul indemoniato; poi in Neolottolemo preso a mezzo tra Ulisse e Filottete; più oltre sono Charles Bocage e Moktir volta a volta che vi alludono; il Figliuol prodigo li assomma tutti nella sua confessione — quand’ecco alfine balzar vivo Lafeadio e uscir pel mondo, dove già e come ognuno per la sua via van Fabrizio del Dongo, James Steerforth, Lord Jim o Arcadio Macarovich.
Fin dagli inizi dell’opera di Gide questa figura si vede che gli si propone di continuo, ma che non gli riesce, che non può ancora liberare da sè. Timida dapprima, ma pur tendenziosa, la riconosciamo in Davide, cui tragicamente, doloroso e miserevole a un tempo, si contrappone Saul indemoniato; poi in Neolottolemo preso a mezzo tra Ulisse e Filottete; più oltre sono Charles Bocage e Moktir volta a volta che vi alludono; il Figliuol prodigo li assomma tutti nella sua confessione — quand’ecco alfine balzar vivo Lafeadio e uscir pel mondo, dove già e come ognuno per la sua via van Fabrizio del Dongo, James Steerforth, Lord Jim o Arcadio Macarovich.