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{{c|sv=c2|Come il Grande Cane donò a li due frategli la tavola de l’oro.}}
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Quando lo Grande Cane ebbe isposta l’ambasciata a li due frategli e al barone suo, si li diede una tavola d’oro, ove si contenea che gli messagi, in tutte parti ove andassero, li fosse fatto ciò che loro bisognasse; e quando li messagi furo apparecchiati di ciò che bisognava, presero comiato e missersi in via. Quando furo cavalcati alquanti die, lo barone ch’era co’ gli frategli non potté più cavalcare, ch’era malato, e rimase a una città [ch’ha nome Alau]. Li due frategli lo lasciare e missersi in via; e in tutte le parti ov’egli giugneano gli era fatto lo maggiore onore del mondo, per amore de la tavola: si che gli due frategli giunsero a Laias. E si vi dico ch’egli penàro a cavalcare tre anni; e questo venne, che non poteano cavalcare per lo malo tempo e per li fiumi ch’erano grandi.
Quando lo Grande Cane ebbe isposta l’ambasciata a li due frategli e al barone suo, si li diede una tavola d’oro, ove si contenea che gli messagi, in tutte parti ove andassero, li fosse fatto ciò che loro bisognasse; e quando li messagi furo apparecchiati di ciò che bisognava, presero comiato e missersi in via. Quando furo cavalcati alquanti die, lo barone ch’era co’ gli frategli non potté più cavalcare, ch’era malato, e rimase a una città [ch’ha nome Alau]. Li due frategli lo lasciare e missersi in via; e in tutte le parti ov’egli giugneano gli era fatto lo maggiore onore del mondo, per amore de la tavola: si che gli due frategli giunsero a Laias. E si vi dico ch’egli penàro a cavalcare tre anni; e questo venne, che non poteano cavalcare per lo malo tempo e per li fiumi ch’erano grandi.