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Versione delle 15:58, 3 mar 2018

VITTORIA COLONNA 619 che fa, vedo sempre al fine che son della sua divina carità, arsa ed estinta di maniera, signor mio, che ardisco dire che me ne ha presa, per Dio grazia, qualche scintilla, sicché non serbo la metà dell'ama- ritudine che sentirei in tutte le difficoltà e molestie che mi occor- sero: e con certi suoi amorosi e dolci modi cristiani ha fatto che, in due anni, io non ho saputo dove mi tener la testa.... ma in que- sto caos mi fece sentire che doveva alzare gli occhi in un altro modo a quel lume, che poteva illuminare lui secondo li miei bisogni, e non secondo la mia volontà. E cosi fo, ogni cosa reputando egual- mente venir da Cristo, pigliando sommo piacere delle consolazioni, quando Dio per suo mezzo le manda a me.... Quando non vengono, non quanto solevo mi doglio, ma mi umiho, o a dir meglio, cerco di umiharmi ». « Sto bene in questo silenzio (di Viterbo) e quanto più, per grazia di Dio, il gusto, più compassione ho alla signoria vostra reveren- dissima: ma il Signore con tanta pace le parli dentro, che non senta li strepiti di fuora, come la mia debilità li sentiva.... Considerando Io stato di vostra signoria reverendissima, non so se più compas- sione gli debbo avere o quando è con le turbe servendo Cristo nelli suoi fratelli, o quando è solo con Cristo, vedendo i fratelli di lui: massime che, essendo il corpo in fatica, e la mente desiderando la solitudine, mi fa chiaro il copioso fonte d'ogni grazia non gli lascia tanta sete senza dargli spesso qualche dolce poto, acciocché o col desiderio o coU'effetto sostenga la sua cristianissima vita ». « Avendomi detto che non lo laudi mai, mi bisogna tacere. Che se in questa materia avessi potuto allargarmi, vostra signoria reve- rendissima avria visto il caos d'ignoranza ove io era e il labirinto di errori ov'io passeggiava sicura, vestita di quell'oro di luce, che stride senza star saldò al paragone della fede, né affinarsi al fuoco della vera carità: essendo continuo col corpo in moto per trovare quiete, e con la mente in agitazione per aver pace. E Dio volle che da sua parte mi dicesse Fiat lux, e che mi mostrasse esser io niente, e in Cristo trovare ogni cosa ». < — Sapendo io il credito che monsignor ha alla signoria vostra e la reverenza che monsignor Luisi {Priuli) e monsignor Marcan- tonio {Flaminio) le hanno, la supplico a tenerli spesso ricordati che attendano con ogni possibil diligenza alla sua guardia, lasciando in questo a sua signoria la guardia severissima della sua intrepida fede.