Pagina:Polo - Il milione, Laterza, 1912.djvu/21: differenze tra le versioni
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{{c|sv=c2|Come il Grande Cane donò a li due frategli la tavola de l’oro.}} |
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Quando lo Grande Cane ebbe isposta l’ambasciata a li due frategli e al barone suo, si li diede una tavola d’oro, ove si contenea che gli messagi, in tutte parti ove andassero, li fosse fatto ciò che loro bisognasse; e quando li messagi furo apparecchiati di ciò che bisognava, presero comiato e missersi in via. Quando furo cavalcati alquanti die, lo barone ch’era co’ gli frategli non potté più cavalcare, ch’era malato, e rimase a una città [ch’ha nome Alau]. Li due frategli lo lasciare e missersi in via; e in tutte le parti ov’egli giugneano gli era fatto lo maggiore onore del mondo, per amore de la tavola: si che gli due frategli giunsero a Laias. E si vi dico ch’egli penàro a cavalcare tre anni; e questo venne, che non poteano cavalcare per lo malo tempo e per li fiumi ch’erano grandi. |
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Quando lo Grande Cane ebbe isposta l’ambasciata a li due |
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frategli e al barone suo, si li diede una tavola d’oro, ove si |
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Or si partirò da Laias, e vennero ad Acri del mese d’aprile, nell’anno<ref>Fr. 1260.</ref> 1272, e quivi seppero che ’1 papa era morto, lo quale avea nome papa Clemente. Li due frategli andàro a uno savio legato, ch’era legato per la Chiesa di Roma nelle terre d’Egitto, e era uomo di grande autoritade, e avea nome messer Odaldo (Teobaldo) da Piacenza. E quando li due frategli li dissero la cagione perché andavano al papa, lo legato se ne diede grande <section end="s2" /> |
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fatto ciò che loro bisognasse; e quando li messagi furo apparecchiati |
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di ciò che bisognava, presero comiato e missersi in via. |
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Quando furo cavalcati alquanti die, lo barone ch’era co’ gli frategli |
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non potté più cavalcare, ch’era malato, e rimase a una |
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città [ch’ha nome Alau]. Li due frategli lo lasciare e missersi |
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in via; e in tutte le parti ov’egli giugneano gli era fatto lo maggiore |
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onore del mondo, per amore de la tavola: si che gli due |
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frategli giunsero a Laias. E si vi dico ch’egli penàro a cavalcare |
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tre anni; e questo venne, che non poteano cavalcare per |
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lo malo tempo e per li fiumi ch’erano grandi. |
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Or si partirò da Laias, e vennero ad Acri del mese d’aprile, |
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nell’anno<ref>Fr. 1260.</ref> 1272, e quivi seppero che ’1 papa era morto, lo quale |
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avea nome papa Clemente. Li due frategli andàro a uno savio |
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legato, ch’era legato per la Chiesa di Roma nelle terre d’Egitto, |
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e era uomo di grande autoritade, e avea nome messer Odaldo |
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(Teobaldo) da Piacenza. E quando li due frategli li dissero la |
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cagione perché andavano al papa, lo legato se ne diede grande |