Pagina:Tozzi - Giovani, Treves, 1920.djvu/255: differenze tra le versioni
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l/OMHHA DELLA GIOVINEZZA |
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— Mi faceva bene. |
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— E io invece avrei bisogno di sfare in città. |
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Per cambiare, forse. |
— E io invece avrei bisogno di stare in città. Per cambiare, forse. |
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— Sceglieremo dove vuoi tu. |
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la fattoria. |
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E s’egli si metteva a raccontarle come viveva |
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insieme con. il fratello, ella stava attenta come |
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E s’egli si metteva a raccontarle come viveva insieme con il fratello, ella stava attenta come per capire bene e per far piacere a lui; ma da sè non gli chiedeva mai niente e nè meno voleva sapere quend’egli l’avrebbe sposata. Pareva che non gliene importasse, rimettendosi del tutto alla volontà di lui. |
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per capire bene e per far piacere a lui; ma; da |
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sè 11011 gli chiedeva mai itierifje e nè meno voleva |
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Ma, una domenica, Orazio trovò il fratello ad aspettarlo un cento metri dalla fattoria. Il fratello era fuori di sè e gli gridò: |
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sapere quend’cgli l’avrebbe sposata. Patreva che |
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non gliene importasse, rimettendosi del tutto |
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— Io non so, perchè tu lasci in abbandono i nostri affari! Se non ci fossi io, a quest’ora saremmo due mendicanti. Hai capito che anche tu devi mettere la testa al posto? Sei un vigliacco, verso di me. |
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alla volontà di lui. |
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Ma, una domenica, Orazio trovò il fratelli« |
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ad aspettarlo un cento metri dalla; fattoria. Il |
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fratello era fuori di sè e gli gridò: |
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— Io non so, perché tu lasci in abbandono |
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i nostri affari ! Se non ci fossi io, a quest’ora sa¬ |
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remmo due mendicanti. Hai capito che anche |
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tu devi mettere la testa al posto? Sci un vigliac¬ |
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co, verso di me. |
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Orazio gli chiese: |
Orazio gli chiese: |
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— Che ti prende così all’improvviso? |
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finita in qualunque modo li piaccia. |
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