Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/575: differenze tra le versioni
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sulla buona strada, nel mezzo traviano, sinchè si rimettono al buon sentiero<ref>Come ciò si combina coll’indefinito progresso, da lui in altri luoghi sostenuto al modo di {{AutoreCitato|Nicolas de Condorcet|Condorcet}}?</ref>. In fatto, da principio la quantità venne considerata non altrimenti di qualunque altro fenomeno naturale, lavorandosi sul circolo come sarebbesi fatto sopra un animale od un minerale; deducendo i caratteri, le derivazioni, le connessioni, i passaggi della quantità, così da formarne un tutto armonico e connesso. Subentrò poi il lusso della scienza all’economia, la difficoltà all’agevolezza; si sostituirono idee di risultamento affatto eterogenee alla ingenuità di questa scienza, le cui poche nozioni radicali sono semplici, e generate da segreta unità. |
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GIANDOMENICO ROMAGNOSI |
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Enrico Wronski fu il primo a posar il teorema generale e il problema finale delle matematiche; ed è il progresso più importante che in quelle siasi fatto dopo trovato il calcolo infinitesimale. Egli pretende provare assolutamente falso il calcolo delle funzioni di Lagrangia, e che converrà rinunziare a coteste teoriche complicatissime, non possibili se non per la natura del calcolo che pretendono spiegare. Romagnosi, mal comprendendolo, eppur talvolta seguendolo nelle idee metafisiche, osteggia gli infinitesimi; confessa non esser approfondito nell’algebra (''Disc. II''), fino a lasciar indecisi sull’esattezza delle funzioni analitiche, contenenti i principj del calcolo differenziale; sbizzarrisce sulla simbolica numerica e sull’algoritmo pitagorico. |
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sulla buona strada, nel mezzo traviano, sinché si rimettono al buon |
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sentiero (39). In fatto, da principio la quantità venne considerata |
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Cercata l’indole e la generazione naturale dei primitivi concetti matematici, discorre sull’oggetto, le parti e lo spirito di quelle dottrine; poi dell’unificazione matematica come operazione di calcolo e come ordinamento della scienza logica e morale, criticando, sia nella scelta, sia ne’ confini, sia nell’ordine, i metodi usitati nell’insegnamento, che l’hanno ridotto a tale aridità ed astrazione, da ributtar ogni spirito generoso; che s’insegni l’algebra prima d’aver esaurita la geometria elementare, nè ben conosciuta e simboleggiata la teorica sì speciale che generale delle ragioni e proporzioni; che sia imperfetta la definizione delle idee meno ovvie, e senza mostrar le genesi logiche, nè illustrarne i termini con lucidi esempj; che si presentino brani staccati, sotto forma d’improvvisi problemi e teoremi, in luogo d’un complesso unito e dedotto, affrettandosi ai |
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non altrimenti di qualunque altro fenomeno naturale, lavorandosi |
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sul circolo come sarebbesi fatto sopra un animale od un minerale ; |
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deducendo i caratteri, le derivazioni, le connessioni, i passaggi della |
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quantità, cosi da formarne un tutto armonico e connesso. Subentrò |
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poi il lusso della scienza all'economia, la difficoltà all'agevolezza; si |
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•sostituirono idee di risultamento affatto eterogenee alla ingenuità di |
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questa scienza, le cui poche nozioni radicali sono semplici, e gene- |
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rate da segreta unità. |
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Enrico Wronski fu il primo a posar il teorema generale e il pro- |
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blema finale delle matematiche; ed è il progresso più importante |
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che in quelle siasi fatto dopo trovato il calcolo infinitesimale. Egli |
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pretende provare assolutamente falso il calcolo delle funzioni di |
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Lagrangia, e che converrà rinunziare a coteste teoriche complicatis- |
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sime, non possibili se non per la natura del calcolo che pretendono |
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spiegare. Romagnosi, mal comprendendolo, eppur talvolta seguendolo |
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nelle idee metafisiche, osteggia gli infinitesimi; confessa non esser |
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approfondito nell'algebra (Disc. II), fino a lasciar indecisi sull'esat- |
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tezza delle funzioni analitiche, contenenti i principj del calcolo dif- |
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ferenziale; sbizzarrisce sulla simbolica numerica e sull'algoritmo pi- |
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Cercata l'indole e la generazione naturale dei primitivi concetti |
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matematici, discorre sull'oggetto, le parti e lo spirito di quelle dot- |
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trine; poi dell'unificazione matematica come operazione di calcolo |
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e come ordinamento della scienza logica e morale, criticando, sia |
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nella scelta, sia ne' confini, sia nell'ordine, i metodi usitati nell'in- |
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segnamento, che l'hanno ridotto a tale aridità ed astrazione, da ri- |
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buttar ogni spirito generoso; che s'insegni l'algebra prima d'aver |
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esaurita la geometria elementare, nè ben conosciuta e simboleggiata |
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la teorica si speciale che generale delle ragioni e proporzioni; che |
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sia imperfetta la definizione delle idee meno ovvie, e senza mostrar |
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le genesi logiche, nè illustrarne i termini con lucidi esempj ; che si |
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presentino brani staccati, sotto forma d'improvvisi problemi e teo- |
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remi, in luogo d'un complesso unito e dedotto, affrettandosi ai |
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(39) Come ciò si combina coH'indefìnilo progresso, da lui in altri luoghi soste- |
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nuto al modo di Condorcel? |