Istoria genealogica delle famiglie nobili toscane et umbre - Famiglia de' Pichi: differenze tra le versioni

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''Arbitres nobiles, egregi Viri, Lucas Ioachinus Fratres, filij Guidonis Nerij de Pichis de dicto burgo, inter Nobiles, egregios Viros D. Cristophorum q. Nardi Neri de Pichis iuris peritum, Angelus eius fratrem filium dicti Nardi pro se, Vira eius item dicti Cristophori nipote, olim filio alterius Vici Nardi Predicti, ex una, urbanum q. Mei Neri de Pichis,ex altera;''
 
il quale istrumento si conferma appresso il Sig. Bali Leonardo Pichi. Di Cristofero nasce Fabiano, il quale si legge Priore di Fraternità, estratto l’anno 1479. E generò Lionetto Padre di Fabiano, che generò Alessandro, i quali tutti si leggono nel lib. Dell’Estimo, che vegliava l’anno 1565. Che dice, Alessandro di Fabiano di LionettoPichi, il quale libro si conserva nella Cancelleria della detta Città di Sansepolcro Quartiere di San Giovanni alla suddetta porta. Alessandro generò Francesco padre di Silvestro, e Carlo vivente; Silvestro generò Francesco Vivente, come per fede del Battesimo. Angelo figliuolo di primo Nardo generòun’altro Nardo padre di Francesco, il quale si vede al Catasto, che si conferma in detta cancelleria alla Porta di Francesco suddetto, che dice, Francesco d’Angelo Pichi; il qual Nardo fu de’ Priori l’anno 1482. Francesco generò il Capitano Alessandro, il quale si legge in una comparsa in pubblica formaa’ 5 Gennaio 1532. Per una lite vertente inter Alessandrum Francisci Nardi de Pichi ex una , Comitem Bernardum de Palamidessibus, il quale si conferma presso il detto Balì Pichi. Questo Alessandro generò Panfilo, come si legge al sopraccitato Catasto; e fu padre di Lionardo, che generò il Dottor Panfilo vivente padre di Lionardo, e Giulio viventi. Da Lodovico figliuolo del primo Nardo nasce tutta la generazione de Pichi Signori, e Padroni del Castello di Sorci; e generò un altro Lodovico, come si è provato sopra, che fu padre di Carlo, che generò Ottaviano, come si vede al sopraccitato Catasto nel libro dell’Estrazioni. Ottaviano generò Lodovico, e Alessandro Lodovico generò Clarice , natali della Signora Alfonsina di Gio Battista Pichi, che fu maritata al Sig. Dottor Alessandro Brindagli d’Arezzo Signore di Ranco, e viene nominata al Battesimo Clarice Anna Eusebia, come in detti libri de’ Battesimi, e dal contratto dotale; i fratelli suoi siglioli di Lodovico suddetto si chiamarono Lionardo, Valerio, e Ottaviano. Lionardo fu padre di Camillo, che generò il Balì Lionardo vivente padre di Francesco vivente. Valerio generò Rutilio, che fu padre di Valerio, e di Alfonso viventi; e Valerio ha un figliolo, che si chiama Rutilio. Di Ottaviano però sopraddetto, oltre il suddetto Lodovico furono figlioli Alessandro Marcantonio,Camillo,e Carlo, i quali tutti insieme si leggono in una sentenza data contro i Capitani di Parte, per la presentazione de’ Rettori della Chiesa di S. luthio, o Eleuterio, cum omnibus suis iuribus, et pertinentijs, et annexis de Castro Sorcij, data in Firenze a’ 17 Dicembre 1557. Rogata da Ser Luca di Jacopo di Giannotto de’ Fabbroni da Marradi Cittadino Fiorentino, la quale si conferma appresso il predetto Balì Lionardo Pichi. M.Ottaviano fu padre di Gio Maria , e di Gio Battista; Gio Maria non ebbe figlioli maschi, ma una femmina sola chiamata Florida oggi moglie del Conte Asdrubale Matauti; Gio battista fu padre del Tenente Ottaviano, e di Patrizio Viventi. Alessandro dunque figliuolo del primo Ottaviano, generò il Cavalier Ciriaco, che fu padre di Flamminio, i quali si leggono in una comparsa, che fa Leonardo di Lodovico Pichi, pretendendo esso contro Federico, e Flamminio fratelli, e figliuoli del Cavalier Ciriaco d’Alessandro Pichi, la fatisfazione de’ pagamenti de’ suoi credti, dove pure sono nominati il Cavalier Nicandro et il Cavalier Pier Francesco Pichi fratelli de’ detti Federigo, e Flamminio; la qual scrittura si conferma nelle mani del detto Balì Pichi. Flamminio generò Ciriaco, Pier Francesco, Aloisio,et il Cavalier Gio Carlo tutti viventi. Ciriaco è religioso della Compagnia di Gesù, Pier Francesco è Monaco Casinente, con il nome di D. Iacinto, al preferente Priore della Badia di Firenze. Aloisio è Cappuccino con il nome di F. Michelangelo. Dell’altro fecondo Albero, che da noi si dimostra diviso in altri sei rami provenienti da Guido di Neri, e dall’altro Guido del primo Neri Stipite di tutti due gli alberi, si dichiara, che del fecondo Guido nascono ,Luca, e Giovacchino, che furono arbitri del sopraccitato contratto di divisione; e Pietro ancora figliuolo di d. Guido, il quale si legge di consiglio l’anno 1391 nel qual’anno morì, come al libro delle Riformagioni di Sansepolcro. Pietro ebbe per figliolo Marcolino padre d’un altro pietro, e di giovanni e di Luca; Pietro si legge in un istomento rogato da Ser Francesco del q.Andrea l’anno 1484 il quale si conserva presso il Cavalier Camillo Pichi; e il suddetto Marcolino fu de’ Priori della suddetta Fraternità l’anno 1451 dove non potevano entrare se non erano dichiarati nobili. Questo suddetto Pietro generò Bernardino, che fu de’ Priori l’anno 1506 e fupadre di Girolamo, e di Camillo, che si legge Gonfaloniere l’anno 1572 e fu padre del Dottore AntonMaria, che generò il Cavaliere Marcolino padre del Cavaliere Camillo vivente, il quale ha tre figliuoli AntonMaria, RanierFrancesco e Giuseppe viventi. Girolamo generò il sopraddetto Bernardino padre di M.Girolamo,che fu Gonfaloniere l’anno 1612 e generò il Capitano GiovanBattista vivente,e Pietro. Il suddetto Capitano generò Bernardino, e Pietro Generò Girolamo vivente. Giovanni figliuolo del primo Marcolino generò Conte, che si vede in un quadernuccio , o vero ricordanze Seg. D. che incomincia, Io M.Conte di Gio di Marcolino Pichi, scriverò tutte le cose, che mi occorreranno di dare, e avere. Il quale risiedè Gonfaloniere del Borgo Sansepolcro l’anno 1522 e 1523 ma la prima volta che fu estratto, fu nel 1512 per i mesi di novembre, e dicembre, che era assente, e morì del 1523 come ne’libri dell’Estrazioni nelle iformanzeRiformanze di quella Città, o Cancelleria. M. Conte generò GioMaria, il quale si vede risiedere Gonfaloniere di Settembre, Ottobre 1553 e questo fu padre di Niccolò, che pure Gonfaloniere, come in detti libri, e generò Lattanzio Padre di Giuseppe e di Ranieri viventi. Niccolò suddetto ebbe un altro figliuolo nominato Alessandro padre di Bernardo vivente con tre figliuoli, come si vede al libro de’ Battesimi di detta Città. Di Luca del primo Marcolino fu figliuolo di Francesco padre di Girolamo, di cui nacque Lattanzio padre del Dottor Luca vivente con tre figliuoli. Fin qui è la dichiarazione del Fecondo Albero, che si mostra appresso con le medesime scritture autentiche, come il primo; quali tutti due si pongono, acciò siano ben considerate dai Lettori , tralasciando noi le linee estinte con molti nomi collaterali, per non far confusione, ma bensì un’evidente chiarezza a chi legge. Dimostratosi da noi l’albero non pare,che questa famiglia abbia di bisogno della nobiltà, e grandezza de’ Signori di Pichena, benché il sign. Curzio di Pichena Huomo stimatissimo, e primo Segretario di Stato dell’Altezze Serenissime di Toscana, si sottoscriva, scrivendo a’ Signori Lionardo, e Ludovico Pichi di Borgo Sansepolcro, Affezionatissimo Parente, e Servitore li 9 giugno del 1615. Non doveva esso ricusare per Parente questa Famiglia, Stante la sua antichità, e Nobiltà come si è da noi sopra dimostrato; ma questo non basta come prova d’una Consorteria così antica, né tampoco si deve credere ad alcune copie, che vanno attorno e anche sono messe in processo provanti, che questa Famiglia de’ Pichi sia l’istessa con quei di Pichena; non avendo noi potuto trovare l’Istoria di {{AutoreCitato|Orlando Malavolti|Orlando Malavolti}}, sopra l’Italia, ma bensì quella sopra la Città di Siena, nella quale non parla appunto di quello, che qui appresso si porrà. Vogliono dunque quegli, che hanno dato fuori l’Infrascritto squarciafoglio, si stacchi dal sopraddetto Malavolti nella sua istoria d’Italia, non cognita per ancora a noi, né a molti letterati; tutta volta parlano con la sua autorità nella seguente maniera. Mentre Carlo d’Angiò rè di Francia fu in Italia, preso Poggibonsi, ed altri luoghi di Siena, e Firenze; ebbe per suo Luogotenente Generale dell’Esercito un certo Monsù al Picho generoso, e valoroso Cavaliere Francese, il quale per la sua prudenza, e generosità ,si fece in Italia famosissimo; e mentre dimorò in Toscana, edificòil Castello di pichena nel contado di San Gimignano, oggi territorio di Firenze, nominandolo Pichena dal suo nome, e per grazia del suo Re lo fece libero, e così restò fino a che da Fiorentini fu soggiogato San Gimignano, ed esso Castello da’ medesimi disfatto, ancorché gli fossero preservate per i successori di detto Monsù Alpino Signore di detto Castello, alcune esenzioni, immunità di sali e altro come meglio sipuò vedere in Firenze all’archivio delle Reformagioni. Ebbe il detto Picho quattro figliuoli, i quali di Francia condusse seco in Italia, in servizio del Re Carlo all’impresa della Toscana, da’ quali ne sono discesi i Nobili di Pichena, oggi cognominati Pichenesi, in San Gimignano, Volterra, e colle; e la Nobile, e popolosa Famiglia de’Pichi del Borgo Sansepolcro, anticamente, secondo Tolomeo, Liturgia; dove Plinio (secondo,che egli attesta in una sua Epistola) ebbe la Villa, del che a pieno sono stato verificato del sito dal Carissimo Iuriconsulto M.Cesare Pico principale al Borgo Sansepolcro, che oggi è Città; essendogli per suo Vescovato concessa un’Abbazia , che già era de’ Monaci di San Benedetto di Camaldoli, e aggrandita di molte Nobili e Onorate fabbriche; e il medesimo M. Cesare, oltre agli altri, essendo consumato nella professione legale, specialmente in questa Rota della Città di Siena, con con satisfazione del suo,e del nostro Signore, e dell’universale, conferma la memoria de’ suoi passati. Oltre che alla Famiglia Pichia Borghese è nota a tutta Italia per essere numerosa di gente; per il che ha tenuto sempre il luogo primato in detta Città, per averne ancora, oltre altre occasioni,dato segno molti anni sono; perchèmentre i Malatesti, in quel tempoSignoi di Rimini; signoreggiavano detto luogo; Lodovico Picho borghese capo della Famiglia Pichia, e di dodici case, che governavano, non volendo la loro Patria sotto tal giogo, e servitù de’ Malatesti, gettò dalle finestre il Governatore di detti Signori in detto luogo, riducendolo nella pristina libertà, sotto il governo suo, e delle dodici case, facendovi edificare più torri, per assicurazione delle scorrerie de’Malatesti, fiorentini, e della Chiesa; e, così si conservala Famiglia Pichia lungo tempo, con l’aiuto di detto Lodovico; essendo molti del medesimo sangue, e facoltosi per l’eredità de’ loro passati portate al Borgo. E non maraviglia, che detta Famiglia sia fino in oggi moltiplicata di gente in detto luogo, perché nel libro degli Annali del Re in questa Città di Siena all’archivio delle Riformagioni si trova, che di questa Famiglia
 
''Quadem nomine Iosephus Ciuis Senensis et frenuus Eques, ex famiglia nobili Pichia ex tribus uxoribus filios centum quadraginta legittimos, naturales habuit,qui cum legationem ad Summum Pontificem ,Imperatorem a Repubblica Senensidesignatus esset, quadraginta octo ex dictis fuis filijs secum duxit,cuius figura naturalis adhucin Palatio Dominorum Senensium in Aula Pacis propè figuramiustitia panno nigro indutus ante omnes Cives Senenses viget. Domus autem eiusdem fuit, adhuc extat in Platea s. Pelregrini, Sepulchrum vero ubi est Porta Sacrestia S.Dominici, cum insignibus, armis ut inferius describitur.''