Pagina:Le opere di Galileo Galilei III.djvu/399: differenze tra le versioni
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398 DE PHAENOMENIS |
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nel discorso, che non sa che le spezie visibili ne i diversi diafani si |
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refrangono. |
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Cum Caelum sit incorruptibile, elementa autem corruptibilia, quae- |
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ratur a Peripateticis nunquid credant, futurum aliquando ut Mundus |
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absque elementis reperiatur. Tunc esset sine hominibus, quare et frustra |
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per eosdem philosophos. |
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Se io fussi un diligentissimo anatomista, con fastidio sentirei di |
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esser incolpato di poca accuratezza, nel tagliar i membri di qualche |
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animale, da un beccaio; e forse anco me ne riderei. |
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Se i Peripatetici hanno per favole questi eccentrici ed epicicli, e io |
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stimano i movimenti delle stelle esser fatti altramente e come loro |
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intendano, perchè non si pongono a determinar i lor periodi ne i |
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modi veri, ed a comporre i lor canoni secondo le lor vere ipotesi ? le |
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quali, potendo consistere senza eccentrici e senza epicicli, è forza che |
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siano assai facili e semplici. Forse non degnano materie e fatiche |
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così vili. |
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E tanto più bella cosa che i movimenti celesti siano fatti circa |
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diversi centri, altri tardi, altri veloci etc, quanto è più artifizioso e |
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leggiadro il canto figurato che 1 canto fermo. |
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K; car. 14 ^^ Non sa che tutta la filosofia è intesa da un solo, die 20 |
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è Iddio ; di quelli che ne hanno saputo qualche cosa, il numero e |
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tanto minore quanto il saperne è stato maggiore ; ed il numero mas- |
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simo e quasi infinito è restato a gl'ignoranti. |
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Se la natura reputava che questo accidente della figura potesse |
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esser bastante a porgerci grand' argomento dell'essenza de i suoi corpi, |
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sì che dall' esser solamente la superficie lunare aspra e mal polita sì |
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dovesse concludere che ella fosse un' altra Terra, e però soggetta alle |
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generazioni e corruzzioni; gran meraviglia è che ella abbia stimato |
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-4. queratiir -- i-ò. mundus fiiturus dbsqiie — |
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Corrisponde a pag. 887. m. 19. |