Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/546: differenze tra le versioni
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ILLUSTRI ITALIANI |
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Ma perchè la pena sia legittima, conviene risponda al fine, sia quindi ''giusta'' nell’oggetto, ''necessaria'' nel motivo, ''moderata'' nell’azione, ''prudente'' nell’economia, ''certa'' nell’esecuzione; e avendo unico scopo lo stornare i delitti, conviene sia ''minima'' nel grado e nella specie, e ''massima'' nell’efficacia. |
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^ Ma perchè la pena sia legittima , conviene risponda al fine , sia |
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quindi giusta neW oggetto, ìiecessaria nel motivo, moderata nell'azione, |
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Così la ''necessità'' diviene unica fonte del diritto penale, ed insieme unico limite delle esecuzioni, tutela contro le disumane prepotenze della forza brutale e del capriccio. |
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prudente nell'economia, certa nell'esecuzione; e avendo unico scopo |
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lo stornare i delitti, conviene sia minima nel grado e nella specie, |
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La proporzione fra la pena ed il reato non deduce il Romagnosi dal danno nè dal dolo, sibbene dalla ''spinta criminosa'', la quale è in ragion composta della facoltà di soddisfarla e della lusinga dell’impunità; ma non può dirsi criminosa se non quando, soddisfatti i desiderj corrispondenti ai nostri diritti, rimangano ancora impulsi offensivi dei particolari e della società. |
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e massima nell'efficacia. |
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Cosi la necessità diviene unica fonte del diritto penale, ed insieme |
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Ora, perchè la pena acquisti il carattere di necessaria, deve già essersi esaurito ogni mezzo di prevenire il delitto. Ciò si ottiene con un Governo forte; forte non per armi e denaro, ma politicamente, cioè di mente, di cuore, di braccio, tale ove nè particolare, nè magistrato, nè classe od ordine alcuno possa delinquere impunemente; che abbia per fine il rispettare e farsi rispettare; non proponga o vieti se non ciò che venga richiesto dalla utilità comune, talchè le leggi sieno comandi d’assoluta necessità, che obblighino i cittadini a ciò che giovi a tutti; ed allontani le spinte al delitto, che consistono in difetto di sussistenza, d’educazione, di vigilanza, di giustizia. |
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unico limite delle esecuzioni, tutela contro le disumane prepotenze |
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della forza brutale e del capriccio. |
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A prevenire le colpe cooperano colla politica le sanzioni della convivenza, dell’onore e della religione. Questa è sovra l’altre potentissima perchè sola può assicurar l’interna moralità. |
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La proporzione fra la pena ed il reato non deduce il Romagnosi |
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dal danno nè dal dolo, sibbene dalla spinta criminosa, la quale è |
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Guai però ove la podestà umana usurpi il posto della divina! La tolleranza, o dirò meglio, il rispetto religioso è di assoluto dovere naturale; e nella pienezza de’ tempi, quando predomina la giustizia, il ministero civile della religione consiste nell’insinuar la credenza d’un Essere potente, valevole a sanzionare i dettami della buona morale, indicare precetti identici con quelli che dirigono il giusto vivere e le eque leggi civili; dominare il cuore, e sospingere i primi moti dell’uomo interiore con motivi superiori verso l’''operosità'', il ''rispetto'', la ''cordialità'', non dimenticando la propria dignità<ref>Vedi il capo V, art. I della parte V. Più sono sviluppate queste dottrine nell’''Assunto primo''.</ref>. |
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in ragion composta della facoltà di soddisfarla e della lusinga del- |
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l'impunità; ma non può dirsi criminosa se non quando, soddisfatti |
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i desideri corrispondenti ai nostri diritti, rimangano ancora impulsi |
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offensivi dei particolari e della società. |
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Ora, perchè la pena acquisti il carattere di necessaria, deve già |
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essersi esaurito ogni mezzo di prevenire il delitto. Ciò si ottiene |
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con un Governo forte; forte non per armi e denaro, ma politica- |
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mente, cioè di mente, di cuore, di braccio, tale ove nè particolare, |
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nè magistrato, nè classe od ordine alcuno possa delinquere impu- |
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nemente; che abbia per fine il rispettare e farsi rispettare; non |
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proponga o vieti se non ciò che venga richiesto dalla utilità comune, |
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talché le leggi sieno comandi d'assoluta necessità, che obblighino |
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i cittadini a ciò che giovi a tutti; ed allontani le spinte al delitto, |
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che consistono in difetto di sussistenza, d'educazione, di vigilanza, |
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di giustizia. |
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A prevenire le colpe cooperano colla politica le sanzioni della |
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convivenza, dell'onore e della religione. Questa è sovra l'altre po- |
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tentissima perchè sola può assicurar l'interna moralità. |
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Guai però ove la podestà umana usurpi il posto della divina ! La |
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tolleranza, o dirò meglio, il rispetto religioso è di assoluto dovere |
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naturale ; e nella pienezza de' tempi, quando predomina la giustizia, |
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il ministero civile della religione consiste nell'insinuar la credenza |
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d'un Essere potente, valevole a sanzionare i dettami della buona |
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morale, indicare precetti identici con quelli che dirigono il giusto |
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vivere e le eque leggi civili ; dominare il cuore, e sospingere i primi |
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moti dell'uomo interiore con motivi superiori verso V operosità , il |
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rispetto, la cordialità, non dimenticando la propria dignità (6). |
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(6) Vedi il capo Y, art. I della parte V. Più sono sviluppate queste dottrine nel- |
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V Assunto primo. |